I democristiani e la destra in agguato dietro il nuovo presidente del Salvador

I democristiani e la destra in agguato dietro il nuovo presidente del Salvador La nomina provvisoria non risolve una situazione politica inestricabile I democristiani e la destra in agguato dietro il nuovo presidente del Salvador Alvaro Magana, 56 anni, economista, è frutto di un compromesso tra i militari e la Costituente -1 deputati hanno diritto di veto sulla formazione del governo - D'Aubuisson non accetta la sconfitta del suo partito NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE CITTA' DEL MESSICO — Alvaro Magari a, direttore della Banca Centrale del Salvador, presentandosi come candidato Indipendente, è stato eletto giovedì presidente provvisorio del Paese. Ci sono voluti più di un mese e pressanti interventi esterni perché i cinque partiti politici che fanno parte dell'Assemblea Costituente eletta con lo scrutinio del 28 marzo scorso raggiungessero un accordo. Sono stati eletti anche i tre vicepresidenti: RaiH Molina, segretario generale del partito della conciliazione nazionale (pcn, ex formazione ufficiale del regime militare rovesciato il 15 ottobre del '79); Gabriel Outiérrez, dell'Alleanza repubblicana nazionalista {Arena, estrema destra, il movimento del Presidente della Costituente, d'Aubuisson), e Pablo Maurlcio Albergue, democristiano (oppositore di Napoleon Duarte), Presidente uscente della Giunta di governo. I tre vice formeranno una sorta di supergablnetto con il compito di assistere il capo dell'esecutivo in un lavoro che egli stesso ha definito «amministrativo» più che politico. Cinquantasei anni, nato da proprietari terrieri ad Ahuachapàn, a ridosso del confine guatemalteco, Alvaro Magana si laureò in legge a San Salvador, poi studiò economia con Milton Friedman all'università di Chicago. Alla fine degli Anni Cinquanta si specializzò in Scienza delle finanze all'ateneo di Roma. Questa elezione, apparente sconfitta dell'estremismo del maggiore d'Aubuisson, il cui candidato ha ottenuto 17 voti contro 36 di Magana, dovrebbe preludere alla formazione di un governo di unità nazionale, e dimostra l'inestricabile situazione politica. Magana, candidato dei mi- litarl, dovrà negoziare tutte le sue decisioni. Il nuovo presidente ha di fronte a sé un'Assemblea Costituente i cui poteri per definizione sono tanto ampi quanto sfumati. msdgn E il 27 aprile i deputati, mentre ratificavano le decisioni prese dopo il 15 ottobre del 1979 dalle due Giunte di governo che si sono succedute nel Paese e mentre decidevano di mantenere come «punto di riferimento- provvisorio la Costituzione del 1962, si sono arrogati il diritto di veto sulla formazione del governo. Si annuncia battaglia dura, poiché nei progetti dei militari Magana dovrebbe assumere direttamente il controllo dei ministeri della Difesa, dell'Interno e delle Finanze, oltre alla presidenza della Banca Centrale. Per di più l'Assemblea è presieduta, come si è detto, da d'Aubuisson, il quale non digerisce il fatto che la suprema magistratura sia sfuggita al suo partito, l'unico dei quat¬ tro del blocco delle destre che si sia opposto a Magarla, accusato di essere 'Comunista» ed »ebreuccio». Il nuovo capo dello Stato può contare sull'appoggio della democrazia cristiana, che ha votato per lui; ma questo partito è oggi indebolito, e il peso dei suoi 24 deputati dipende dall'appoggio del governo di Washin- gton, Alla Costituente la de deve unirsi a un partito di destra, il pcn, che torna cosi sulla scena dopo essere stato escluso il 15 ottobre del '79. L'elezione di Magana è stata preceduta giovedì da una riunione dei massimi ufficiali del Paese, i generali Gutiérrez, Garda e Vides Casanova, con i 5 partiti rappresentati alla Costituente. I militari hanno spiegato ancora una volta che nella situazione 'disperata» del Paese la riduzione dell'aiuto americano sarebbe una catastrofe; l'unico modo per evitare questra pericolo, ovviamente, era l'elezione di Magarla e la partecipazione della de al governo. Nell'attesa della lista definitiva del ministri, che dovrebbe esser resa nota la settimana prossima, la de è già presente nell'esecutivo con Albergue, considerato uno dei più «moderati» del partito, cioè uno dei più accettabili da parte dell'estrema destra, e un deciso oppositore di Duarte. Sia la de che l'Arena che il pcn possono dire di aver vinto le elezioni del 28 marzo, e questa situazione dà origine a voci di colpo di Stato. Il voto non ha alterato la problematica di un Paese lacerato dalla guerra, come l'astensione della sinistra moderata ed estrema lasciava peraltro prevedere. Per uscire dall'impasse i dirigenti pensano a una nuova consultazione a breve termine per leggere un Presidente della Repubblica definitivo. Lo stesso d'Aubuisson, che in un primo tempo voleva questo scrutinio soltanto fra due, tre o quattro anni, sembra ora favorevole all'idea, poiché ritiene di avere il vento in poppa e di poter vincere la partita. La stessa speranza della de. Francis Pisani Copyright Le Monde c per l'Italia La Stampa San Salvador. Magana eletto presidente: il maggiore D'Aubuisson legge il risultato della votazione

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