Un «confronto» di sei ore tra Rotondi e fa Maresca

Un «confronto» di sei ore tra Rotondi e fa Maresca D giudice commenta: «E* stato un lavoro molto utile» Un «confronto» di sei ore tra Rotondi e fa Maresca L'imputato avrebbe riconosciuto di aver raccontato «molte frottole)) - II generale Musumeci non andò ad Ascoli - Da un'inchiesta sul carcere di Cutolo sono emersi «elementi suscettibili di valutazione penale» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Più di sei ore di confronto fra Luigi Rotondi e Marina Maresca nel carcere di Regina Coeli. Nessuna indiscrezione, solo il commento, alla fine della lunga giornata, del sostituto procuratore Antonio Marini. «E' stato un lavoro molto utile», ha detto il giudice, lasciando capire di aver acquisito finalmente elementi certi e nuovi. Pare, tra l'altro, che Rotondi abbia ammesso di non aver spiegato alla Maresca che il documento da lui redatto era un clamoroso falso; avrebbe anche detto al giudice di avere, per lungo tempo, raccontato alla cronista un sacco di frottole a proposito della sua presunta appartenenza all'ufficio Affari riservati del ministero dell'Interno. Su un punto, sembra, le versioni dei due imputati sono rimaste in contraddizione: sul nome del generale Musumecl, ex dirigente del Sismi. Rotondi nega di aver mai fatto il nome del dirigente dei Servizi segreti. La Maresca, invece, sostiene il contrario. Musumeci, intanto, ha an- nunciato una querela contro l'Espresso che lo indica come l'ufficiale che si recò nel carcere di Ascoli, dove avvennero, gli incontri fra Cutolo e i «mediatori» del sequestro Cirillo, per cancellare dai registri i nomi dei visitatori «speciali». n giudice Marini interro-, gherà ancora una volta Marina Maresca, dopo di che prenderà una decisione sulla richiesta di libertà provvisoria avanzata dal suo legale. Sono attesi, frattanto, documenti dal Viminale su Rotondi e il suo periodo di detenzione nel carcere di Frosinone. Secondo alcune indiscrezioni Rotondi potrebbe aver avuto un ruolo nella individuazione del «covo» di Ovindoli, per lungo tempo base e rifugio della terrorista nera Francesca Mambro, arrestata un mese fa a Roma durante una rapina. A parlarne al pubblicista di Avellino sarebbe stato il padre di due estremisti di destra, entrambi detenuti. Per favorire la concessione della libertà provvisoria a uno dei figli, e poter riscuotere la taglia di cento milioni fissata per la cattura della Mambro, l'anziano genitore si sarebbe deciso, attraverso Rotondi, ad aiutare gli inquirenti con una «soffiata». Del caso Cirillo è tornato ad occuparsi anche il presidente del Consiglio Spadolini, che ieri ha riunito a Palazzo Chigi i responsabili dei servizi di sicurezza. In un comunicato, emesso a conclusione del vertice, è detto che «il governo non dispone, fino ad ora, di alcun valido elemento tale da inficiare le informazioni che sull'opera dei servizi di sicurezza ebbe a fornire sema reticenze e senza ritardi, nelle varie sedi parlamentari, man mano che venivano acquisite». Sulla regolarità delle visite nel carcere di Ascoli Piceno «il ministero di Grazia e Giustizia — prosegue il comunicato — ha disposto un'inchiesta amministrativa, il cui risultato ha rilevato elementi suscettibili di valutazione penale e disciplinare», e ne ha portato a conoscenza l'autorità giudiziaria.

Luoghi citati: Ascoli Piceno, Avellino, Frosinone, Ovindoli, Roma, Rotondi