«Londra attaccherà entra 48 are» dice all'Osa il ministra argentina di Ennio Caretto

«Londra attaccherà entra 48 are» dice all'Osa il ministra argentina DRAMMATICO DIBATTITO A WASHINGTON, MA SI SPERA ANCORA NELLA TRATTATIVA «Londra attaccherà entra 48 are» dice all'Osa il ministra argentina Buenos Aires ha rinunciato a chiedere ai partners americani sanzioni economiche e aiuti militari contro la Gran Bretagna - Il suo rappresentante ha ricevuto applausi quando ha parlato «a nome di tutti gli anticolonialisti» Fredda accoglienza al discorso di Haig - Adesso sembra più probabile la mediazione delle Nazioni Unite DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — L'Argentina ha rinunciato a chiedere all'Osa, l'Organizzazione degli Stati americani, sanzioni economiche \e aiuti militari contro-l'Inghilterra. Una risoluzione assai più moderata nel tono e nel contenuto è all'esame dell'Assemblea: i suoi tratti salienti sono un appello alla tregua, un inrito al segretario generale dell'Onu De Cuellar a sostituirsi ad Haig nella mediazione, e una proposta di negoziati «sul diritto di sovranità dell'Argentina e la tutela degli interessi della popolazione delle Falkland». E' probabile che il dibattito, incominciato a Washington nel pomeriggio, notte inoltra-, ta in Italia, porti a numerose modifiche della risoluzione. Ma appare chiaro che l'Osa vuole agire nella disputa da pacificatore, e non alimentare le tensioni. Il dibattito si svolge nel più profondo allarme per una dichiarazione del delegato argentino Costa Méndez. «Il mio governo — ha detto Costa Méndez dopo aver chiesto il permesso di fare una comunicazione urgente — è stato informato che l'Inghilterra attaccherà le nostre truppe sulle Falkland entro 24 o 48 ore». Costa Méndez non ha voluto precisare da chi fosse giunta l'informazione. Si ritiene che la fonte sia sovietica: l'Vrss segue coi satelliti artificiali e gli aerei spia i movimenti della task force britannica e li comunica a Galtieri e alla sua giunta. «E' necessario che approviamo subito una risoluzione ». ha insistito Costa Méndez. «La crisi si aggrava e il tempo stringe». Per l'Argentina, la scelta dell'Organizzazione degli Stati americani — che peraltro potrebbe cambiare in modo drammatico, ad esempio se l'Inghilterra attaccasse — rappresenta insieme una mezza sconfitta e una mezza vittoria. Rappresenta una mezza sconfitta perché il regime mi Htare non è riuscito a ottenere il consenso sperato per una prova di forza: e una mezza vittoria perché vi è stata, d'altro canto, l'affermazione delle sue istanze sulle isole. Per gli Stati Uniti, la scelta ha il sapore di un riconoscimento, ma anche di un rimbrotto. Di un riconoscimento, perché l'Osa prende atto che la posizione Usa è la più equa: di un rimbrotto, perché tende a sottrarre ad Haig la funzione mediatrice. L'irritazione del governo di Buenos Aires nei confronti della superpotenza, e il sospetto di altri Paesi americani che essa sia favorevole all'Inghilterra, hanno trovato conferma in due episodi. Nel primo, il generale Galtieri ha rifiutato di ricevere una terza volta Haig: ha fatto sapere al segretario di Stato, che desiderava incontrarlo ancora, di preferire che conferisse col ministro degli Esteri argentino Costa Méndez nell'ambito dell'Osa. Nel secondo episodio, il discorso di Haig all'Organizzazione degli Stati americani è stato accolto da un gelido silenzio: al contrario, l'assemblea è esplosa in un applauso emotivo quando ha finito di parlare «a nome di tutti gli anticolonialisti». Costa Mendez. L'appello alla moderazione e all'Onu è maturato tra il po- I ' ndscmFast«bnhsSlmdtuSgasmvlsds I meriggio di lunedì e la matti' nata di ieri, quando non solo i Paesi di lingua inglese dell'Osa, ma anche alcuni di lingua spagnola, innanzitutto il Brasile e il Cile, si sono dimostrati contrari ad appoggiare con un embargo o militarmente Galtieri e la sua giunta. Il regolamento dell'Osa prescrive che le risoluzioni siano approvate con la maggioranza dei due terzi, ma su 21 membri l'Argentina poteva contare solo sull'appoggio dì 11. Costa Mendez ha perciò evitato di invocare il trattato di reciproca difesa di Rio de Janeiro Haig, sereno ma fermo pur nel fallimento della sua mediazione, ha tenuto un discorso cristallino. Ha ricordato che il primo a ricorrere illegalmente alla forza nelle Falkand «è stato un Paese americano». Ha esortato l'Assemblea a non invocare il trattato di Rio de Janeiro «che nelle circostanze sarebbe inappropriato». «Il cammino più sicuro verso la pace — ha detto — è additato dalla risoluzione 502 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu del 3 aprile. Esso contempla il ritiro immediato delle forze argentine dalle Isole, la cessazione di tutte le ostilità e la ricerca di un accordo negoziale». Gli Stati Uniti, ha concluso il segretario di Stato, s'impegnano a raddoppiare gli sforzi. Le sue parole finali sono state di monito: «La situazione è gravissima: esistono Paesi come l'Urss che sarebbero felici di strumentalizzarla». Il silenzio dell'Assemblea al discorso ha indicato che per almeno metà dell'Osa la missione Usa dovrebbe venire abbandonata. Ennio Caretto Buenos Aires. Gran folla davanti al palazzo del governo ha inneggiato alle truppe argentine che hanno difeso le isole Soulh Georgia contro l'attacco dei soldati britannici (Telefoto Ap)