Nuove scoperte sulle luci ceanaura accende negli animali

Nuove scoperte sulle luci ceanaura accende negli animali Nuove scoperte sulle luci ceanaura accende negli animali Ideboli bagliori e le luci multicolori emessi da innumerevoli animali nel boschi, nelle grotte e nelle profondità degli oceani hanno sempre affascinato gli scienziati. Ora, studiando le comuni lucciole che qualsiasi bambino può catturare nelle calde notti d'estate come gli inafferrabili anomalopidi del mari tropicali, gli entomologi e i biochimici hanno acquisito nuove conoscenze su questa capacità di produrre luce (bioluminescenza), approfondendo cosi la cono-, scenza della comunicazione animale. Negli oceani vivono molte creature luminose, che usano questa peculiarità in va-' ri modi. Alcune specie di gamberetti, per esempio, possono regolare la bioluminescenza a seconda della temperatura e del colore dell'acqua, per alterare 11 loro aspetto e per ingannare i predatori. E molte specie di calamari spruzzano «inchiostro» bioluminescente per confondere i nemici, mentre si mettono al sicuro. Tre ricercatori californiani si sono particolarmente interessati ad alcune specie nelle quali la bioluminescenza è prodotta da batteri che vivono in uno speciale organo, e non dal pesce stesso. Allo Steinhart Aquarium di San Francisco 11 biologo marino Ed Miller mostra una vasca illuminata da una debole luce rossa, nella quale un esemplare di Photoblepharon, un genere di anomaloplde, guizza furtivo tra le rocce, mostrando l'organo verdastro che emette la lucei. E' stato scoperto che questi pesci usano in modo insolito la bioluminescenza a scopi difensivi, offensivi e di comunicazione. Miller spiega che in una situazione tipica l'animale fa lampeggiare l'organo luminoso mentre scappa, abbagliando momentaneamente la retina dell'occhio del predatore. Si ritiene noltre che la bioluminescenza sia un adattamento evolutivo per la caccia notturna, quando si trova cibo in maggior quantità. Questo pesce è fotofobico, precisa Miller. Un avviso sulla vasca proibisce di fotografare con' 11 flash, poiché l'improvviso choc può ucciderlo. Per motivi ancora sconosciuti, forse per carenze alimentari, certi animali hanno tendenza a perdere la bioluminescenza in cattivi¬ tà. E' il caso di due pesci di un altro genere, che sono nella stessa vasca del Photoblepharon. Vengono loro somministrati composti dietetici integrativi, nel tentativo di aumentare la luminosità. Negli anomalopidi i batteri responsabili della produzione della luce sono racchiusi in un organo a forma di sacchetto; i ricercatori sono profondamente interessati dalla simbiosi fra l'animale e i batteri. «72 pesce non può vedere sema i batteri e questi non possono vivere sema il nutrimento fornito loro dal pesce» dice John E. McCosker, direttore dell'acquario. Si è rivelato difficile coltivare 1 batteri al di fuori degli anomalopidi a causa delle loro necessità alimentari (forse sostanze sconosciute sono presenti nell'ospite). Ma le colture sono riuscite con batteri di altri pesci, tra i quali 11 «pesce cavaliere» del Giappone. Kenneth H. Nealson, della Scrlpps Instltutlon of Oceanography di La Jolla, spiega che gli organi luminosi del pesci sono strutture estremamente evolute, con un sistema vascolare sviluppassimo. Ogni specie, inoltre, ha batteri specifici e sistemi diversi per regolare la propria produzione di luce, soprattutto controllando l'ossigeno. Nel caso del pesce cavalliere, Nealson configura questo schema: il pesce fornisce glucosio ai batteri, i cui rifiuti vengono utilizzati da un gruppo di cellule nell'organo luminoso insieme con l'ossigeno. Questo processo regola la quantità di luce prodotta dal batteri, che ne emettono di più in condizioni di scarsa ossigenazione e ne rallenta la riproduzione, mantenendone il numero al livello che l'animale può sopportare. In un'applicazione pratica della sua ricerca, Nealson ha ricevuto dalla Marina americana, l'incarico di misurare la quantità e il colore della bioluminescenza nell'Oceano.. La Marina intende appurare se la bioluminescenza possa interferire nelle comunicazioni laser dal satelliti ai sottomarini. Negli esseri viventi la luce viene prodotta in due modi: due composti noti come luclferina e luciferasi si' combinano in presenza di un catalizzatore, generalmente ossigeno. Oppure, una proteina complessa che contiene luclferina, reagisce o si lega con calcio. All'università della Georgia di Athens, Milton J. Cormier studia un sistema di tipo proteico nei celenterati, un gruppo del quale fanno parte le meduse, per capire come le proteine colleghino gli impulsi nervosi all'emissione di luce; e a questo scopo sta elaborando un metodo per usare le proteine al fine di determinare con l'aiuto di speciali apparecchiature e con il computer, 1 vari livelli di calcio nelle cellule. Questo elemento è essenziale per molti organismi, compreso quello umano. La maggior parte di questi Insetti, sottolinea James E. Lloyd dell'università della Florida di Gainesville, un uomo che li studia da 18 anni in tutto 11 mondo, sono generalmente erbivori, si nutrono di fiori oppure, in laboratorio, di pezzetti di mela. Ma le femmine carnivore del genere Photuris attirano e divorano i maschi delle altre specie imitandone il modo di lampeggiare. I maschi Photuris. si è scoperto, possono copiare il modo di lampeggiare di altre specie: sono cosi in grado di attirare le femmine per l'accopiamento. Le ricerche stanno chiarendo l'impiego delle differenze di lunghezze d'onda o di colore nel lampeggiare delle lucciole. Gli insetti a luce gialla escono generalmente di prima sera, quelli a luce verde a notte inoltrata. Secondo William H. Biggley della John Hopkins University si tratterebbe di un adattamento evolutivo grazie al quale la visibilità delle lucciole viene portata al massimo per le altre specie in diverse condizioni di luce. Il colore ha un ruolo anche in altre specie. -In Sud America — dice Lloyd — c'è un verme che ha luci rosse sulla testa e luci verdi lungo il dorso. Si muove abitualmente con le luci rosse, e solo quando viene toccato o stimolato accende le luci verdi». Si avanza l'ipotesi che le luci rosse gli servano per vedere, quelle verdi siano una reazione al nemico. Joseph Williams Copyright («Science Times • New York Times» e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: John Hopkins, Joseph Williams, Kenneth H. Nealson, Miller, Milton J. Cormier, William H. Biggley

Luoghi citati: Florida, Georgia Di Athens, Giappone, Italia, San Francisco, Sud America