Quattro ministri fanno rapporto sulle inchieste per iscritti P2
Quattro ministri fanno rapporto sulle inchieste per iscritti P2 Bodrato, Colombo, Darida e Formica sentiti dalla commissione parlamentare Quattro ministri fanno rapporto sulle inchieste per iscritti P2 ROMA — Con quattro ministri del governo Spadolini è iniziata la «sfilata» dei politici dinanzi alla commissione parlamentare sulla loggia massonica P2. Rino Formica, Clelio Darida, Guido Bodrato ed Emilio Colombo sono stati ascoltati nel pomeriggio di ieri, a palazzo San Macuto, sul grado di «inquinamento da P2» nel loro dicasteri, sulle inchieste da loro ordinate e sui risultati sinora ottenuti. Dalle loro deposizioni non sono emerse notizie rilevanti. Ministero delle FinanzeLa deposizione del ministro Formica è stata la più lunga. In un'ora e mezzo il responsabile del discastero da cui dipende la Guardia di Finanza, prima leggendo una sua relazione e successivamente rispondendo alle domande dei commissari, ha tracciato un quadro dei presunti illeciti attribuiti a 46 ufficiali della Finanza (di cui 24 in servizio) i cui nomi erano compresi nelle liste di Gelli. L'appartenenza di molti militari alla P2, ha però assicurato 11 ministro, non ha avuto concreta influenza nelle carriere, né nelle vicende interne all'amministrazione, fatta forse una eccezione: la nomina del generale Lo Prete a capo di stato maggiore. Entrambi apparsi nelle liste di Gelli, Giudice e Lo Prete furono incriminati anche per lo scandalo del petroli. Indiziati nella stessa inchiesta furono anche altri due «piduisti», il colonnello Tris olmi all'epoca aiutante di Giudice, e un altro ufficiale, Gissi, divenuto petroliere dopo essersi messo in congedo nel '70. L'appartenenza di queste quattro persone, ha precisato però Formica, sia alla P2 sia allo scandalo petroli può far solo sospettare che abbiano favorito attività fraudolente. Il ministro ha affermato che sono ancora in corso accertamenti fiscali sulle società di Gelli e, per altri motivi, sul gruppo Rizzoli. Ministero della Giustizia — La prima domanda rivolta a Darida è stata: ha chiesto l'estradizione di Gelli? Il ministro ha risposto affermativamente, informando anche che recentemente Gelli è stato segnalato in Cile. Riferendosi all'episodio della Costa Azzurra e della mancata cat-, tura di Gelli, un commissario ha chiesto: è vero che la Francia non collabora? «Non posso dirlo», ha risposto Darida. Vero è che il governo francese considera il suo territorio come terra di asilo. Più incalzanti le domande sul giudice Mario Marsili, genero di Gelli, il cui nome compare nel fascicolo della procura di Bologna sulla strage dell'Italicus. Quali provvedimenti sono stati presi nei suoi confronti? Marsili, uno dei sedici magistrati i cui nomi sono inclusi negli elenchi di Gelli, è stato trasferito a Perugia. Ministero della Pubblica Istruzione — Il ministro Bodrato ha parlato dei 30 docenti universitari e dei sette rettori rimasti coinvolti nello scandalo P2. Sui primi, ha spiegato, sono in corso accertamenti da parte delle Università di appartenenza. Sui secondi, competente è il ministero che ha aperto una indagine sull'unico rettore ancora in carica (gli altri sei sono ormal in pensione) prosciogliendo il professor Cavallo di Torino. Cavallo, ha detto il ministro si è dichiarato massone sin dal '70, non ha mai avuto alcun rapporto con la loggia di Gelli, né ha mal versato alla P2 quote od altro, come è risultato dall'indagine svolta. Per 1 docenti universitari, tutti sospesi, pendono presso le corti di disciplina ventuno procedimenti. Ministero degli Esteri — Due le domande più importanti rivolte dai commissari al ministro Colombo: la prima, sul passaporto diplomatico di cui Gelli sarebbe titolare; la seconda, sul rifiuto del governo uruguaiano a mettere a disposizione della commissione i documenti sequestrati nella villa di Gelli a Montevideo. «Gelli — ha detto Colombo — non ha mai avuto un passaporto diplomatico italiano, ma solo un tesserino di identità come consigliere di ambasciata argentina». Infine, sulla presunta appartenenza alla P2 del segretario generale, ambasciatore Malfatti di Montetretto. e dell'ambasciatore a Cuba, Porcari, il ministro ha dichiarato che dall'inchiesta amministrativa non è risultato che abbiano fatto parte o chiesto di far parte della loggia massonica di Llcio Gelli.
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