La leggenda di Tre Dita

La leggenda di Tre Dita La leggenda di Tre Dita Lo chiamavano Frank Tre Dita perette gliene mancavano due, l'anulare e il mignolo sinistri. Ma di questo non voleva parlare. Si raccontava, comunque, die le dita le aveva perse in un «incidente sul lavoro» negli Stati Uniti. Gli erano rimaste infilate nello sportello di una cassaforte e aveva dovuto mozzarle con un coltello prima cìte arrivasse la polizia. Nato in Sicilia, a Partinico, nel 1900, Francesco Paolo Coppola emigrò clandestinamente in America a 26 anni perché, diceva sema molta convinzione, perseguitato dal podestà fascista. In realtà, per evitare un provvedimento di soggiorno obbligato. Dapprima manovale, poi venditore di frutta e verdura a Detroit, sali gradatamente la scala dell'organiszazione mafiosa, fino a giungere ai vertici del potere. Cosa che Coppola ha sempre negato. Ha sempre sostenuto che gli hanno appiccicato l'etichetta di gangster perdié preso di mira senza alcuna ragione dalla polizia federale. Diceva: «Innocente sono. Soltanto una volta sono stato condannato In America, giustamente, perché non ho pagato una contravvenzione per un poco di whisky che mi avevano trovato In casa durante 11 proibizionismo. Trenta giorni di prigione». Eppure, secondo gli esperti, è stato uno dei principali boss mafiosi della vecchia generazione. Il senatore Edward Me Lellan, in un rapporto all'Ufficio narcotici, ha scritto dì lui: «E' dotato di tre grandi qualità che contano nell'organizzazione criminale: Incredibile capacità di silenzio, enorme prudenza, infallibile bravura nello scegliere sempre, in ogni occasione, l'uomo adatto». Arrivò in Italia nel 1948. Volontariamente, sosteneva Coppola. Gli americani, invece, assicuravano di averlo espulso perché .(indesiderabile». Ma, secondo altri, dovette fuggire dagli Stati Uniti perché sospettato dell'omicidio di Charles Binaggio, capomafia di Kansas City. Le «verità» su Frank Tre Dita sono sempre state molte, e lui non era tipo da lasciarsi andare a confidenze o da scrivere una sincera autobiografia. Rientrato in Italia, investì tutti i dollari portati dall'America nell'acquisto di 50 ettari di terreno pressoché desolato a Tor Sun Lorenzo, una quarantina di chilometri da Roma. Una bella villa e una piccola corte di amici fidati, per trent'annt Frank Coppola visse a Tor San Lorenzo, apparentemente occupandosi soltanto dì affari puliti. Un ometto alto un metro e mezzo, che pesava una quarantina di chili, con occhiali da miope, che parlava (pochissimo) soltanto in dialetto siciliano e ancìie molto stretto. La sua prudenza, e anche la sua astuzia, non gli evitarono guai. Accuse di traffico di stupefacenti e di associazione per delinquere. Qualche processo a Palermo, a Catanzaro, a Roma: sempre assolto per insufflcenza di prove. Una condanna a due anni e mezzo dal tri bunale di Trapani per traffico di eroina. Complessivamente, l'anziano boss mafioso è stato in prigione sì e no cinque anni. Il «piccolo zar», lo aveva soprannominato il questore Angelo Mangano, che fu sempre il suo più tenace avversario. La sera del 5 aprile 1973, a Roma, un killer ferì con cinque rivoltellate Mangano die rincasava. Frank Tre Dita fu accusato di avere organizzato l'agguato, ina al processo di Firenze venne assolto. Ricco (nel 1965 risultava proprietario, oltre della tenu ta, di 750 appartamenti), in buoni rapporti con tutti l boss tpcclcmaolsoiei«lpnddcgv mafiosi, compreso Luciano Ligglo, Frank Coppola era sempre tenuto d'occhio dalla squadra narcotici. Che lo arrestò nel marzo 1980. Ma dopo tre mesi ottenne la libertà provvisoria per le precarie condizioni di salute. Entrò cella clinica «Città di Aprllia», dove rimase anche successivamente a un provvedimento del tribunale che lo aveva assegnato al soggiorno obbligato a Carpi, in quanto la popolazione di quella città si oppose. Ancora un arresto, ordinato dal giudice De Cesare. Ma invece che in carcere, Frank Coppola andò in clinica, sorvegliato da carabinieri, per grave enfisema polmonare e altri malanni. Il suo difensore, avvocato Giuseppe Madia, chiese al giudice istruttore di ordinare una visita medica fiscale sulle condizioni di Coppola, sollecitando inoltre di voler concedere al «moribondo» la libertà provvisoria. Frank Coppola detto Tre Dita era davvero alla fine della sua lunga storia di boss, in gran parte misteriosa. ^ Ci