Resta ancora da risolvere l'aumento delle pensioni di Stefano Lepri

Resta ancora da risolvere l'aumento delle pensioni Resta ancora da risolvere l'aumento delle pensioni ROMA — Alla fine è probabile che le nuove pensioni Inps saranno portate all'80% effettivo dell'ultimo salario (ora sono sul 62-63% in media). Ma se questo sarà deciso con 11 disegno di legge sulle liquidazioni lo si saprà solo giovedì, nuova data fissata per la discussione nell'aula del Senato. I partiti della maggioranza e 11 governo, dopo un giorno e mezzo di riunioni, sono riusciti a mettersi d'accordo su tutti gli aspetti del problema delle liquidazioni, tranne questo. Giovanni Spadolini insiste ancora che l'argomento va affrontato quando si discuterà delle pensioni: il disegno di legge per la riforma delle pensioni, per l'appunto, è «maturo per la discussione in assemblea alla Camera». Ma il compromesso nella maggioranza che si è raggiunto ieri mattina prevede di «approfondire» la questione per poi. se il caso, [presentare un emendamento giovedì. L'emendamento potrebbe contenere sia la norma dell'80%, sia la scala mobile trimestrale. Il ministro del Lavoro. Michele Di Giesi (psdi), e il suo partito, i socialisti e in parte anche i democristiani premono perché l'impegno sulle pensioni sia inserito nel disegno di legge sulle liquidazioni. Cosi facendo si potrebbe avere l'appoggio dell'opposizione comunista, prezioso per superare l'ostruzionismo di radicali e missini. C'è una ragione tecnica per inserire i miglioramenti alle; pensioni nel disegno di legge sulle liquidazioni. Ma è lai stessa ragione per cui il presi- ! dente del Consiglio dice no.! L'aumento di entrate per l'In- j ps, necessario a migliorare le ; pensioni, sarebbe ottenuto sottoponendo le liquidazioni a una trattenuta del 7,8%: è la stessa aliquota di contributi a carico dei lavoratori che gra- j va sui salari lordi. Però questi soldi sarebbero materialmente versati all'Inps, anticipandoli, dai datori di lavoro. Ossia, i datori di lavoro dovrebbero pagare una trattenuta del 7,8% su tutta la massa degli accantonamenti di indennità d'anzianità per tutti i dipendenti, e riavrebbero indietro — grosso modo — solo il 7,8% sulle liquidazioni effettivamente erogate, che è molto meno. In pratica, per le imprese crescerebbe il costo del lavoro, in misura pari a circa lo 0,5% dei salari. Secondo Di Giesi, che ha avuto dei calcoli dagli esperti dngfspj i del ministero, questa trattenuta sarebbe sufficiente a pagare sia le pensioni all'80% effettivo per i nuovi pensionati, sia la scala mobile trimestrale per tutti 1 pensionati, «almeno per i primi quattro anni». Su questi calcoli non c'è pieno accordo nei governo. E comunque la presidenza del Consiglio si preoccupa dell'onere crescente nel tempo che sarebbe scaricato sui bilanci dell'Inps. La democrazia cristiana ha proposto di limitarsi per ora all'80% lasciando stare la scala mobile, per la quale si dovrebbero trovare altre fonti di finanziamento. Dove Spadolini ha avuto successo, è invece sull'indice per rivalutare le liquidazioni nel tempo e sul «Inserimento nel calcolo della contingenza congelata nel 1977. Qui il testo governativo non sarà modificato. Ieri pomeriggio, quando si è di nuovo riunita la commissione Lavoro del Senato, in fin del conti il governo ha presentato un solo emendamento. E' quello che Istituisce il «fondo di garanzia» per pagare le liquidazioni ai dipendenti delle imprese che fanno bancarotta. Sarà finanziato con un contributo dello 0,05% a carico dei datori di lavoro. Dal contributo saranno esentate le imprese che stipulino privatamente contratti di assicurazione con lo stesso j scopo. i Dopo il Senato, che arrive¬ rà al voto entro la fine della settimana prossima, toccherà alla Camera. E qui cresce lo scetticismo fra i parlamentari e gli uomini di governo. Sperano in pochi di farcela entro il termine massimo del 20 maggio: il Parlamento chiuderà per una settimana durante il congresso della de; faranno ostruzionismo i 16 deputati radicali e i missini. Referendum, allora? I datori di lavoro cominciano a pensare che, se la legge sulle liquidazioni viene fuori troppo costosa, tanto vale fare il referendum. «In presenza di una normativa che riducesse il peso dell'istituto liquidazioni — dice il vicedirettore generale della Confindustria, Paolo Annibaldi —sarebbe legittimo un discorso sul miglioramento delle pensioni. Ma questa legge che si sta facendo rivitalizza le liquidazioni, con oneri crescenti nel tempo. Ora, provvedere contemporaneamente a un aumento del costo del sistema pensionistico è una cosa che non sta in piedi. Anche qui gli oneri sono crescenti nel tem po: poi, chi pagherà? Che sen so ha creare nuove aspettative con l'aggancio delle pensioni all'80% del salario, quando i problemi di fondo dell'Inps non sono ancora risolti? Si approfitta di un disegno di legge che deve essere approvato entro tempi stretti per introdurvi normative di altro genere». Stefano Lepri

Persone citate: Di Giesi, Giovanni Spadolini, Paolo Annibaldi

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