Begin: non lasceremo la Cisgiordania «Tratteremo soltanto a Gerusalemme » di Giorgio Romano

Begin: non lasceremo la Cisgiordania «Tratteremo soltanto a Gerusalemme » Dopo il ritiro dal Sinai, si inasprisce la posizione israeliana sui territori occupati Begin: non lasceremo la Cisgiordania «Tratteremo soltanto a Gerusalemme » NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — Il premier israeliano Begin, nel suo messaggio alle famiglie dei caduti In guerra, in occasione del 34° anniversario della proclamazione dello Stato di Israele, ha dichiarato fra l'altro: •Israele vive! Gerusalemme è la nostra eterna capitale indivisibile: la città è una e tale rimarrà per sempre. La parte occidentale di Erez Israel non sarà mai più divisa. Possiamo vivere con i nostri vicini arabi in pace e nel reciproco rispetto, ma non ci sarà mai più una ridivisione della parte occidentale della terra di Israele. Autonomia per gli abitanti arabi della Giudea, Samaria e del distretto di Gaza: si — ha aggiunto —; ma uno Stato palestinese in queste aree della terra d'Israele mai, in nessuna circostanza. Così garantiremo al nostro popolo sicurezza e pace — che non debbono essere confuse luna con l'altra — e vivremo in pace e con dignità». Analoghi concetti ha fatto ripetere dai suoi più stretti collaboratori, da Sharon a Shamir, a Arldor, a Ehrllch, a Burg. Facendo sua la proposta del ministro dell'Educazione di far decretare per legge che nessun insediamento potrà mai più essere distrutto, Begin ha suggerito — prima che la cosa sia proposta alla Keneseth — di far accettare que- 'sto principio dal Fronte del lavoro per mostrare che questo è un punto sul quale esiste in Israele unanimità di consensi. Annunciando per domani un Incontro con Shlmon Perez. Begin ha rinnovato anche l'offerta di un governo di unità nazionale, in cui 1 laborlsti avrebbero un numero di ministeri uguale a quello del Llkud (otto), e ha annunciato che non esclude di affidare al laborlstl anche 11 ministero della Difesa. Sebbene sia difficile stabilire la portata della mossa (cercare di dividere 11 Maarach su una questione delicata, predisporsi un alibi nel caso si giunga ugualmente alle elezioni anticipate, convincere 1 partiti religiosi a non avanzare troppe pretese, far capire a Sharon che nessuno è Indispensabile) la prima reazione del leaders laborlstl, non senza qualche eccezione, è stata negativa. Ancor prima dell'incontro Begin-Perez, hanno affermato che una dichiarazione che precisi che nessun insediamento sarà mai più smantellato è In contrasto con la piattaforma del partito, la quale prevede un compromesso territoriale in Cisgiordania. Un altro tema affrontato da Begin è stato quello del negoziati sull'autonomia, «che debbono essere tenuti a Gerusalemme, anche se i nostri amici egiziani per ora si mostrano riluttanti». Tuttavia, negli ambienti bene informati di Gerusalemme si ritiene che ci sia in proposito già un accordo di principio (di cui si farebbe latore 11 sottosegretario Stoessel, ripartito ieri per gli Stati Uniti) sul rilancio del negoziato. Begin ha anche detto che l'Olp non ha risposto al recente attacco aereo contro le sue basi «perché gli Stati Uniti le hanno fatto capire che le rappresaglie israeliane sarebbero state durissime. In caso di attacchi contro i nostri villaggi della Galilea, Israele potrebbe penetrare nel Libano per annientare le infrastrutture delle organizzazioni terroristiche. E quanto alla Siria, deve sapere che se osasse disturbare i nostri voli di ricognizione sul Libano, distruggeremmo i suoi missili sulla Bekaa». In fase di distensione con l'America (che ha promesso a Israele altri 11 aerei «F-15» per un valore di 510 milioni di dollari e all'Egitto 300 missili terra-aria «Sldewinder» valutati 34 milioni), 11 governo ha tributato un omaggio particolare a Walter Stoessel e al suo vice Morris Draper, «che han no letteralmente lavorato giorno e notte nelle ultime settimane». Giorgio Romano