Susic è del Torino

Susic è del Torino Susic è del Torino Depositato il regolare contratto in Lega - Nei patti anche una partita amichevole a Sarajevo - L'Inter «offesa» dopo la bagarre TORINO — Safet Susic è del Torino, il margine di un colpo di scena si è ridotto a nulla. L'Inter, accortasi della buona ragione dei documenti granata, con un voltafaccia improvviso ha tentato di passare dalla parte della ragione, del club che fa «il bel gesto» di lasciare il giocatore alla concorrensa. Dopo aver presentato i suoi documenti sia per Mueller che per Susic («per una questione di principio»; ha deciso di «abbandonare» l'asso del Sarajevo. All'agensla Ansa il general manager Beltrami ha rilasciato la seguente dichiarazione: «L'Inter vuole difendere la sua linea di comportamento. Per questo decideremo di non tesserare un giocatore che si è comportato in modo scorretto nel nostri confronti, firmando un contratto prima con noi e poi con un'altra società. Susic si è comportato come uno zingaro e sebbene sia un bravo giocatore noi non lo tessereremo». Per fortuna l'Inter non accusa il Torino di scorrettessa, ma l'attributo di «singaro» a Susic è per lo meno una cattiveria. Chi è andato infatti a far la corte al giocatore, dopo che il Torino lo aveva già contattato (e l'opsione lo prova) agli inisi di aprile? Le «pratidie» per il trasferimento in Italia dell'asso del Sarajevo e della nazionale jugoslava Safet Susic erano state depositate in Lega, a Milano. Il fatto (o meglio, il brutto) è che gli incartamenti erano due: uno l'ha presentato l'Inter giovedì sera al rientro della coppia Massola-Beltrami da Sarajevo, l'altro — sensa dubbio più sostanzioso e regolare — l'ha consegnato ieri pomeriggio il neodirettore sportivo granata Luciano Moggi, accompagnato dal segretario del club Federico Bonetto e dal manager dello stesso Susic ■— l'ex nazionale jugoslavo Rajko Mitic — che ha portato sulla sua Mercedes 300 turbo gli emissari del Torino nel lungo rientro da Sarajevo. La società granata ha depositato sia la bossa d'accordo datata 1" aprile e firmata da Safet Susic e dal presidente del Sarajevo (su carta intestata del Sarajevo Fudbalski Klub) nella quale il giocatore si dice d'accordo per un impegno di massima, sia i due con¬ tratti definitivi in data 29 aprile su carta intestata del Torino Calcio, uno firmato dal giocatore, l'altro dal presidente del Sarajevo. Nei due contratti sono precisate tutte le clausole, compresa una penale nei confronti del Torino se abbandonasse l'affare. Cosa può aver depositato l'Inter? Mossola non spiega, e allora si può credere che Susic, avvicinato a Sarajevo dagli emissari nerassurri prima che Moggi gli rinfrescasse la, memoria mettendogli sotto gli occhi l'impegno preso in precedenza col Torino, abbia sottoscritto con leggerezza un promemoria con le condizioni offerte dall'Inter (che ha così intorbidito le acque non poco). Il Torino è stato nella legalità. Può darsi die Susic abbia commesso una leggeressa, ma ieri mattina si è messo in contatto con il Torino per ribadire la sua intensione di vestire la maglia granata, e per dichiarare la sua disponibilità per le visite mediche. Da Sarajevo intanto si dà per certo che il giocatore giocherà in granata la prossima stagione. Nel contratto figura anche un'amichevole die il Torino giocherà il 10 agosto nella capitale della Bosnia. Da Milano, si apprende ancora che l'Inter avrebbe presentato anche il contratto (questo completo e regolare) di Hansì Mueller, ampliando la bagarre, e facendo aumentare la perplessità di Prohaska sul suo destino. Emerge intanto la serenità con la quale il Torino ha portato avanti la trattativa (il primo contatto agli inisi d'aprile a Zagabria, la presentazione del contratto a Sarajevo in tempo utile rispetto ai termini della Lega). Le dfre sono quelle note, un miliardo e mezzo al club e 110 milioni al giocatore, più un alloggio con affitto a carico della società, secondo la prassi normale. Giorgio Re, l'amministratore delegato del Torino che è stato giorno e notte in contatto con Sarajevo in questi giorni e i dirigenti granata — seguendo il programma dì rinnovamento della società — sono certi di aver agito per il meglio e in piena regolarità. E'quello che conta. Bruno Perucca