II banchiere svizzero ottimista di Vittorio Gorresio

II banchiere svizzero ottimista LE SORPRESE DI «MUBA», LA FIERA CAMPIONARIA DI BASILEA II banchiere svizzero ottimista Secondo la Commissione di ricerche economiche, per la Confederazione è scoccata l'ora della crescita zero - Ma l'industria chimica ha aumentato del 12,4 per cento le esportazioni - Prosperano la compagnia aerea di bandiera e persino le Poste Intanto il presidente della Banca Nazionale lancia appelli ai giornalisti: «Un po' meno pessimismo» - E suscita polemiche DAL N08TRO INVIATO SPECIALE BASILEA — Finiti gli anni delle vacche grasse? Sono stati quelli dal '50 al 73, quando il prodotto lordo interno reale in Svizzera aumentava regolarmente di oltre il 4 per cento annuo. Dal 1974 al 76 si ebbe una flessione piuttosto grave, e poi nel 1980 un balzo in avanti del 4,4 per cento fece credere a una ripresa risolutiva. Ma giusto l'anno subito dopo (1981) l'aumento si ridusse a un poco meno dell'I per cento, e per il 1982 addirittura si prevede che l'indice andrà sotto segnando un calo dell'I fi rispetto alle cifre àeU'81. La «Commissione federale di ricerche economiche» così è arrivata alla conclusione che nel settennio 75-'81 la crescita annuale media è stata di un modesto 2 per cento, e die da oggi sembra scoccata l'ora della crescita zero. Ma indizi e sintomi non sono tutti negativi. Sabato scorso 17 aprile è stata inaugurata a Basilea la sessantaseiesima «Muba» (Fiera campionaria svizzera) estesa su un'area di 190 mila metri quadrati, con 3041 espositori, 28 mostre speciali, undici stand di Paesi ufficialmen¬ te ospiti in rappresentanza del mondo intero (Egitto, Senegal, Sri Lanka, Kong' Kong, Filippine, Cina, Bulgaria, Polonia, Cecoslovacchia, Finlandia, Norvegia). Ovviamente la Svizzera tiene, ad affermare che la «Muba»; pure innalzando sempre ben visibile lo stemma rossocrociato in segno di fedeltà alla propria denominazione d'origine, da anni è ormai orientata a una sempre più larga apertura internazionale. Notizie e idee Per darne la prova, il direttore generale della Fiera, Frédérlc P. Balthard, conversando con i giornalisti stranieri suol invitati lascia cadere qualche notizia sensazionale: «Tutti 1 Paesi occidentali tranne la Svizzera hanno registrato nel 1981 rispetto all'80 un calo nel loro scambi con l'Iran, per i ben noti motivi di ordine politico interno a quel Paese, noialtri Invece, e qui la voce del direttore generale si fa squillante, abbiamo leggermente aumentato le nostre forniture che nel 1981 hanno raggiunto 464,4 milioni di franchi contro i 463.7 milioni dell'anno prece- dente, e i 368 milioni del 1979». Una breve pausa precede l'inversione di tono, che si fa dolente: «Purtroppo, anche in Iran la vendita del nostri orologi è fortemente diminuita in seguito alle restrizioni che limitano le Importazioni di prodotti di lusso. Per contro, e a questo punto il tono del direttore generale della Fiera torna ad avere la bella sicurezza patriottica dell'esordio, il settore chimico e soprattutto farmaceutico è riuscito a consolidare la sua posizione eminente nelle nostre esportazioni verso l'Iran». E non soltanto verso l'Iran. A considerare l'espansione di questo settore, c'è da registrare che in generale la Svizzera ha aumentato nel 1981 le sue esportazioni del 12,4 per cento. L'anno prima l'incremento era stato del 7,5 per cento, e quindi è da concludere che se l'orologeria va male la chimica va bene e è un compenso non disprezzabile. Difatti il giorno dell'inaugurazione della Fiera di Basilea, noi giornalisti siamo stati invitati a non diffondere notizie o a fare apprezzamenti con tendenza al pessimismo. «Intendiamoci bene, ci ha detto il presidente della Banca Nazionale Svizzera Fritz Leutwiler, con l'aria di improvvisare una conferenza stampa, ma in realtà esprimendosi in maniera più che mai meditata, io non intendo dire che 1 mass media hanno 11 compito di manipolare il cittadino, il quale del resto se ne accorgerebbe subito anche perché in nessun Paese come in Svizzera egli stesso è chiamato a partecipare direttamente alla definizione della politica economica. Ma un po' più di fiducia e un poco meno di pessimismo non guasterebbe, signori miei, anzi cosi si renderebbe un buon servigio all'economia». C'era, in queste parole, il lamento eterno di tutti i potentati di qualunque Paese nei confronti dei giornalisti per il modo in cui usano fare il loro, mestiere, cioè di testa loro e invocando sempre dignità e libertà. Ma quel giorno alla «Muba» c'era anche il presidente della Federazione svizzera dei giornalisti, Enrico Morresi, che al presidente' della Banca Nazionale seppe'1 rispondere benissimo. «I rapporti fra la Banca e la stampa sono abbastanza tesi, lo riconosco, lo ammetto. Ma è inevitabile che sia cosi perché se l'economia è un potere, la stampa è per sua natura un contropotere. Però abbiamo bisogno di una maggiore chiarezza e di una più ampia informazione da parte dei padroni del vapore economico-finanziario, se si vuole evitare che 11 giornalista commetta errori involontariamente. Ma che nessuno cerchi di strumentalizzarci, e si ricordino tutti che un ufficio stampa, anche quello di una banca, anche quello della Banca Nazionale non è .un ufficio pubblicitario». Questo era il punto da centrare, Leutwiler si è sentito toccato, ma ha sorriso, mentre Morresi proseguiva sempre più baldanzoso. I «Il rispetto della /competenza propria di ciascun Interlocutore, 11 diritto delle redazioni a non subire alcuna forma di pressione da parte dei detentori del potere economico e politico è quindi 11 punto essenziale. H contrasto fra il potere e la stampa in quanto Ubero contropotere 6' un fatto normale della vita, ma non per questo si può mancare di tener d'occhio il pericolo mortale che ci minaccia sul fondo. E' perciò necessario che le notizie e le idee siano divulgate senza soggezione reverenziale e senza tener conto delle etichette, ma nella convinzione che un giornalismo libero che ottenga la fiducia del suoi lettori e dei suoi ascoltatori è utile anche al governanti». Questo breve intermezzo sui problemi dell'informazione può aiutare a capire alcuni aspetti della realtà Svizzera di oggi. ■E per esempio un fatto nuovo è la schermaglia ad armi pari tra la Banca e la stampa, evento che solo pochi anni fa, quando la Banca si limitava a possedere o ispirare i mass media, sarebbe stato inimmaginabile. E' anche molto notevole che sia stata la «Muba» il luogo prescelto per l'incontro-scontro, perché la «Muba* è l'occasione annuale di bilanci che vanno oltre la congiuntura campionaria o l'export-import, per estendersi a una valutazione complessiva dello stato di salute della Confederazione tanto a livello pubblico quanto privato. Esso quest'anno è buono, nettamente, e si ritiene che possa ulteriormente migliorare solo che si riesca a dar coraggio ai cittadini (e in primo luogo gli operatori economici di ogni ordine e grado). Insomma è in corso una operazione fiducia, ed è normale, anzi logico, ovvio, che si faccia ricorso al buon volere della stampa: un po' più di fiducia e un poco meno di pessimismo renderebbero un buon servigio all'economia, ha ammonito Leutwiler. La raccomandazione viene da un banchiere, ma non per questo è lecito considerarla come un gioco di speculazione al rialzo. Meno deficit Sta di fatto che gli indici dello stato di salute della Svizzera sono sostanzialmente positivi. Per cominciare dal bilancio federale, cioè dal vertice determinante l'andamento degli affari, il consuntivo per il 1981 è risultato più favorevole del preventivo. Era scontato un certo deficit, ma al momento di tirare le somme esso è risultato di un miliardo di franchi in meno (il franco svizzero vale aWincirca 700 lire). Come il bilancio federale, così il bilancio dei Cantoni ha mostrato la stessa tendenza: tanto a Ginevra quanto a Bellinzona (Canton Ticino) i deficit di bilancio sono risultati inferiori al previsto, e di qui sui giornali, titoli squillanti vittoria: « Una bella sorpresa! Inferiore al previsto il disavanzo del Canton Ticino! Risulta che il disavanzo di esercizio è di 65 milioni di franchi, invece dei quasi novanta preventivati l'estate scorsa». «Ridotto di un miliardo il deficit consuntivo 1981 della Confederazione». «Il disavanzo federale conferma la ripresa dell'economia svizzera». Quasi per civetteria, framezzo a tanti titoli euforici ì quotidiani in questi ultimi giorni hanno informato che invece la Chiesa nazionale protestante di Ginevra nel suo bilancio è andata in rosso per 890 mila franchi. Non è cosa di gran rilievo e comunque a riscontro della Chiesa nazionale protestante di Ginevra, a Zurigo la Migros, che è una grande catena di supermercati e stazioni di benzina, capace anche di influenze politico-elettorali, attraversa una fase di straordinaria fortuna, come ci è stato documentato nel corso di una conferenza stampa tenuta la scorsa settimana nella sede centrale della Limmatplatz a Zurigo: «Il fatturato del nostro gruppo durante il 1981 ha raggiunto gli 8 miliardi 906 milioni di franchi con un aumento del 6,8 per cento. Il cash flow è passato da 373 a 396 milioni, sviluppandosi quindi con un tosso leggermente Inferiore a quello dell'incremento del fatturato». Ma c'è di meglio. Se la Migros va a gonfie vele, ancora più sensazionale è la riuscita 1981 della Swissair, compagnia aerea di bandiera: duecento giornalisti di tutto il mondo si sono sentiti dire l'altro giorno, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Berna, che per la prima volta da undici anni in qua Swissair ha registrato un guadagno sulle rotte del Nord Atlantico. Realizzando un utile netto di esercizio di 54 milioni di franchi e ancora c'è di meglio. C'è che l'azienda Posta, Telegrafi e Telefoni ha chiuso i suoi bilanci con un attivo di circa 333 milioni di franchi, e vale a dire 62 più di quanto indicava il preventivo. Uno sciopero Ma il bello è che il personale postelegrafonico svizzero invece di scioperare o di pretendere aumenti salariali ha contribuito alla realizzazione di risparmi per l'ammontare complessivo di 152.090 franchi: «Le proposte dei nostri dipendenti riguardano principalmente risparmi di ore lavorative e di energia. Metodi più razionali di lavoro, maggiore sicurezza di esercizio e miglioramenti nel servizio della clientela. Per ovvie ragioni, i risparmi più cospicui si hanno nel settore tecnico dei servizi e delle telecomunicazioni, ma anche un buon numero di proposte provenienti dal settore postale ha dato ottimi risultati». E adesso qualche notizia breve, per finire: durante l'anno '82 il tasso d'inflazione scenderà al 4 per cento, era del 7fi in settembre 1981 e del 5fi nello scorso febbraio. E' il capo della sezione economica della Banca Nazionale, Kurt Schiltknecht, che ne ha dato l'annuncio in televisione sei sere fa; altra notizia di un certo peso: rispetto al febbraio 1981 nel febbraio del 1982 il deficit della bilancia commerciale risultava diminuito di 415 milioni, vale a dire del 52,9 per cento. E ancora una notizia degna di attenzione, che riferisco più in esteso parendomi che possa servire di conclusione a tutto il discorso fatto sinora: durante il 1981, leggo in un rapporto dell'Ufficio di statistica (Ufiaml), la Svizzera ha registrato un solo sciopero, e precisamente «quello dei 15 spazzacamini di Neuchatel, che hanno interrotto 11 lavoro per una giornata. Nelle statistiche internazionali la Svizzera si trova dunque con quindici giornate di sciopero. Il progresso rispetto al 1980 è notevole. In quell'anno vi furono maggiori tensioni, in particolare nelle arti grafiche e si contarono 5718 giornate di sciopero». Su questo, e senza commentare, passo e chiudo. Vittorio Gorresio

Persone citate: Bellinzona, Enrico Morresi, Fritz Leutwiler, Kurt Schiltknecht, Morresi