Israele ha deciso 7 nuovi insediamenti nel Golan e negli altri territori occupati di Giorgio Romano

Israele ha deciso 7 nuovi insediamenti nel Golan e negli altri territori occupati Il governo insiste: la restituzione del Sinai non significa arrendevolezza Israele ha deciso 7 nuovi insediamenti nel Golan e negli altri territori occupati Il ministro della Cultura propone una legge per vietare lo smantellamento delle «colonie» - Domani, per la prima volta nella storia, aperte al pubblico le fabbriche di armi - Reazioni contrastanti al discorso di Mubarak NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE o o TEL AVIV — «La bandiera egiziana sventola di nuovo su tutto il Sinai»; cosi vari quotidiani israeliani titolavano ieri 1 loro editoriali, notando che il trapasso dei poteri si è svolto ovunque con la massima semplicità e 11 minimo di cerimonie, proprio come Israele aveva chiesto all'Egitto. Nonostante l'amarezza dell'ora, gli israeliani hanno tirato un sospiro di sollievo quando hanno saputo che la ritirata si è compiuta senza gravi incidenti e soprattutto senza spargimento di sangue. Una ventina di persone sono state arrestate per violenze e offese all'esercito, ma il governo ha approvato a maggioranza la proposta di Begin di liberare tutti gli arrestati e di non perseguirli nonostante il parere contrarlo del Procuratore generale della Repubblica, Itzhak Zarnir. C'è, da parte del governo, la volontà di mostrare che la restituzione del Sinai significa desiderio di pace ma non arrendevolezza. In questo senso sono significativi l'intervista del premier al settimanale cairota Mayo e l'atteggiamento di vari ministri. Quello della Difesa Sharon in un messaggio alle truppe ha sostenuto domenica che «Israele è giunta al limite estremo delle concessioni... ed ora dobbiamo occuparci a incrementare e consolidare i nostri insediamenti sulle alture del Golan, in Giudea, Samaria e nel distretto di Gaza». Questa dichiarazione è stata molto criticata dal Movimento «Shalom Achshav» (La pace adesso) che ha notato come questi propositi non facilitino la ripresa del negoziati per l'autonomia e il ristabilimento dell'ordine nei territori occupati, dove anche ieri ci sono stati incidenti con feriti, soprattutto a Jevln, a Ramallah, El Blreh, Nablus, Tulkarem, e nel campi profughi di Khalandia e Jabalya, dove è stato imposto 11 coprifuoco, Quasi per confermare le parole di Sharon, il-Comitato ministeriale per gli insediamenti ha approvato il progetto di sette nuovi centri di colonizzazione nel territori occupati, oltre ad altri tre in Galilea e nel Neghev. Quelli nei territori occupati sono cosi distribuiti: uno nel Golan, cinque in Cisgiordania (Elkana C e D, Yakir B, Ganei Modi'i e Nahalei E) e uno, Neot Adumim, nella regione di Gaza. A questa decisione si riallaccia indirettamente una proposta di legge del ministro della Cultura Hammer, che chiede il divieto di smantellare qualsiasi insediamento Come dicevamo, c'è 11 desiderio effettivo nei principali esponenti del governo di mostrarsi fermi e di far vedere che Israele continua a parlare da una posizione di forza e di prestigio. E' probabile che tutti 1 discorsi che saranno te nuti per il trentaquattresimo anniversario dell'lndlpendenza — che comincia questa sera al tramonto, dopo la giornata odierna dedicata alla commemorazione dei Caduti di tutte le guerre — saranno Imperniati su questo tema. In tale spirito si annuncia anche che domani saranno aperti al pubblico numerosi campi militari e centri di addestramento nonché alcune delle fabbriche dove si producono aerei e armi destinati alla difesa di Israele: è la prima volta nella storia del Paese. cdmsaccsmvcsmi quasi per assicurare che 11 governo veglia. A Gerusalemme si è seguito con particolare attenzione 11 discorso che il presidente egiziano Mubarak ha tenuto ieri mattina al Parlamento egiziano riunito In sessione straordinaria per solennizzare 11 completo ritorno del Sinai sotto la sua sovranità. Si è constatato con compiacimento che Mubarak ha confermato la ripresa delle conversazioni sull'autonomia, pur notando che l'accenno al recenti avvenimenti nel territori occupati non era privo di qualche ambiguità; non è piaciuto nemmeno il riferimento alla Inquietudine egiziana per la continuazione degli insediamenti. Ha sorpreso gli israeliani soprattutto il riferimento a Taba, la località presso Eilat dove sembrava si fosse trovata una soluzione di compromesso, tanto che la radio aveva annunciato ieri mattina che era stato firmato a Gerusalemme un accordo. Si tratta di un'area contestata, 700 metri a Sud di Eilat. dove gli israeliani stanno completando un grande albergo e un centro turistico e che, in base a mappe diverse da quelle egiziane, ritengono debba restare in territorio Israeliano, mentre al Cairo si sostiene il contrario. Le parole del presidente egiziano, il quale ha affermato che l'Egitto non farà nessuna concessione territoriale, sono state una doccia fredda, ma si spera ancora che sarà trovato un compromeso. Giorgio Romano Sharm el Sheikh. Sotto la bandiera egiziana appena issata, il governatore del Sinai meridionale, al centro, assiste all'accensione d'una fiamma con una torcia portata da staffette a piedi dal Cairo

Persone citate: Begin, Golan, Hammer, Itzhak Zarnir, Mayo, Mubarak