Napoli, la morte sulla porta di casa di Francesco Santini
Napoli, la morte sulla porta di casa Saliti a 118 gli uccisi dall'inizio dell'anno; retata dei carabinieri (158 arresti) Napoli, la morte sulla porta di casa DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — Il «computer della morte» è impazzito: nelle ultime 48 ore i killer della mala hanno sbagliato bersaglio due volte, ma la loro determinazione continua a insanguinare l'hinterland partenopeo. In Campania, dall'inizio dell'anno, sono state uccise 138 persone, di cui 118 nel Napoletano. E la strage continua, in una città italiana che, con un ritardo di mezzo secolo, assomiglia sempre più alla Chicago di Al Capone. Giovedì le «sentenze» del racket hanno colpito 11 mondo dell'ippica. Dovevano morire due driver di buon nome. Accanto ai guidatori di Agnano è stato però eliminato anche il proprietario di un piccolo allevamento di cavalli, Luigi Stelo, 54 anni. Il piombo doveva essere riservato solo a Raffaele Sarnataro e ad Antonio Esposito. Ora gli investigatori dichiarano: «La camorra ha sbagliato bersaglio». Un «errore», anche la notte scorsa, nella valle del Sele. Nella guerra dei clan doveva cadere Giovanni Risi, 35 anni, uomo rissoso, incriminato l'anno passato per omicidio, sottoposto a vigilanza speciale. Assieme a Risi, è stato ucciso Antonio Attianese. Pochi spettatori. Un commando a volto scoperto ha affrontato Giovanni Risi. Ai primi colpi, Attianese è fuggito. L'hanno rincorso, sparandogli alle spalle. «Ita testimone scomodo è stato messo a tacere», dicono gli Inquirenti, che la notte scorsa hanno organizzato la più colossale caccia all'uomo mai vista in Campania. Un'operazione di controllo minuziosa, con mille e trecento carabinieri impegnati in un turno estenuante. In cielo gli elicotteri, nelle strade della città i militari con al fianco 1 cani lupo. Hanno chiesto i documenti a 13 mila persone; hanno fermato ottomila automobili e 400 camion. Infine, 158 arresti. Dice l'ufficiale che ha comandato 11 nucleo operativo: «Sono finiti nella rete personaggi di spicco e uomini di mano». Un'ex guardia del corpo di uno sceicco del petrolio è ora in carcere con un ex legionario e un reduce del Vietnam: avevano banconote bulgare falsificate per 40 milioni. «Stiamo cercando di capire — dice il graduato — quali fossero i canali di questo traffico, ma il problema non è di facile soluzione». Su un'autoambulanza rubata, parcheggiata nei pressi del carcere femminile di Pozzuoli, le manette sono scatta- te per due cittadini ungheresi. Edo Estinam. 27 anni, e Iure Horvath. 34. L'autolettiga era stracolma di bibite: le bevande erano state sottratte dal piccolo chiosco che agli scavi archeologici di Cuma disseta 1 turisti. «/ due ungheresi — dice l'ufficiale — sono profughi. Vivevano nel campo di Capua, ma che cosa facevano a Pozzuoli?». A metà strada tra Tangeri e Calcutta, NappU vive questi mesi spietati dì sangue e di orrore senza i tratti oleografici che sempre l'hanno segnata. In queste morti non c'è più nulla della passionalità evocata nelle sceneggiate di Mario Menila e nelle dichiarazioni di fuoco di Pupetta Maresca, la vedova vendicatrice di Pascalone 'e Nola, interrogata più volte per la decapita' zione di Semerari. Pupetta Maresca, ormai non si fa più trovare : vive nella paura. Si è schierata con i clan della «nuova famiglia» e teme la mano vendicatrice del capo della «Nuova camorra organizzata». Con Raffaele Cutolo nel supercarcere dell'Asinara, gli investigatori' partenopei speravano di abbassare la media di un delitto al giorno. Ma il computer della morte è ormai in tilt Se Pupetta Maresca si nasconde, i poliziotti sono riusciti a catturare un'altra signora della camorra: Clra Vollaro, 43 anni, sorella del «califfo». Da quando Luigi Vollaro era stato sorpreso con le sue sedici amanti nella villa di Portici, lo scettro del comando era passato a lei e molti «comparielli» della «nuova famiglia», erano ai ruoi ordini. Nella sua bisca clandestina, il lunedi di Pasqua, furono sorpresi ventitré latitanti. Adesso anche lei è in carcere. «Facciamo il possibile — dice il dottor Del Duca che l'ha catturata —. A Napoli, però, l'abitudine al sangue e al carcere ha addormentato persone per bene e camorristi». Francesco Santini
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