I predatori di uranio

I predatori di uranio Settimanale di scienza e tecnologia I predatori di uranio Centoquaranta ispettori delle Nazioni Unite controllano nel mondo che gli impianti elettronucleari non vengano usati per costruire bombe. Con quali risultati? HANS Blix ha fatto poche settimane fa una dichiarazione preoccupante. Ha detto che l'agenzia della quale è a capo si trova in una «congiuntura critica» e che «non si può far praticamente nulla per impedire che molti altri Paesi si armino di bombe .atomiche». Hans Blix è un ex ministro degli Esteri svedese, oggi direttore generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA), che è un'organizzazione delle Nazioni Unite. L'Agenzia ha il compito sia di promuovere l'impiego dell'energia atomica per usi di pace, sia di controllare il combustibile nucleare e gli impianti perché non vengano usati a scopi militari. Secondo il capo dell'Agenzia, sta diventando praticamente impossibile svolgere il compito del controllo che è certo il più Importante. La tecnologia sempre più raffinata consente frodi sempre più facili. La sorveglianza periodica condotta con un corpo di 140 ispettori e con registrazioni televisive continue e sigillate degli impianti in funzione, non è sufficiente a garantire che il materiale nucleare non venga destinato a costruire bombe, anziché ad alimentare reattori pacifici. Il direttore Blix ha fatto i nomi di quattro Paesi «altamente sospettati»: India, Pakistan, Sud Africa e Israele. Per altri cinque esistono «preoccupazioni» e sono Argentina, Brasile, Messico, Corea del Sud e Spagna. Alcuni di questi Paesi non hanno firmato il Trattato per la non-proliferazione nucleare del 1970, al quale hanno aderito 115 nazioni. Ma mentre India, Pakistan, Sud Africa e Israele rifiutano i controlli dell'Agenzia, gli altri 11 consentono ed esistono nei loro confronti soltanto dubbi che materiale nucleare possa essere destinato alla costruzione di bombe A. ; La conclusione del rap¬ porto Blix è che i prossimi 10 o 20 anni saranno decisi-' vi per lo sforzo di fermare la diffusione delle armi atomiche a disposizione anche di piccoli Paesi, la sua impressione sembra sia che si vada «verso un'accelerazione della tendenza all'insicurezza», che porterebbe a una corsa sempre più generale alle armi nucleari. Di fatto, non esistono sanzioni previste per chi froda combustibile per farne bombe. Le testimonianze di Ispettori viaggianti dell'Agenzia atomica, recentemente riferite al Senato degli Stati Uniti, citano registrazioni non credibili da parte dei funzionari addetti alle centrali nucleari in vari Paesi, registratori automatici che funzionano male, fotografie-campione confuse, mancanza di tempo da parte degli ispettori stessi per prelevare test e soprattutto una forte resistenza da parte degli addetti alle sentrali a lasciar svolgere i controlli. «Un operatore di centrale capace e competente può imbrogliare quando vuole», ha detto uno degli ispettori dell'agenzia. L'unica soluzione, secondo gli esperti, sarebbe di porre il materiale atomico sotto proprietà internazionale delle Nazioni Unite. I sigilli e i controlli usati dagli ispettori per verificare gli impianti tra un'ispezione e l'altra sono aggirabili troppo facilmente. Lo si è provato in modo sperimentale in Paesi che, possedendo già armi nucleari — quindi esclusi dalle ispezioni — consentono tuttavia volontariamente i controlli: Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna; mentre Unione Sovietica e Cina non li permettono. Ogni tipo di impianto atomico presenta 1 suoi problemi e ciò complica le verifiche. Le centrali più facili da ispezionare sono quelle con i reattori standard ad acqua leggera per la produ- zlone di energia elettrica. Il combustibile nuovo è ingombrante ed è semplice misurarlo. Una volta piazzato nel reattore, è difficile rimuoverlo, tranne che nelle periodiche fasi di rifornimento ogni 12 o 18 mesi. Dopo essere stato estratto, è altamente radioattivo e non lo si può rapidamente trasformare in bombe. I reattori cosiddetti «Candu» e «Magnox», usati in certi Paesi, sono meno facili da controllare, perché vengono continuamente riforniti con quantità relativamente piccole di combustibile, di cui si possono perdere le tracce. Altrettanto problematica è l'ispezione dei reattori da ricerca (come quello Irakeno bombardato da Israele) perché molti usano uranio dello stesso, tipo delle bombe, sebbene in piccole quantità Le centrali più diffidi! da vigilare sono quelle che impiegano grandi quantitativi di plutonio o di uranio altamente arricchito, in forma tale che potrebbero essere facilmente adoperati per la fabbricazione di bombe. Queste centrali hanno anche stabilimenti per la rigenerazione, che estraggono plutonio dalle sbarre di combustibile spento per nuovo uso e sono dotate di impianti per l'arricchimento, che preparano uranio per farne combustibile. Questi impianti possono essere modificati per fare bombe. , Le misure di controllo tendono ad accertare la scomparsa di materiale sufficiente a costruire una o due bombe. La sparizione dolosa ha periodi di accertamento e quantità di materiali differenti, secondo i diversi tipi di centrali e reattori. Ma il maggior problema, come dice 11 direttore dell'Agenzia atomica dell'Orni Hans Blix, è che una volta scoperto l'imbroglio, nessuno può farci niente. Franco Pierini Le centrali nucleari potrebbero produrre materiale per armi atomiche. In un tipico reattore, il combustibile di uranio altamente arricchito potrebbe essere destinato a bombe. Oppure, come nel disegno, uranio sottratto al controllo, potrebbe essere irradiato per produrre plutonio. Il nocciolo ("core") del reattore potrebbe essere modificato per l'inserimento di uranio non registrato (zone scure) e la rimozione prima che un'ispezione scopra la frode. Un avvolgimento di uranio fuori controllo potrebbe essere collocato attorno al nocciolo. Ci sono dubbi se gli ispettori - possano avvedersi a tempo di una modifica come questa.

Persone citate: Blix, Franco Pierini, Hans Blix