I toscani a Napoli temono una trappola
I toscani a Napoli temono una trappola I toscani a Napoli temono una trappola L'allenatore partenopeo Marchesi promette una gara d'attacco, ma De Sisti si aspetta il contropiede avversario - Oraziani in forse, Bertoni irritato dalle voci di cessione DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — Mille motivi e tutti veri arricchiscono questa vigilia di Napoli-Fiorentina: il sogno di scudetto, la Coppa Uefa, i dubbi di Marchési e 1 problemi di De Slsti, il prestigio e persino la vendetta,, ricordando l'incontro di andata e la sconfitta immeritata del Napoli. Gli ingredienti ci sono ma il cocktail è fiacco. Il pubblico napoletano non sente richiami speciali. Venerdì sera la prevendita dei biglietti era un fiasco, appena 59 milioni, ieri siamo arrivati a 140 con un discreto balzo in avanti che tuttavia non lascia prevedere il pienone. L'anno scorso, tanto per fare un esempio, la partita con la Juventus (più o meno stessa situazione in classifica, stessa tensione al risultato) aveva acceso ben altri entusiasmi: alla vigilia erano stati incassati 250 milioni, le cifre non hanno bisogno di commento. Eppure oggi al San Paolo la posta è alta. Gli obiettivi di Fiorentina e Napoli si scontrano, le loro strade s'incro- ciano. Ed è quasi un ingorgo se si pensa che, insieme. Fiorentina e Napoli vanno ad incrociare Juventus e Inter dando luogo a strane alleanze di un giorno: la Fiorentina tifa Inter e 11 Napoli Juventus, in un certo senso si può dire che metà partita sarà giocata al San Paolo e l'altra metà al Comunale di Torino. Rino Marchesi, che sta col cuore a Napoli e la mente altrove (o viceversa), ha spiegato i contenuti della partita con una calma forse sospetta: «Dobbiamo vincere e dunque attaccare, non abbiamo alternative. Il nostro calendario è il peggiore e vogliamo la Coppa Uefa. La disposisione tattica, dunque, non sarà l'unico motivo della sfida». De Slsti, sull'altro fronte, ha commentato con sorridente Ironia: «Mi aspetto dei tranelli, tra- nelli tattici: Marchesi è furbo e sta preparando qualcosa, vedrò di non farmi prendere in contropiede». Ha detto proprio cosi, accentuando il doppio senso della frase perché questa storia del contropiede, dal punto di vista tattico, sembra essere la chiave di tutto: ognuno cercherà di attirare l'altro In avanti per colpire di rimessa, sarà anche un gioco di pazienza, di nervi, forse di noia per lo spettatore. Del resto, De Slsti non ha fatto misteri: a questo punto conta solo il risultato, chi se ne frega di divertire la gente. L'allenatore della Fiorentina, tranelli di Marchesi a parte, ha due problemi: la spalla dolorante di Graziani e il morale ferito di Bertoni. Il centravanti non è sicuro di giocare, anzi è probabile che non giochi affatto lasciando via libera allo scalpitante Monelli. « Dipende solo da lui —ha. detto De Slsti all'arrivo — ma non mi pare per niente convinto. Fate una cosa: andate a chiedergli, così so come regolarmi». Risposta di Oraziani: «Vorrei giocare, ma dipende dalla spalla». , Secondo problema: l'argentino Bertoni. L'attaccante ieri mattina ha letto 1 giornali che lo danno In partenza. In pullman non ha aperto bocca, si è perfino rifiutato di giocare a carte, brutto segno. De Sisti se l'è covato con gli occhi, ha raccolto qualche confidenza vagante, insomma ha fiutato l'aria: «Ora dovrò prenderlo da parte e fargli un bel discorsetto. Mica storielle ma la verità, la pura verità. Ho bisogno di Bertoni al massimo, specie se mi manca il Grasiani. E poi la Fiorentina non intende assolutamente cederlo, Carlo Coscia
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