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Dalla Russia in diretta sui teleschermi belgi Dalla Russia in diretta sui teleschermi belgi BRUXELLES — Il Belgio è stato il primo Paese europeo a trasmettere, in diretta via satellite, programmi televisivi russi. Per dieci giorni, un milione di teleabbonati delle Fiandre orientali, del Brabante, delle province d'Anversa e del Limburgo hanno potuto sintonizzarsi sui loro schermi con il terso programma sovietico, purtroppo trasmesso solo in lingua russa e sema sottotitoli. L'esperimento ha avuto un buon successo, tanto che la società che lo ha condotto, la •Intercom», si propone di firmare un accordo con le autorità del Cremlino per trasmettere regolarmente in Belgio i suoi programmi televisivi, ma con sottotitoli in lingua inglese. I telespettatori belgi hanno giudicato i programmi tv sovietici abbastanza interessanti: i balletti, le dame folkloristiche, i notiziari con i filmati del presidente francese Francois Mitterrand in Giappone, un'intervista con il loro ex ministro delle Telecomunicazioni, Chabert, hanno trovato consensi. Tuttavia, molti telespettatori si sono lamentati per il numero eccessivo di sfilate militari apparse sui loro schermi. L'esperimento è stato reso possibile perché l'Unione Sovietica ha messo ha disposizione della società di teledistribuzione «Intercom.» un satellite artificiale che vola a 36mila chilometri di altezza, sopra la Sierra Leone. Per captare i programmi tv sovietici, è stato anche necessario installare antenne paraboliche di tre metri di diametro in quattro località del Belgio, ad un costo di più di cento milioni di lire. 1 sovietici appaiono pronti a trasmettere i loro programmi tv in tutti i Paesi europei, se questi ne faranno richiesta. Sono pure disposti ad accettare programmi europei sui loro schermi, ma filtrati dalla censura politica. Non si prevede, infatti, che i telegiornali europei siano mai captati dalle famiglie sovietiche a Mosca, com'è avvenuto in Belgio per i loro notiziari. In ogni caso, la tv paneuropea via satellite, con questo esperimento, ha fatto un altro passo in avanti. Renato Proni