La longevità intellettuale una virtù di molti scrittori

La longevità intellettuale una virtù di molti scrittori La longevità intellettuale una virtù di molti scrittori di Guido Davico Bonino •Non è mal troppo tardi» si intitolava una benemerita rubrica televisiva per l'alfabetizzazione degli anziani. Deve essere scomparsa, se non sbaglio, come tutte le poche cose buone che la televisione realizzava negli anni scorsi. Ma la formula, magari un poco distorta, si adatta magnificamente alla invidiabile longevità di un bel gruppetto di scrittori italiani, ai quali sembra non sia mal troppo tardi per deporre la penna. Del recordman Prezzollni abbiamo qui a fianco una testimonianza che parla da sé. Ma al centenario decano degli scrittori italiani fa, idealmente, eco (sia pure alla rispettosa distanza di nove primavere) il novantunenne gradese Biagio Marln, che dalla sua casa tutta aria e luce, sulla spiaggia della città natale (dentro, in grandi ceste di paglia, giacciono nel loro colori ultramarini rare conchiglie) sgrana, giorno dopo giorno, nel dialetto della sua terra, poesie di splendida levigatezza. E se tace da qualche tempo il coltissimo e loquacissimo Riccardo Bacchelli, classe 1891, parla per lui un'opera non solo tutta di alto livello letterario, ma di singolare varietà (poesie, romanzi, novelle, teatro, biografie, saggi critici, commenti e traduzioni) e vastità: qualcosa come 30.000 pagine a stampa, a far di conto cosi alla buona, dal giovanile esordio nella « Voce» (proprio la rivista fondata dal decano Prezzollni, a Firenze, nel 1908) sino ad un palo di anni or sono. Ma la pattuglia del sempreglovani non è tutta qui: dopo aver ironizzato affettuosamente sul «mestleraccio» del giornalista nel fortunato libro omonimo (si era nel 1930, e lui aveva 36 anni), Paolo Monelli, classe 1894, continua, a tratti, a praticarlo con elzeviri dal pigilo dissidente. A Firenze la signora Anna Bau ti (al secolo, Anna Lopresti, con 87 anni) dirige Indomita la rivista •Paragone», nelle due versioni. Arte e Letteratura, tutela la fondazione Roberto Longhi, il grande storico dell'arte che fu suo marito: e al loro legame ha dedicato l'anno scorso un commosso romanzo-verità, Un grido lacerante. Il clima della Toscana deve essere dunque tonificante per gli scrittori che stanno avanti negli anni, se, oltre alla Bantl. vive nella stessa zona l'ottantaselenne marchese Bino Sanminlatelli, che, nella stessa tenuta del Chianti in cui produce il suo pregiato VIgnamagglo, annoda i fili della memoria In un Ininterrotto diario ventennale in più tomi (l'ultimo, La vita in campagna è stato fra 1 protagonisti dell'annata letteraria 1980) e di nuovo, a Firenze, lavora, silenzioso ed appartato, 11 fiorentino d'acquisto (è nato, Infatti, a Torino) Carlo Betocchi, anni 83, un poeta cui l'età adulta ha Ullmpldito la voce sino ad esiti di mirabile rarefazione nel suo dialogo con Dio e gli uomini. E qui possiamo fermarci nella nostra rassegna, perché uno scrittore che ha 80 anni come Cesare Zavattini è propriamente un ragazzo: lo dimostra 11 suo attivismo frenetico, gira il primo film in proprio, scrive un palo di sceneggiature, cura contemporaneamente tre o quattro libri, e trova il tempo di fare lezione In una università, quella di Torino, che dista 600 km da casa sua. Aggiungiamo semmai che quel «Non è mai troppo tardi» da cui abbiamo preso l'avvio, vale anche per il tanto temuto esordio letterario. Il caso più noto è quello di Giuseppe Tornasi, duca di Parma e principe di Lampedusa, che dopo una vita di studi, viaggi all'estero, Incontri letterari, e lunghe, solitarie meditazioni sulla storia siciliana e nazionale, si decise a scrivere il suo primo libro, quel capolavoro del Gattopardo, alla soglia dei 60 anni (si era nel '55-'56. lui era nato a Palermo nel 1896). D'altronde, proprio nell'ultima stagione letteraria, la rivelazione sul fronte della narrativa è stata quella di un esordiente sessantenne, un preside di liceo di Comlso, Gesualdo Bufalino. con Diceria dell'untore, premio Campiello 1981: una storia d'amore e morte ambientata in un sanatorio della Conca d'Oro, scritta in una prosa dalle larghe volute, morbida e sensuale, dietro la quale non è difficile intuire decenni di assai ben filtrate letture.

Persone citate: Anna Lopresti, Carlo Betocchi, Cesare Zavattini, Gesualdo Bufalino, Giuseppe Tornasi, Guido Davico Bonino, Paolo Monelli, Riccardo Bacchelli

Luoghi citati: Firenze, Lampedusa, Palermo, Torino, Toscana