Nella cella di Cutolo anche un capo Br per trattare la liberazione di Cirillo?

Nella cella di Cutolo anche un capo Br per trattare la liberazione di Cirillo? Il terrorista sarebbe stato trasferito nel carcere marchigiano per favorire l'incontro Nella cella di Cutolo anche un capo Br per trattare la liberazione di Cirillo? La procura romana sta indagando sull'ultima sconcertante novità che riguarda le visite al capo della camorra - Drammatico interrogatorio del colonnello Belmonte del Sismi: si è contraddetto, è stato ammonito due volte dal magistrato - Ascoltati anche i due direttori del penitenziario di Ascoli: «Le visite erano regolari, autorizzate» - Restano oscuri i retroscena della vicenda ROMA — L'ultima novità, ammesso che sia davvero l'ultima, dice che la cella di Raffaele Cutolo. in quelle ottantotto giornate del sequestro Cirillo, è stata proprio affollata. Camorristi fedeli e magari latitanti, servizi segreti chissà se autorizzati, aragoste e caviale ogni giorno, quindici quotidiani tutte le mattine, un sindaco democristiano, e per finire almeno un capo delle Brigate rosse. E' questa l'ultima novità nelle quattro inchieste sulla vicenda Cirillo-Unità: indagano a Roma, indaga l'ufficio istruzione di Napoli, indaga la procura di Ascoli, ha indagato il ministero di Grazia e Giustizia. Almeno un brigatista nel carcere di Ascoli Piceno. Un trasferimento, o forse più d'uno, sul quale la magistratura romana vuole veder chiaro. Uno o più brigatisti, in quei giorni difficili, avrebbero lasciato il carcere speciale di Palmi per arrivare a quello di Marino del Tronto, a pochi metri dalla cella di Raffaele Cutolo. Perché? Quale motivo? A Roma il sostituto procuratore Antonio Marini sembra aver messo da parte Marina Maresca e Luigi Rotondi. Pare intenzionato a capire i retroscena del carcere marchigiano. Visite a Cutolo? Ormai non c'è dubbio. Autorizzate da chi? E' questo il vero interrogativo. Quella di ieri, al palazzo di giustizia, è stata una giornata di vai e vieni. Interrogatori da mattina a sera testimoni che contano e hanno rischiato l'arresto, altri ammoniti più volte. E' il caso del tenente colonnello Belmonte, ufficiale del Sismi. Lui ha avuto l'ordine di contattare Raffaele Cutolo. è stato convocato, si è contraddetto, voci grosse dalla stanza di Marini, clima teso. Domanda: per entrare nel carcere di Ascoli bisogna lasciare il nome nel registro. Perché dai registri .rnancanq nómi, sono stati cancellati male, sono stati manoméssi, non si può aver la certezza che tutto sia andato liscio? Indagano anche ad Ascoli Piceno. Mario Mandrelli. procuratore capo, è magistrato di poche parole. «Ho fatto sequestrare i registri-, si è limitato a dire. Anche lui vuol capire e scoprire. Se visite e trasferimenti sono stati autorizzati, chi li ha autorizzati e perché? Mandrelli lascia cadere la domanda, risponde invece il so¬ stituto procuratore Marini. E risponde con una domanda troppo retorica: «E se l'ordine fosse partito da chi mi compete?-. Come dire: e se l'ordine fosse partito da Roma? Per Marini, interrogatori fino a tarda sera, nel suo ufficio al quarto piano di palazzo di giustizia. Primo a esser convocato era stato Franco Paolicelli. vicecapo dell'ufficio ispettivo del ministero di Grazia e Giù-1 stizia il funzionario che ha indagato sulle stranezze nel carcere di Ascoli Piceno e nella cella di Cutolo. Paolicelli ha consegnato a Marini una copia della sua relazione, già in¬ viata ai magistrati napoletani. Una relazione che si è rivelata quasi un atto d'accusa, che chiamerebbe in causa chi ha avuto responsabilità di dl- rezione nel carcere di Ascoli durante 11 sequestro Cirillo: cioè Cosimo Giordano e Sandro Cutllll, il primo direttore titolare, 11 secondo direttore prò-tempore. Giordano e Cutllll sono stati interrogati mattina e pomerìggio. Visite strane nel carcere di Cutolo? Se cosi davvero fosse, se cosi non hanno denunciato i due direttori, ecco pronte le incriminazioni: omissioni di atti d'ufficio? Falso in atto pubblico? «Io ho la coscienza tranquilla», ha assicurato, teso, Cosimo Giordano. Era appena uscito dalla stanza di Marini a disposizione, in attesa dell'esito dell'al¬ tro Interrogatorio. «Le visite, erano au tortura te». Interrogatori anche per il funzionarlo del Slsde, questore Vincenzo Parisi, e l'ufficiale del SLsmi, tenente colonnello Belmonte. «Nella mia qualità di coordinatore di divisioni del Sisde — ha detto Parisi — ho riferito tutte le circostame già rese note agli organi competenti: Belmonte non ha detto nulla: 11 suo interrogatorio è stato a volte drammatico, a volte incerto, sempre con l'incubo dell'incriminazione. Belmonte conosce molti retroscena il giudice Marini ha insistito a lungo. Due ammonizioni e poi l'ha congedato. Quindi, i due direttori di Ascoli Piceno, le altre domande, gli altri misteri. Marina Maresca e Luigi Rotondi, la prima nel carcere di Rebibbia l'altro nel carcere di Regina Coeli, aspettano Il nuovo interrogatorio. Forse l'ultimo, per la giornalista Maresca Intanto, dalle ammissioni del singolare personaggio che ha incastrato Maresca potrebbero nascere nuove tracce per arrivare a capire chi può aver ideato la macchinazione ai danni del ministro Scotti, del sottosegretario Patriarca e del quotidiano comunista. Giovanni Cerniti

Luoghi citati: Ascoli Piceno, Napoli, Palmi, Roma