Forse cinquemila i messicani vittime del vulcano Chinchonal

Forse cinquemila i messicani vittime del vulcano Chinchonal E' avvenuto all'inizio del mese, già recuperati oltre 500 corpi Forse cinquemila i messicani vittime del vulcano Chinchonal E' una delle più gravi sciagure nella storia del continente americano - Distrutti 17 villaggi, 150 mila feriti - I soccorsi ritardati dalle scosse continue, quattrocento al giorno DALLA REDAZIONE DI NEW YORK NEW YORK — Le squadre di soccorso hanno scoperto ai piedi del vulcano Chinchonal, nel Messico sud orientale, i cadaveri di 37 soldati, che subito dopo l'eruzione dell'inizio di aprile erano stati mandati alla ricerca delle vittime. I cadaveri si trovavano presso il villaggio di Francisco Leen, uno dei 17 distrutti dalla spaventosa colata di lava o dalle ceneri infuocate. Sale cosi a 150 il numero dei morti ritrovati domenica, e a 55 circa il totale dei corpi recuperati nelle ultime due settimane. Questo conferma che l'eruzione è stata una delle più gravi della storia del continente americano; è certo che ha provocato 150 mila tra feriti, ustionati, contusi e si teine che abbia fatto oltre 5000 morti. Perché i dati conclusivi siano conosciuti occorreranno ancora alcune settimane. Le operazioni di soccorso sono ritardate da scosse continue, anche 400 al giorno, che fanno temere altre eruzioni, come accadde a Mount St. Helen, negli Stati Uniti, nel maggio dell'80. In secondo luogo, le pendici del vulcano non possono essere raggiunte neppure con gli elicotteri, che non hanno dove atterrare, a causa della lava. La regione circostante è stata tremendamente danneggiata e le comunicazioni e i trasporti sono difficili. Secondo un portavoce del governo messicano, in un raggio di 13 chilometri ai piedi del Chinchonal «non è rimasto più in piedi niente». Due milioni di persone sarebbero già state costrette ad abbandona¬ re le loro case, o lo sarebbero presto. Secondo la Nasa, che ha compiuto uno studio della immensa nuvola di cenere e detriti provocata dal vulcano, Questa eruzione potrebbe essere la più grave della storia del Messico. L'ente spaziale americano l'ha paragonata a quella di Krakatau, nelle isole indonesiane, nel 1883. Il Krakatau, alto 800 metri, precipitò a 200 metri sotto il livello del mare. L'enorme onda da esso provocata uccise 36 mila persone nelle vicine Giava e Sumatra. Per quanto riguarda il Chinchonal, si sospetta che le ceneri insieme con pietre e lava siano state scagliate a oltre 10 mila metri di altezza: la nuvola attualmente si aggira a oltre 20 mila metri, è lunga 200 chilometri e ha uno spessore mai registrato in occasioni precedenti. Sette anni fa, un altro vulcano, il Colima, esplose in Messico, lanciando le ceneri fino a 4 mila metri di altezza, ma la Nasa non ritiene i due casi paragonabili. Il Chinchonal sorge in un'area impervia abiiuta da campesinos, con scarse strutture mediche e assistenziali; le opere di soccorso sono perciò state affidate alle forze arma- te. Secondo i superstiti, l'eruzione è avvenuta di notte cogliendo la popolazione nel sonno, ed è stata seguita da numerose altre minori. La scossa è stata avvertita a oltre 300 chilometri di distanza, e una pioggia di cenere ha coperto le città più vicine. Sono occorsi tre giorni per raggiungere il primo dei villaggi sepolti dalla lava. Il presidente messicano dichiarò allora la zona disastrata, stanziando un'ingente somma per gli aiuti. Gli stessi specialisti statunitensi che sorvegliarono Mount St. Helen dopo l'eruzione del maggio dell'80 si trovano ora a Pichucalco, il principale centro urbano. Se dovesse avere luogo un'altra eruzione, l'intera area sarebbe subito evacuata. Il governo ha steso intorno al Chinchonal una cintura di sicurezza, impedendo l'accesso ai giornalisti; ai familiari dei morti e dei dispersi, e ai curiosi. Le poche notizie sono fornite perciò dai militari e dagli infermieri che fanno la spola tra Pichucalco e il vulcano.

Persone citate: Francisco Leen

Luoghi citati: Messico, New York, Stati Uniti