L'onda pacifista scuole i reaganauti di Ennio Caretto

L'onda pacifista scuole i reaganauti Milioni di americani contrari al riarmo nucleare, il governo «assediato» come ai tempi del Vietnam L'onda pacifista scuole i reaganauti La punta dì organizza Il Mi MI 111 li UTvli t'-v^ te del movimento antiatomico è «Punto zero», fondato da un ex funzionario del Consiglio di sicurezza nazionale - Da una settimana, ioni in 700 dttà - Nella sua scia, riemergono fermenti rimasti sopiti durante le elezioni » In prima fila, religiosi, studenti e scienziati DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Da una set-i Umana, il governo Reagan ha in corso una campagna propagandistica senza précédenti a favore del riarmo atomico. In un discorso alla radio, improntato alle «chiacchierate accanto al caminetto» di Roosevelt, il Presidente ha respinto l'idea di una immediata moratoria degli arsenali nucleari, affermando che sarà possibile solo quando gli Stati Uniti ristabiliranno la parità strategica con l'Urss. Parlando al Foreign CounciL il ministro della Difesa Weinberger ha parimenti escluso che la superpotenza possa rinunciare al -primo colpo» (first strìke), all'uso cioè della bomba atomica contro armi convenzionali, sostenendo che la rinuncia consegnerebbe l'Europa Occidentale in ostaggio all'Urss. In un'intervista all'agenzia di stampa Associated Press, il direttore dell'Agenzia del Disarmo, Rostow, ha insistito che l'America si sta adoprando per la distensione, e in estate avvieni negoziati sulla riduzione dei missili intercontinentali «in parallelo» a quelli di Ginevra sugli euromissili. Tutti e tre hanno ribadito due argomentazioni di fondo: se gli Stati Uniti non si riarmassero, l'Urss rifiuterebbe di negoziare: anziché diminuire, il pericolo dell'olocausto nucleare in tal caso aumente^ rebbe. Dietro questa campagna, si nasconde l'allarme per l'ondata pacifista e antimilitarista che viene scuotendo la superpotenza. A poco a poco, il governo Reagan rischia di trovarsi sotto assedio, come .accadde a quello Nixon per il Vietnam e la Cambogia 10-12 anni fa. Un numero crescente di americani scende nelle piazze e nelle strade per protestare contro il riarmo atomico. Best-sellers sono libri antinucleari, come The Fate of the Earth. «Il destino della terra», di Jonathan Schell, della celeberrima rivista New Yorkér, divenuto una specie di Bibbia. Tengono conferenze sugli orrori dell'olocausto anche «saggi» ed ex propugnatori della superiorità strategica Usa quali Robert McNamara, l'ex ragazzo prodigio delle nuove frontiere Ice «mediane. U movimento, che dilaga come una macchia d'olio, arriva alla persona del Presidente tramite visitatori occasionali. Destò scalpore, ad esempio, il colloquio del preside della Facoltà di Medicina dell'Università di Harvard, Howard Hiatt, con il capo dello Stato. Ricordando a Reagan l'attentato di un anno fa, da cui si salvò grazie al reparto emergenza della clinica di George town, a Washington, Hiatt ha detto: «Quel giorno, quel reparto avrebbe potuto salvare al massimo altre quattro vite. Ma se una bomba atomica colpisse la capitale, una bomba di un solo megatone, le persone da curare sarebbero 800 mila». In qualche modo, la Casa Bianca avverte il ritorno del clima degli Anni Sessanta. Ma la situazione le appare più grave. Allora, a suo parere, era in gioco il futuro di una parte dell'Asia: oggi lo è quello delle democrazie occidentali. Capisce l'orrore di un conflitto atomico, ma è convinta — a ragione, a torto? — che nella strategia deU'Urss rientri l'ipotesi di una limitazione geografica del conflitto, all'Europa Occidentale per essere precisi: e soprattutto, rientri la certezza della vitto¬ ria finale del comunismo, per «la forza della storia». L'ondata antinucleare l'ha trovata impreparata. Hanno suscitato la sua ira film come L'ultima epidemia {The last Epidemie), Bulle malattie e la fulminea decadenza di una società postatomica; e la recrudescenza dell'opposizione di coloro che coltivano discipline nucleari, come Hans Bethe della Cornell University, che rammenta la rivolta del colleghi dopo Hiroshima, su cui, sottolinea, •cadde solo una bomba da 15 Idiofoni: Ancora una volta, pensano i reganlani, l'America sembra tesa a danneggiare se stessa. La mobilitazione della Casa Bianca e del governo per arginare la pubblica protesta è stata imposta di fatto da «Ground Zero», punto zero, la punta di diamante del pacifisti Usa. «Ground Zero» è 11 termine delle forze armate che indica il punto di esplosione della bomba atomica. U suo fondatore è un ex funzionario del Consiglio di Sicurezza Nazionale, l'organo di controllo delle crisi, Roger Molander. Autore di un libro assai discusso, La guerra nucleare: che cosa ti aspetta, Molander ha fondato questo gruppo nell'80, dopo aver assistito al rifiuto del Congresso di ratificare il Salt 2, firmato da Carter e da Breznev, ossia il patto sulla limitazione delle armi strategiche. Sabato scorso ha datò inizio alla «Settimana delle dimostrazioni», coinvolgendo circa 700 città tutte quelle in cui ha aperto una federazione, e tra 20 e 22 milioni di elettori. Di fronte al consenso sollevato da «Ground Zero», il partito repubblicano si è sentito tremare. Come ha osservato il New York Times, il movimento contro 11 riarmo atomico potrebbe distruggere Reagan, come quello contro la guerra del Vietnam distrusse Johnson. Nell'exploit di «Punto Zero», che ha riportato gli Stati Uniti agli anni delle contestazione, Bono riemersi fermenti sociali e politici rimasti sopiti durante le elezioni. Sebbene più contenuta di quella europea, l'ansia degli americani è cresciuta nell'ultimo biennio. Le prime avvisaglie risalgono all'inizio dell'81, quando nel Vermont, lo Stato - bastione delle libertà civili, 18 città si pronunciarono per il disarmo nucleare. Un anno più tardi, il loro numero negli Stati del Nord-Est, la Nuova Inghilterra, è salito a 309. In California, sono state raccolte 800 mila firme per un referendum a novembre, che potrebbe mettere il governo in drammatiche difficoltà. Si è infiammato anche il Congresso. I senatori Kennedy e Hatfield, seguiti da circa 170 colleghi, hanno cooptato 11 credo di «Ground Zero» e proposto .la moratoria immediata e la 'rinuncia al «primo colpo». {Persino il senatore Jackson, un falco simile a Welnsberger, «è saltato sul treno In corsa», suggerendo che le su-, perpotenze adottino i due cri-1 teri. L'aspetto forse più significativo del fenomeno è che, come accadde per 11 Vietnam, le Chiese si sono messe all'avan' guardia del movimento. Circa ! 70 vescovi cattolici hanno invocato la condanna delle armi di distruzione di massa del Concilio Vaticano U. Quello di Amarillo, dove il Pentagono ha stabilimenti nucleari, ha chiesto agli operai di dimettersi. Quello di Seattle ha consigliato ai cittadini di non pagare metà delle tasse. Le analogie più precise con 1 grandi movimenti di 10-15 anni fa vengono dal «colleges» universitari: 335 hanno aderito alla «Settimana» di «Punto Zero», e si preparano a votare «un Presidente pacifista» nel 19«4. La rivista Newsweek, individua almeno venti gruppi nazionali antinucleari, capeggiati, oltre che dai religiosi e dagli studenti, dagli scienzatl, in particolare medici. Essa osserva che questi gruppi raccolgono gli americani più impegnati, e che il loro peso non può più essere ignorato. Ennio Caretto