La moglie di un terrorista «Non mi lasciano lavorare»
La moglie di un terrorista «Non mi lasciano lavorare» Impiegata al Comune di Livorno La moglie di un terrorista «Non mi lasciano lavorare» LIVORNO — In tempi di lotta all'assenteista c'è anche chi vorrebbe lavorare ma non glielo permettono. Succede al Comune di Livorno, dove unimpiegata di concetto, vincitrice di un regolare concorso, viene sballottata da un ufficio all'altro senza riuscire ad ottenere un compito preciso. Anzi, dove arriva, le dicono che non c'è bisogno di lei. Al centro della vicenda Anna Maria Bernieri, laureanda in legge, la quale, stanca di «scaldare una sedia*, ha denunciato pubblicamente la situazione, dopo avere mandato inutili lettere all'assessore al personale ed al sindaco. Nella storia di Anna Maria Bernieri — va detto — c'è però un retroscena: la giovane donna, già iscritta al pei per il quale era sino all'80 consigliere di quartiere, è moglie separata di un terrorista, Roberto Gemignani del gruppo di Azione rivoluzionaria condannato dall'assise di Livorno e da quella di Milano. Spiega la Bernieri: «Sono perseguitata per il semplice fatto che, pur essendo separata da Roberto Gemignani, ho voluto essergli vicina durante la vicenda giudiziaria, ho voluto cioè esprimergli una' solidarietà ed un affetto, che sono umani ma non certo politici». Da quel momento, sostiene la Bernieri, «sono stata messa sotto accusa nel mio partito; ho dovuto dimettermi. 8ul lavoro sono cominciate le difficoltà. L'attuale capufficio mi dice: "Se lavori tu, me ne vado lo"».
Persone citate: Anna Maria, Anna Maria Bernieri, Roberto Gemignani
Luoghi citati: Comune Di Livorno, Livorno, Milano
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