In libertà a Varsavia 35 internati Seno i primi di un gruppo di mille di Bernard Guetta

In libertà a Varsavia 35 internati Seno i primi di un gruppo di mille Dopo lunghi mesi di repressione, il regime di Jaruzelski torna a muoversi sul terreno politico In libertà a Varsavia 35 internati Seno i primi di un gruppo di mille Tra loro numerosi uomini di «Solidarietà» • Contemporaneamente, diffuso un documento clandestino del sindacato, il primo dal golpe militare del 13 dicembre: «E' impossibile risolvere i problemi senza dialogo tra potere e società» VARSAVIA — Sindacalisti, uomini di cultura, studenti, in stato di arresto da quattro mesi e mezzo, hanno riacquistato ieri la liberta. Complessivamente, sono un migliaio le persone che nelle prossime 24 ore tornaranno libere. Dal carcere di «Bialoleka» di Varsavia sono usciti trentaclnque esponenti di «Solidarietà». Alcuni avevano al braccio la fascia rossa e bianca del sindacato. I polacchi effettivamente scarcerati saranno ottocento; ad essi bisogna aggiungerne duecento, in liberta condizionata. Tra i leader sindacali tornati in liberta c'è Jan Kualy, presidente di «Solidarietà Rurale». Nessuna notizia invece sulla sorte di Lech Walesa. La moglie, raggiunta telefonicamente a Danzica, ha detto di non credere a una p o^' : na liberazione del marito. NOBTRO SERVIZIO PARTICOLARE VARSAVIA — Le autorità polacche tornano dunque a preoccuparti della propria immagine, in primo luogo all'estero. Questa volontà è di per se stessa un fatto nuovo, anche se le misure decise mercoledì dal «comitato militare di salute nazionale» non restituiscono le libertà né le garanzie giuridiche sospese con l'instaurazione dello stato di guerra. Tuttavia la liberazione, in una volta sola, di un terzo degli internati, è rivolta a impressionare favorevolmente e cancellare le ultime manifestazioni dello «stato di guerra». Tutto fa pensare che il generale Jaruzelski, dopo un periodo in cui dava importanza solo alla forza, intenda riconquistare 'terreno politico». Il suo primo obiettivo è naturalmente l'Europa occidentale. A Varsavia si è ormai convinti che la Germania Federale e la Francia sono disposte a togliere a tempi brevi le sanzioni economiche. Ma si teme pure che i due Paesi, al vertice di Versailles, in giugno, decidano un inasprimento delle loro relazioni con l'Est (la Polonia sarebbe il primo Paese a soffrirne) in cambio di un ammorbidimento della politica monetaria americana. E'stato questo timore, insieme alle gravi difficoltà già provocate dalle sanzioni economiche, à spingere Jaruzelski ad affermare sabato scorso davanti al comitato centrale che «uno del principali stimoli per l'Occidente ad abbandonare il boicottaggio sarà 11 ritorno della Polonia alla stabilità politica, sociale ed economica». Nello stesso discorso, Jaruzelski ha usato classici riferimenti commerciali, molto lontani dalla polemica ideologi- cav se si vuole che rimborsiamo i debiti, ha detto in sostanza, bisogna che le nostre esportazioni siano aiutate. Sia che finisca presto sia — com'è più probabile — che contìnui, questa offensiva è comunque ben articolata. Dopo l'annuncio di misure per «l'ammorbidimento o la soppressione di alcuni rigori della legge marziale», la televisione ha mandato in onda una lunga intervista con il presidente di 'Solidarietà rurale», Jan Kulai. Kulai, che è stato liberato per intervento del vice presidente del Consiglio e presidente del partito conta¬ dino, Malinowski, ha manifestato pieno accordo con le principali scelte di questo partito, di cui ha accettato alcuni incarichi. Kulai non ha mai citato il nome dell'organizzazione di cui è presidente eche in teoria è solo sospesa. Il regime ha pure emesso un comunicato dei tre partiti ufficiali in cui si afferma la necessità di una «Intesa nazionale», all'interno della quale «la Chiesa può svolgere un ruolo molto Importante», e di cui si sarebbe parlato lunedì durante l'incontro tra il primate e Jaruzelski. Mentre il potere muoveva la prima pedina, la stampa clandestina annunciava la creazione di una «commissione provvisoria di coordinamento» di Solidarietà da parte dei presidenti regionali di Varsavia (Bujak), Breslavia (Frasyniuk), Cracovia (Hardek) e Danzica (Lis). E' il primo serio tentativo di riorganizzare una direzione nazionale dopo il scolpo» del 13 dicembre; le •dichiarazioni» approvate in questa occasione costituiscono la prima manifestazione politica del sindacato dall'introduzione della legge marziale. Nella loro dichiarazione suH'.lntesa nazionale», i quattro sindacalisti, ricercati dalla polizia, scrivono che «è impossibile risolvere 1 problemi in Polonia senza l'apertu ra di colloqui tra 11 potere e la società. Slamo pronti a ogni forma di lotta e di pressione per costringere il potere a negoziare con la direzione di Solidarietà guidata da Lech Walesa». Come base per un negoziato vengono prese le 'tesi» preparate dal 'Consiglio sociale» del primate, e si pongono come condizione prioritaria per l'apertura di discussioni la liberazione di tutti gli internati e i condannati. La dichiarazione sulle forme e l metodi di lotta invita a concentrare gli sforzi su tre punti: i comitati d'aiuto sociale per le vittime della repressione, i gruppi di discussione 'Solidarietà», che «riuniscono 1 militanti di vari ambienti e hanno l'incarico di elaborare la tattica del sindacato», e infine la stampa. Una terza dichiarazione afferma che se 'Solidarietà» verrà messa fuori legge, i quattro dirigenti sindacali «non esiteranno a rivolgere un appello allo sciopero generale e alla difesa attiva delle fabbriche». Infine un 'appello» viene rivolto perché il 13 dì ogni mese sia dichiarato «giornata di protesta contro la violenza e l'illegalità», e che il 13 maggio in tutte le fabbriche si interrompa il lavoro per un 'ora. Bernard Guetta Copyright Le Monde e per l'Italia La Stampa Jamzelski visto da Le vi r. e

Persone citate: Bujak, Jaruzelski, Lech Walesa, Malinowski