Centro di emodinamica Interviene il ministro? di Daniela Daniele

Centro di emodinamica Interviene il ministro? Centro di emodinamica Interviene il ministro? L'eco delle polemiche è, giunta a Roma e, probabilmente, nei prossimi giorni l'emodinamica delle Molinette sarà al centro di un dibattito, proprio al Ministero della Sanità. La situazione del. laboratorio, che viene utilizzato da tre divisioni cardiologiche (Angelino, Brusca, Zardini) e dal servizio autonomo di emodinamica (Gasacela) è sempre in attesa di soluzione. Per ora esiste soltanto una sentenza del Tar che annulla la delibera con la quale l'amministrazione ospedaliera aveva «regolamentato», a turni, l'uso della sala. In seguito alla sentenza, però, nulla è cambiato e il laboratorio continua ad essere frazionato, durante la settimana, tra i vari primari, mentre l'amministrazione dell'Ente ha fatto ricorso al Consiglio di Stato. A far le spese di tutta questa vicenda è, soprattutto, chi più avrebbe bisogno dall'ospedale di una risposta puntuale, precisa e di una organizzazione impeccabile: i malati. «Proprio per questo motivo vogliamo dire la nostra sull'emodinamica». E' Angelo Magrini, presidente dell'Associazione piemontese cardiopatici, a lanciare severe accuse. «Incominciamo con un dato: il 48 per cento delle morti, in Italia, è provocato da infarto al miocardio. Tale statistica diventa ancor più grave nella nostra regione dove c'è il maggior numero di cardiopatici. Mi pare superfluo, a questo punto, sottolineare quanto sia importante il funzionamento di certe strutture». «Sottoporsi a una coronarografia — continua Magrini —non è affare da nulla: l'esame è delicato e il rischio non è poco. Immaginiamo con quale animo ci si può sottoporre a questa analisi in clima di completa disorganizzazione...». Ma c'è un altro aspetto Inquietante della vicenda. Le cosiddette «migrazioni» sanitarie. «Ho già fatto presente all'assessorato alla Sanità della Regione che molti pazienti vengono inviati in altri centri. Se questi centri fossero solo italiani, come Milano, Verona, Padova, andrebbe bene anche per l'economia italiana, ma la stragrande maggioranza, si presume circa mille, milleduecento pazienti, è indirizzata in centri europei (Parigi, Londra, Lione, Nizza, Marsiglia), per non parlare di Houston, per una spesa d'intervento di parecchi miliardi. Com'è possibile che amministratori oculati possano accettare questa situazione che crea disagi economici ai pazienti e alle loro famiglie e che incide notevolmente sulla finanza pubblica? E' vero che l'assessore Bajardi ci ìia detto che soltanto 600-700 persone vanno all'estero -a spese della Regione, ma mi pare che il discorso, nella sostanza, non cambi». «E pertanto — conclude Magrini — voglio lanciare un appello alla massima autorità, il ministro della Sanità Altissimo, affinché trovi, in tempi brevissimi, una soluzione al problema. Una richiesta, mi pare, perfettamente in linea con lo spirito della riforma»: Daniela Daniele

Persone citate: Angelo Magrini, Bajardi, Brusca, Magrini, Zardini