Genova, il porto è in difficoltà i clienti cercano altri imbarchi

Genova, il porto è in difficoltà i clienti cercano altri imbarchi In campo mondiale lo scalo è sceso al 30° posto nel settore containers Genova, il porto è in difficoltà i clienti cercano altri imbarchi GENOVA — Un esempio a caso, che è sotto gli occhi dei genovesi. Uno stabilimento di laterizi di Bolzaneto. appena qualche chilometro distante dal porto, serve i suoi clienti nel Sud e nelle isole imbarcando a Livorno. Nonostante i lunghi viaggi degli autocarri, spende meno. Porto di Genova all'ultima spiaggia? E' una frase che ricorre continuamente di fronte alle cifre in rosso, alla perdita di utenze tradizionali, alle divisioni che si accentuano fra tutti i «soggetti portuali». Se ne è discusso anche in consiglio comunale dove però nessun progetto concreto per soluzioni a breve tempo è emerso nel contenzioso fra i partiti. C'è stato anche un intervento del sindaco Fulvio Cerofolini. socialista, il quale ha cercato di frenare il pessimismo dilagante, affermando che il porto concentra ancora il 15 per cento dell'intero traffico italiano ed ha un fatturato annuale di 2.500 miliardi. Il porto affonda? La domanda si è insinuata anche nella «conferenza» tenuta nei giorni scorsi dalla «Compagnia unica lavoratori merci varie» (Culmv) che gestisce il lavoro fra navi e banchine. Alcune cifre: nel trimestre gennaio-marzo 1982, si sono avute 28 mila giornate lavorative in meno; Genova è scesa al trentesimo posto nel mondo nel settore dei containers (preceduta, nel Mediterraneo, anche da Livorno): se a Trieste per un certo lavoro è sufficiente una «squadra» di 17 la- voratori, la stessa «squadra» a Genova ne impiega 27. Alle alte tariffe («insostenibili», afferma l'associazione spedizionieri), si aggiungono le ulteriori perdite derivanti dai lunghi tempi di attesa cui sono costrette le navi e per l'insufficienza di una rete stradale per l'inoltro dei carichi nell'entroterra. -Le colpe e i possibili rimedi», potrebbe essere il titolo delia conferenza stampa tenuta martedì da Giovanni Agosti, responsabile della Culmv, sceso in campo a respingere le accuse — provenienti da molti settori dell'economia genovese — secondo le quali la grossa zavorra che blocca 11 rilancio sarebbe costituita dall'organico troppo folto della «compagnia», che ha 5600 dipendenti. E — si aggiunge — in gran parte dall'istituto del salario garantito che offre paga completa a fronte di 10-11 giornate mediamente lavorate ogni mese. Giovanni Agosti. 59 anni, comunista, è «console» dal 1966, erede di un ruolo che risale alle corporazioni di arti e mestieri. Il suo mandato scade a maggio. Ha vissuto le profonde trasformazioni avvenute in porto, dove le nuove tecnologie (soprattutto containers e traghetti) hanno avuto un effetto dirompente sull'antica e immobile società portuale. Dice Agosti: -Se il pòrto di Genova è lento e caro, le cause sono molte. E' assurdo scaricare una crisi che è internazionale (per la prima volta, Rotterdam ha avuto un arresto nel suo sviluppo) sui lavoratori del porto. Bisogna dire invece che la trasformazione del lavoro, dai sacchi portati in spalla all'intervento dei mezzi meccanizzati, è avvenuta sulla nostra pelle, ed è stata traumatizzante. Ai primi del 1964, la Culmv aveva 8.060 dipendenti che ora si sono ridotti di quasi un terzo, con una caduta di giornate lavorative da un milione e 850 mila a 636mila». E' possibile un ulteriore sfoltimento per adeguare le tariffe? n console Agosti ritiene di si, a patto però che tutti gli altri soggetti interessati (consorzio del porto, autotrasportatori, spedizionieri) iac ciano la loro parte. Ma su da una parte è recepita l'esigenza di tagli nell'organico del laIvoro, il porto di Genova ha problemi di ringiovanimento: oggi l'età media del portuale genovese è di 46 anni. La Culmiv invita tutti gli operatori a discutere sul personale, ma anche a concordare una tariffa base, competitiva e che, soprattutto, non sia soggetta a continui rincari durante 11 «percorso», come ora avviene. _ „

Persone citate: Agosti, Fulvio Cerofolini, Giovanni Agosti