Un giovane studioso di 90 anni

Un giovane studioso di 90 anni Un giovane studioso di 90 anni Compleanno del prof. Giovanni Vittorio Amoretti, il più famoso germanista d'Italia - Insegna ancora a Feltre - Esempio di generosa e saggia «humanitas» Giovanni Vittorio Amoretti compie oggi 90 anni. E' il decano della germanistica italiana, ha festeggiato con un leggero anticipo questo appuntamento licenziando una traduzionedell\>lperione» di Hòderlin, uno dei più grandi poeti della letteratura universale, poeta della «vita». Amoretti abita a Torino, si è laureato in questa città nel 27 con Arturo Farinelli, insegna tutfora. Di lui ha scritto il suo quasi allievo germanista Claudio Magris: «Un invidiabile esempio di giovinezza intellettuale, d'instancabile e slimolante freschezza, di generosa e saggia "humanitas"*. Una vita lunghissima dedicata a una materia «alla quale ci sono arrivato per caso», un pioniere che ha tracciato il solco nel quale sono cresciute generazioni di valenti studiosi. La sintesi delle sue pubblicazioni occupa alcune cartelle dattiloscritte, ma soffre di eccessivo pudore: ampliando queste note si mettono assieme alcune migliaia di pagine tra articoli, prefazioni, traduzioni, saggi. Passano nella sua memoria attenta nomi e personaggi che sono punti di riferimento consegnati alla storia di un secolo di letteratura italiana ed europea. Da Boine di cui fu amico, il tormentato Baine vissuto ad Imperia (allora Porto Maurizio) sua città di nascita, agli ultimi discepoli.stell'università di Pisadove.fia insegnato dal 25 al '62, dal gruppo de «Lo Voce- a Ragghiarti, Binni e tanti altri. Compreso Gramsci, compagno d'università e assiduo alle lezioni delRostagni. Dice: «Gramsci l'ho conosciuto negli Anni 11-12, era poverissimo. Viveva con un sussidio di 75 lire al mese. Che testa, però. Era goloso. 10 invitavo a casa mia. the e un vassoio di paste». £ eo/i 11 the lunglie discussioni sul metodo storico allora in auge di cui entrambi erano critici: «Scrivemmo insieme una memoria sul Chiodo della nave d'Argo che metteva in burla proprio quella metodologia. Lo vidi l'ultima volta durante l'occupazione delle fabbriche; lui era ormai preso dalla politica, io dai mici viaggi in Germania». Data da allora l'incarico di lettore all'unh'ersità di Bonn, seguito dall'insegnamento presso l'università di Colonia. Nel '25 è incaricato a Pisa, sette anni dopo vince la cattedra tenuta fino alla «collocazione fuori ruo- T5~ lo».- un modo di dire per quanto lo riguarda dal momento che ancor oggi egli è direttore, della facoltà di lingue e letterature straniere di Feltre. Vita accademica e intensa attività sportiva: «Alcune prime invernali sulle Alpi», un sodalizio con la montagna iniziatosi con la guerra del 75-7* che lo inde ufficiale alpino pluridecorato al valore. Qualche rapida riflessione. «L'università? Ha spalancato troppe porte, forse è stata una calamità necessaria. Oggi i giovani chiedono di nuovo di studiare: buon segno». /incoro: «Guardo questi ragazzi e sembra di rivedere me quando fuggii di casa per studiare: mio padre voleva che continuassi la sua attività di commerciante». C'è speranza per l'uomo d'oggi? «C'è nell'aria il bisogno di scoprire chi si è. e anche un bisogno di poesia». Un consiglio ai giovani: «Leggere molto, studiare, impegnarsi con se slessi». Vale la pena di infere? «A patto di saper tendere la mano agli altri». La lezione continua, una vita con il bilancio ancora aperto ai progetti, il tempo dei consuntivi è lontano; bilancio all'insegna dell'essere più che delti'avere. Per casa girano i pronipoti: «Conversiamo in tedesco, la nostra pari lingua». j47m'cì sono venuti dalla Germania per festeggiarlo. «Mi aspettano anche ad Imperia, stanno preparando qualche diavoleria» Il prof. Giovanni Amoretti

Luoghi citati: Bonn, Feltre, Germania, Imperia, Italia, Pisa, Porto Maurizio, Torino