Reagan si schiera con Londra dopo il «no» argentino a Haig di Ennio Caretto

Reagan si schiera con Londra dopo il «no» argentino a Haig Da ieri mattina alle Falkland il doppio blocco totale delle due flotte Reagan si schiera con Londra dopo il «no» argentino a Haig La manovra americana (sanzioni a Buenos Aires, disponibilità per fornire aiuti all'Inghilterra) vuole mettere alle strette Galtieri per indurlo a trattare seriamente - Costa Méndez: «Non abbiamo respinto del tutto il piano Usa» - Il ministro inglese Pym vola a Washington - C'è il rischio di spingere l'Argentina nell'area comunista DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Gli Stati Uniti hanno ieri adottato una serie di sanzioni economiche contro l'Argentina e sospeso tutte le forniture militari. Si sono inoltre dichiarati pronti «ari aiutare materialmente l'Inghilterra', sia pure senza intervenire in modo diretto in un eventuale conflitto. Lo ha annunciato d'improvviso nella mattina — il pomeriggio inoltrato in Italia — il segretario di Stato, Haig. Dopo aver riferito che Buenos Aires aveva respinto l'ultimo piano di pace degli Stati Uniti, Haig, scuro in volto, ha dichiarato: «Finora, gli Stati Uniti hanno evitato di parteggiare per l'uno o per l'altro. Adesso dobbiamo dimostrare che non accettiamo l'uso della forsa a soluzione delle dispute». *La crisi» ha ammonito con asprezza 11 segretario di Stato «entra in una nuova e pericolosa fase in cui sono probabili asiani militari su ampia scala». In un salone affollato all'inverosimile da giornalisti di tutto il mondo, il capo della diplomazia ha elencato le seguenti misure contro l'Argentina • appena firmate dal presidente Reagan»: 1) sospensione di tutte le forniture belliche e del certificato di abilitazione a esse; 2) interruzione dei crediti e delle garanzie all'importazione ed esportazione, e dei commerci di materie prime, pro- dotti industriali e prodotti agricoli; 3) assenso a eventuali richieste di aiuti materiali per le forze armate britanniche, senza partecipazione a conflitti. Rammaricandosi che non fosse rimasta agli Stati Uniti alternativa, se non unirsi agli europei e all'Inghilterra, «la più stretta delle nostre alleate», Haig ha voluto egualmente ribadire che «l'unica via d'uscita rimane un accordo negoziale», min caso contrario», ha sottolineato, «ci troveremo di fronte a ostilità e instabilità sema fine nell'Atlantico meridionale». Al biasimo del segretario di Stato, si è unito quello del presidente Reagan. «Vi è un principio che tutte le nazioni devono rispettare», ha dichiarato il presidente a un gruppo di editori e di direttori di giornali a colazione alla Casa Bianca, «ed è che l'aggressione armata non può concludersi con un successo». «E' stata l'Argentina a ricorrere alla violenza», ha aggiunto Reagan, «e a provocare spargimenti di sangue. Per questo, se l'Inghilterra ci chiederà aiuto, glielo daremo». Reagan ha messo in rilievo che slnora il premier Thatcher non ha ordinato l'attac¬ co alle Falkland, ma anzi, in risposta alla presa di posizione americana, ha inviato a Washington 11 proprio ministro della Difesa Pym, «ravvivando le esigue speranze di un compromesso diplomatico». La notizia del repentino mutamento di rotta della superpotenza, mediatrice ostinata e paziente per quasi quattro settimane, è scoppiata come una bomba nel mondo politico e diplomatico di Washington e dell'Onu a New York. Il ministro degli Esteri argentino, che si trovava a colloquio col segretario generale De Cuellar al Palazzo di Vetro, ha reagito duramente. «Non abbiamo respinto l'ultimo piano di pace statunitense», ha affermato Costa Méndez. «Gli abbiamo mosso degli appunti non un rifiuto». «Non consideriamo i negoziati finiti», ha proseguito il ministro. «Abbiamo negoziato con l'Inghilterra sulle Falkland per sette anni e continueremo a farlo. Vogliamo sempre una soluzione pacifica della crisi». Costa Méndez ha insistito che l'Argentina ha accettato fin dall'inizio la risoluzione dell'Onu del 3 aprile per il ritiro delle sue truppe dalle isole «purché venga riconosciuta la sua sovranità e l'Inghilterra cessi le ostilità» L'accettazione argentina della risoluzione dell'Onu era stata notificata al Consiglio di sicurezza già qualche settimana fa con un documento nel quale il governo di Buenos Aires ne interpretava 11 dispositivo anche in senso anti-brltannico. Tacciando l'invio della flotta inglese quale manifesto atto di ostilità nei suoi confronti, l'Argentina si diceva disposta a ritirare le proprie truppe solo in cambio di un ritorno della flotta alle sue basi. La drammatica decisione del presidente Reagan si è concretata nella notte tra giovedì e ieri, quando le pressioni interne negli Stati Uniti per una prova di forza verso Buenos Aires si sono fatte insostenibili, e quando i servizi segreti e il Pentagono hanno accertato che le forze inglesi e argentine intorno alle Falkland erano orma! pronte allo scontro. Reagan ha convocato Haig alla Casa Bianca ieri mattina presto per un'ultima discussione. La sera prima, il Senato aveva approvato una mozione di plauso per l'opera negoziale del segretario di Stato, ma anche di invito al governo a prendere le parti di Londra. Nella notte, era arrivata l'ennesima risposta negativa di Galtieri e della giunta al plano di pace. Il presidente e il capo della diplomazia si sono trovati d'accordo sulla necessità di agire. La decisione è stata subito notificata a Galtieri e alla signora Thatcher. Altri fattori hanno influito sulla scelta degli Stati Uniti. Sono quelli, rimasti finora nascosti, che destano più inquietudine. Uno — ritenuto peraltro scarsamente attendibile — è la notizia diffusa da un noto giornalista, Jack Anderson, che la task force britannica disporrebbe di armi nucleari tattiche. L'altro è la conferma che Cuba si è messa a disposizione dell'Argentina •per qualsiasi emergenza». Il deputato John Le Boutiller ha informato il quotidiano New York Post che 11 9 aprile scorso, subito dopo il primo viaggio di Haig a Buenos Aires, Fidel Castro ha mandato alcuni emissari da Galtieri a nome proprio e a quello dell'Urss. L'Urss segnala già all'Argentina i movimenti della task force, controllati dal suol satelliti artificiali e dagli aerei spia. Nella sua conferenza stampa, tenuta in una splendida giornata di sole, il segretario di Stato ha taciuto questi retroscena. Egli ha invece riassunto brevemente 1 propri sforzi di mediazione. Ha rivelato che l'ultimo piano di pace, mequo e solido», contemplava la cessazione delle ostilità, il ritiro di tutte le forze dalle isole, un'amministrazione interinale tripartita anglo-argentlna-americana, e negoziati sulla sovranità «in cui si sarebbe tenuto conto anche degli interessi degli abitanti delle Falkland». Senza dubbio, la mossa americana è diretta a porre l'Argentina con le. spalle al muro, e costringerla quindi a intendere ragione. Reagan e Haig non l'hanno fatta a cuor leggero: nel regime di Buenos Aires, essi hanno visto sempre un potenziale alleato per il contenimento del comunismo nel Sud e nel Centro America, e rischiano ora di spingerlo nelle braccia dell'Urss e di Cuba. La loro speranza è che Costa Méndez ritorni da New York a Washington e riprenda le trattative: e in concomitanza con l'arrivo di Pym le trasformi addirittura in trattative a tre. Ennio Caretto ,flolPhin chador OC. ATLANTICO Zona di 'esclusione totale -v Isole c -, _ V _Faikland aj-ows* Isolo Sandwich >