Fallito per il tribunale il titolare del Muletto

Fallito per il tribunale il titolare del Muletto La misteriosa fuga probabilmente in Sud Africa Fallito per il tribunale il titolare del Muletto i Luigi Tagliante scomparve con moglie e Tigli il 25 gennaio Spregiudicato uomo d'affari è scappato perché pieno di debiti A poco più di due mesi di distanza dall'Improvvisa e misteriosa scomparsa di Luigi Tagliante, 60 anni, gestore del ristorante «Muletto» di corso Casale, con tutta la famiglia (la moglie Jolanda Sforza, 44 anni, ed i due figli Mariella e Mario rispettivamente di 18 e 17 anni) Il tribunale di Torino ha decretato con due sentenze separate 11 fallimento dello spregiudicato uomo d'affari e della consorte. La «sparizione» di Tagliante e famiglia dalla lussuosa villa di Pino Torinese (per altro presa In affitto da soli pochi mesi) fu scoperta il 25 gennaio scorso e fece sensazione. In un primo tempo si parlò anche di rapimento, ma nel volgere di un paio di giorni venne a galla 11 vortice di debiti che negli ultimi tempi aveva sommerso l'uomo. Luigi Tagliante era notissimo a Torino non solamente per i moltissimi «affari» che da sempre aveva patrocinato e concluso (un'attività spre- gluglcata, dal collocamento di mano d'opera, negli Anni 60, alla compra-vendita di discoteche, locali notturni e alloggi sino agli appalti nel settore industriale) ma anche perché prima di acquistare la licenza del «Muletto», uno dei più rinomati e famosi ristoranti torinesi, aveva a lungo gestito un altro noto locale sulla prima collina torinese, il «cont Piolet». Per l'ormai anziano uomo d'affari l'aver rilevato il «Muletto» rappresentava l'ultima spiaggia, l'estremo tentativo di rilancio e riscatto. Da tempo le cose non «andavano più bene» ed i creditori, numerosissimi, si erano persino fatti minacciosi. I camerieri del ristorante di corso Casale hanno raccontato che una sera, un mese prima della scomparsa di tutta la famiglia, si I era presentato al tavoli un individuo con una grossa pistola a tamburo in mano. L'azione di fallimento è stata promossa dal macellaio fornitore del «Muletto», Nello Grasso, assistito dall'avvocato Scaramozzlno. Il negoziante vanta un credito di circa dieci milioni per 1 nemmeno quattro mesi in cui il locale è stato gestito dal Tagliante. Curatore fallimentare è stato nominato, dal giudice delegato Massimo Macchia, il com-1 merclalista Salvatore Terminelli con studio in via Cernaia 24. E' prevedibile che nel fallimento si accoderanno legioni di creditori. Oltre ai fornitori ed ai vari soci cui il Tagliante ! di recente aveva proposto «in- j vestimenti», sono rimasti coinvolti nella vicenda i 40 operai di una ditta di manutenzione e pulizie, la limi con sede a Settimo Torinese in vla Parco 53- Per cul '" l'uomo d'affari appaltava la vori nei numerosi stabilimenti della zona. Paradossalmente era questa l'unica attività sana, cioè In attivo, rimasta a Luigi Tagliante negli ultimi tempi ed infatti 1 40 dipendenti hanno lavorato sino allo scorso mese senza stipendio nel tentativo di salvare l'impresa. Non po- tevano però essere pagati a causa del contratti d'appalto che obbligavano le ditte a versare il pattuito solo al Tagliante ed alla moglie, peraltro scomparsi. Dovranno anche loro unirsi al fallimento. Come l'ex proprietario del «Muletto», Bruno Grangetto, forse più di tutti rimasto scottato dagli avvenimenti. Il Grangetto, dopo aver venduto la licenza al Tagliante per complessivi 83 milioni, ha dovuto accontentarsi di un acconto di 20 versato al momento della firma dell'atto.

Persone citate: Bruno Grangetto, Grangetto, Jolanda Sforza, Luigi Tagliante, Massimo Macchia, Salvatore Terminelli

Luoghi citati: Pino Torinese, Settimo Torinese, Sud Africa Fallito, Torino