«Condivido l'indignazione dc» di Lietta Tornabuoni

«Condivido l'indignazione dc» «Condivido l'indignazione dc» (Segue dalla l'pagina) Io mi auguro che ciò che hanno annunciato dl voler dire aiuti a chiarire i troppi misteri». —E gli si può credere? «Con la chiara consapevolezza di dover fare su ogni parola gli accertamenti d'obbligo. A me pare che sinora la conduzione del processo da parte della corte e del suo prc sidente sia stata saggia: può garantire che ciascun imputato dica tutto ciò che serve alla verità senza subire pressioni e senza che il tribunale subisca ricatti». — Quali ricatti? E le pressioni sugli imputati, da dove? Dai coimputati o da altri, dall'esterno o dall'Interno delle gabbie? «Fondamentalmente, dall'interno delle gabbie. Insomma: hai dl fronte un nemico diviso, su posizioni diverse; se vuoi vincere, devi lavorare su queste fratture, impedire che si ricompongano. Se la differenziazione tra i vari tipi di imputati viene salvaguardata dalla loro diversa collocazione nelle gabbie, la sicurezza è garantita, si impediscono dichiarazioni prefabbricate, si fa in modo che chi vuole parlare parli dicendo ciò che vuole lui e non ciò che altri gli impongono di dire. Ma non ho certo intenzione di dar consigli: queste cose, i titolari del processo le sanno molto meglio di me». — In un'intervista a «La Stampa», il ministro socialista Formica.ha definito «partito omicida» Il gruppo dl forze politiche; comunisti compresi, che si oppose ad ogni trattativa per la salvezza della vita di Moro... «Alcuni politici democristiani ne sono stati giustamente indignati, e lo hanno detto. Io condivido la loro protesta. Ma in questo periodo ce ne sono molti, dl ministri con la frizione che slitta». — Il pei crede dl aver nulla da rimproverarsi, ricordando i terribili 55 giorni della vicenda Moro? E lei? «Aver mantenuto una posizione di fermezza ha significato provocare una crisi del terrorismo. Le Br non sono riuscite a legittimarsi come controparte politica né a mettere lo Stato in ginocchio, si sono scisse, hanno perduto quella relativa presa di massa che avevano prima del caso Moro. Il comportamento diverso tenuto dallo Stato durante il sequestro D'Urso ha permesso invece alle Br d'ottenere quanto non avevano ottenuto attraverso Moro: per un anno sono vissute di questa che hanno definito "grande vittoria strategica", hanno riacquistato forza e fatto nuovi proseliti, hanno compiuto molti importanti sequestri, hanno ucciso. La vicenda Cirillo, ancora tutta da chiarire, parrebbe un ulteriore cedimento, l'intrallazzo losco d'un triangolo perverso: Br, camorra, esponenti politici e di settori d'apparati statali. Questi due casi rappresentano la controprova in negativo dl quanto l'atteggiamento di fermezza durante l giorni di Moro fosse giusto, necessario allo Stato. Noi comunisti, e anch'io, non abbiamo niente da rimproverarci». Lietta Tornabuoni

Persone citate: D'urso, Formica, Moro