Venga a bere un bicchiere da noi (anche il vino aiuta il turismo) di Giuliano Marchesini

Venga a bere un bicchiere da noi (anche il vino aiuta il turismo) L'iniziativa del Touring Club e di una catena di ristoranti Venga a bere un bicchiere da noi (anche il vino aiuta il turismo) Presto disponibile una ricca guida eno-gastronomica regione per regione - Le proposte discusse in un convegno a Trento - Gli itinerari per riscoprire la buona tavola DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TRENTO — A tavola con i vini italiani: una calorosa compagnia. Se n'è parlato a un convegno organizzato dal Touring Club Italiano e dall'Unione Ristoranti del Buon Ricordo, che s"è tenuto all'Istituto agrario provinciale di San Michele all'Adige. n nostro vino, dunque, come stimolante comDonente turistica: la varietà dei prodotti dei vigneti della penisola contribuisce sensibilmente a rendere gradevole il soggiorno di tanti ospiti. Ed è il caso, si rileva, di adoperarsi per offrire questo «patrimonio» nel modo migliore. Franco Brambilla, presidente del Touring. ha annunciato l'uscita di una nuova guida gastronomica d'Italia, «che fornirà un quadro esauriente e completo delle caratteristiche enogastronomiche di ogni regione italiana, con itinerari e indicasioni per una riscoperta delle diverse tradìzionU. Ed è prossima la stipulazione di un accordo tra Tei e Unione Ristoranti del Buon Ricordo: con una formula esclusiva, si consentirà agli oltre 500 mila soci del sodalizio di «appressare i piatti tipici» del ristoranti che fanno parte dell'Unione. Non soltanto sole, mare e montagna, quindi, ma anche il conforto di una tavola generosamente imbandita per chi viene a consumare le vacanze dalle nostre parti. Il presidente dell'Unione Ristoranti del Buon Ricordo, Piero Bolfo, ha fatto presente che l'incontro di San Michele all'Adige è il seguito di quello di Bordighera, dedicato l'anno scorso al «Confronto di esperienze tra vecchia e nuova cucina». A Bordighera, emerse l'opportunità di praticare una via di mezzo tra 11 vecchio e il nuovo: «Una revisione cauta e ragionata dei valori gastronomici tradislonalU. Riprendendo il discorso, e rivolgendo l'attenzione ai vini, Bolfo ha parlato di una -civiltà della tavola» che avrebbe in sé gli elementi e le prerogative «per diventare una sorta di stile italiano», da proporre a un mondo turistico che «è diventato riserva di caccia per gli interessi più disparati». Frizzante la relazione di Folco Portinari, docente di letteratura italiana all'Università di Torino, il quale ha rammentato come il pane, l'olio e 11 vino, in varia misura, connotino la nostra quotidianità «come i riferimenti inevitabili e ricorrenti della vita». «Ci sono cose e anioni — ha detto Portinari — die non si esauriscono nelle loro funzioni primarie, come la nutrizione, perché travalicano, vanno oltre e si caricano di altri significati: mangiar pane, bere vino, usare olio d'oliva sono il segno di riconoscimento di una particolare civiltà, entro la quale assumono significati inequivocabili e necessari». All'inizio c'è il pane, ha osservato 11 professore, ma «è certo che il vino rappresenta un enorme salto di qualità culturale, non solo perché viene dopo il diluvio, dopo l'azzeramento, ma perché è il segnale di una nuova fase della storia dell 'uomo, quella della trasgressione (o dell'evasione) in nome di una follìa die produce piacere». Portinari ha anche ricordato una solenne ubriacatura di Noè, riportata jhella Genesi: «Ora Noè, dedito al lavoro del suolo, incominciò a piantare una vigna. Bevve poi del vino, si inebriò e si denudò in mezzo alla sua tenda. Cam, padre di Canaan, vide la nudità del padre suo, e fece sapere la cosa ai suoi due fratelli di fuori. Allora Sem e Jafet presero il mantello, se lo misero ambedue sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono la nudità del loro padre». E più avanti: «Quando Noè si fu risvegliato dalla sua ebrezza, seppe quanto gli aveva fatto il suo figliolo minore; allora disse: sia maledetto Canaan! Sarà schiavo degli schiavi dei fratelli suoi». Il docente di letteratura ha offerto altre colorite annotazioni, richiamandosi tra l'altro al poema-romanzo «Gar gantua» di Francois Rabelais. «un autentico sgambetto di Bacco ad Apollo», e citando le «cento forme di bicchieri, co me bicchieri a calice, coppe, tazze, nappi, ciotole, scodelle, caraffe, gotti, e simile altra bacchica artiglieria». Dopo questa spumeggiante «lezione», gli interventi degli «addetti ai lavori», tra i quali quello di Franco Colombani, consigliere nazionale dell'associazione «sommeliers». Si è trattato di «vino a tavola, quando e come», di cantine sociali, di spumante italiano. Tutto all'Insegna di una calda ospitalità turistica. Giuliano Marchesini

Luoghi citati: Bordighera, Italia, San Michele All'adige, Trento