Spadolini legge una poesia e i ministri fanno la pace di Alberto Rapisarda

Spadolini legge una poesia e i ministri fanno la pace Si è riunito di nuovo il governo, assente Andreatta Spadolini legge una poesia e i ministri fanno la pace Clima di cordialità dopo le polemiche • Il presidente del Consiglio: «Si torna al lavoro, tutto è finito bene» - Approvati molti decreti ROMA — 'Egregi colleghi, eccoci qui di nuovo al lavoro. Tutto è finito bene. Certo, l'altro giorno il governo stava proprio per cadere». Con questa premessa Spadolini ha aperto ieri mattina il primo Consiglio dei ministri dopo i tre giorni di tempesta che stavano per portare alla crisi. I ministri più vicini si sono scambiati pacche sulle spalle, i più lontani sorrisi. Tutto sembrava dimenticato attorno alla tavola rotonda di Palazzo Chigi. L'accusa lanciata dal ministro democristiano Andreatta al psi. di rischiare di correre le vie dell'avventura. La controaccusa alla de. non meno pesante, del ministro socialista Formica il quale ha c'ichiaraio a La Stampa che «il partito della fermezza (per Moro, ndr) ha finito per diventare un partito omicida». Ma in questo mondo politico le occasioni di crisi esplodono improvvise ed altrettanto improvvisamente si acquietano senza spiegazione apparente. Così, gli uomini che sino a 48 ore prima sembravano pronti alla resa dei conti finale, ieri mattina si stringevano la mano e scherzavano come compagni di viaggio scampati a un imminente pericolo. C'erano tutti o quasi attorno al presidente del Consiglio. La delegazione socialista era forte di sette ministri, mentre alla riunione di martedì scorso se ne erano presentati polemicamente solo tre. Mancava per la de Nino Andreatta. Il ministro del Tesoro aveva trovato un buon pretesto per non incontrarsi à faccia a faccia con i socialisti, standosene al banco del governo nell'aula di Montecitorio dove era in discussione il bilancio dello Stato. Un'assenza che ha indubbiamente contribuito a discendere i nervi, in attesa del prossimo scontro previsto per dopo il congresso de. La guerra tra psi e de non è certamente finita. Ministro Formica — chiedevamo al capodelegazione del psi — è stata una riunione tranquilla? ■•Si. oggi tutto tranquillo». Non si fanno quindi più polemiche? • Questo non lo direi. In questa materia non si può ipotecare il fu turo». Comunque, ieri i ministri si sono indaffarati 8 fare approvare una lista di provvedimenti urgenti, che rischiavano di scadere. Ed anche le leg¬ gi e leggine che erano in sospeso e che il clima di smobilitazione che aleggia attorno al governo suggeriva di far approvare al più presto. A due giorni dalla scadenza è stata così completata con sette decreti la riforma, della polizia. Un altro decreto ha reso attuabile la riforma dell'editoria e con decreto sono stati affidati poteri eccezionali al presidente della Cassa del Mezzogiorno per rimettere in funzione l'acquedotto pugliese danneggiato dal terremoto. Con disegno di legge è stato approvato il piano che in dieci | armi dovrebbe sopprimere i passaggi a livello sulle linee delle ferrovie dello Stato. Con un decreto ci si è occupati anche dello stipendio delle suore addette agli ospedali. Le religiose riceveranno quanto vien calcolato come minimo ai fini retributivi per gli operai dello Stato. Colombo ha fatto la sua abituale introduzione di politica estera parlando questa volta della crisi delle isole Falkland-Malvine e invitando Argentina e Gran Bretagna a «dar prova di senso di responsabilità». La riunione si è conclusa in tono scherzoso, con il democristiano Radi, ministro dei Rapporti con il Parlamento, che sintetizzava in versi la situazione politica. Lo stesso Spadolini leggeva la poesiola a chiusura del Consiglio dei ministri: «Il carissimo Pertini ha soccorso Spadolini i che per la testa matta i del signor Nino Andreatta i ha tra i piedi l'insorgenza i di una quinta emergenza /. Ma rientri ogni illusione i chi lo muove Spadolone?». Risata generale e arrivederci al prossimo appuntamento. Alberto Rapisarda

Luoghi citati: Argentina, Gran Bretagna, Roma