Oggi la Cee esprime a Pym cauti dubbi sulle sanzioni di Renato Proni

Oggi la Cee esprime a Pym cauti dubbi sulle sanzioni Oggi la Cee esprime a Pym cauti dubbi sulle sanzioni DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Al Lussemburgo, i ministri degli Esteri della Cee, presente l'inglese Francis Pym, avranno oggi uno scambio di opinioni confidenziale sugli sviluppi del conflitto (non dichiarato ma in atto) tra l'Inghilterra e l'Argentina sulle Isole Falkland, o Malvine. La Comunità europea resta solidale con il Regno Unito perché non vuole che sia premiata l'aggressione, ma a Bruxelles si nota qualche esitazione di fronte ai r'schi dì un confronto armato più esteso. Dieci giorni fa, i governi comunitari hanno imposto 1'«embargo» commerciale nei confronti dell'Argentina, nonostante la bilancia degli scambi sia favorevole all'Europa (3000 miliardi di lire di esportazioni contro 2300 miliardi di lire di importazioni) e i legami culturali che uniscono certi Paesi, l'Italia innanzitutto, al popolo argentino. Le sanzioni della Cee resteranno in vigore per altri venti giorni, poi scadranno se non saranno rinnovate. Il rinnovo dell'«embargo» europeo contro l'Argentina dipenderà dalla valutazione politica sull'evoluzione del conflitto. Tra l'altro, i Paesi latino-americani hanno cominciato a protestare presso la Cee per le sanzioni: il Venezuela, ove si trova una rappresentanza diplomatica comunitaria, ha già minacciato di recidere i rapporti con la Commissione europea. Oggi, i ministri degli Esteri devono anche affrontare la spinosa questione della restituzione di parte del contributi britannici al bilancio comunitario. L'Inghilterra chiede soldi alla Cee e i suol partners, soprattutto la Francia, non sono disposti a fare concessioni. Da questa disputa potrebbe uscire indebolita la solidarietà europea verso il Regno Unito sulle Falkland. Il ministro degli Esteri tedesco Hans Dietrich Genscher ha fatto sapere che sarà meglio accertarsi in mattinata, prima di cominciare il negoziato vero e proprio, che esistano le premesse per una soluzione. Il settimanale inglese «Sunday Telegraph» ha scritto che «questa è la prima guerra alla quale, in un certo senso, par¬ tecipa tutta la Comunità europea». Negli ambienti della Cee, questa singolare teoria non è affatto condivisa, perché si crede ancora nella possibilità di evitare uno scontro militare su larga scala tra Londra e Buenos Aires. Negli ambienti comunitari, si osserva che anche le sanzioni europee contro l'Argentina non saranno determinanti per «mettere in ginocchio» il regime argentino, se gli Stati Uniti non faranno altrettanto, un'ipotesi per ora Irrealistica visto che Washington continuerà a fare opera di mediazione tra i due Paesi coinvolti nel conflitto. L'Argentina ha bisogno di reperire novemila miliardi di. lire a Wall Street per ripagare gl'interessi generati dai debiti esterni calcolati in quasi 40 mila miliardi di lire. In Argentina la disoccupazione è pari al 13 per cento della forza lavorativa, l'inflazione quest'anno si aggirerà attorno al 200 per cento e il «deficit» della bilancia del pagamenti raggiungerà il miliardo di dollari. Sul piano politico, è improbabile che la Cee prenda altre misure che spingano l'Argentina ad associarsi più strettamente con l'Unione Sovietica. Si fa notare che una bruciante umiliazione militare e politica per il regime argentino potrebbe allentare i legami di Buenos Aires con il mondo occidentale, anche se l'Urss non è un'alternativa valida, dato che sta comperando il grano argentino a credito. Renato Proni

Persone citate: Francis Pym, Hans Dietrich