Le flotte verso le Falkland Haig ha una carta segreta? di Ennio Caretto
Le flotte verso le Falkland Haig ha una carta segreta? La «task force» lascia Ascensione, navi argentine uscite dai porti Le flotte verso le Falkland Haig ha una carta segreta? Ha consegnato a Galtieri un messaggio di Reagan, dopo una nuova telefonata tra i due presidenti - Washington si chiede se Londra s'accontenta di affondare una nave DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Una leggera schiarita diplomatica, giudicata con maggiore ottimismo a Buenos Aires che a Washington, sembra a portata di mano per Haig al quarto round della sua interminabile odissea. Il segretario di Stato americano ha consegnato al generale Galtieri un messaggio personale del presidente Reagan che, ha riferito un portavoce argentino, è stato accolto favorevolmente. Al tempo stesso, tuttavia, la situazione al «fronte», ossia intorno alle Falkland, pare essersi aggravata. Mentre la flotta da guerra britannica è ancora lontana dalle Isole, quella, argentina si sarebbe avvicinata. Entrambe si dicono pronte allo scontro. Nella tesa vicenda che da ormai due settimane tiene avvinta l'attenzione del mondo si è anche inserito un «giallo» che accentua i timori di un conflitto. Un celebre giornalista di Washington, Jack Anderson, ha reso pubblica la registrazione di una conversazione radiofonica, risedente alla scorsa settimana, tra Reagan alla Casa Bianca e Haig in volo da Buenos Aires a Londra. La conversazione ha avuto due tratti salienti. Uno è stato la disponibilità del Presidente ad apparire «il duro» o «il cattivo» della crisi, pur di imporre «ritegno» al generale Oaltieri o alla signora Thatcher. L'altro tratto è stato la sua domanda se all'Inghilterra basterebbe o no •affondare una nave avversaria» per salvare 11 proprio onore. Dietro le parole di Reagan sembra chiara la convinzione che la crisi possa essere risolta solo dopo uno scontro, almeno simbolico. La schiarita diplomatica innanzitutto. Il contenuto del messaggio personale del Presidente Usa a Oaltieri non è noto. 81 sa soltanto che consta di «nuove Idee» per un compromesso tra Londra e Buenos Aires. Haig ha trascorso con l'ospite mezz'ora «in importanti discussioni; e le ha poi proseguite col ministro degli Esteri argentino Costa Mendez. Secondo un portavoce di Buenos Aires, «un cauto ottimismo è subentrato al cupo pessimismo di due giorni fa*. Ma a Washington, la Casa Bianca ha attimo nlto che «non si è ancora verificata un'apertura vera e propria». «C'è ancora molta strada da compiere», ha detto 11 suo portavoce. Egli ha ag¬ giunto di non sapere se da Buenos Aires Haig tornerà a Washington o andrà a Londra. Se non è noto 11 contenuto del messaggio, lo è Invece 11 suo retroscena. La schiarita è nata da una telefonata di Oaltieri a Reagan giovedì, poco dopo la partenza di Haig. Il generale ha ringraziato 11 Presidente della mediazione, e ha ribadito la propria volontà di pace. Ha espresso la speranza che una delegazione inglese e una argentina {tossano incontrarsi per negoziare. Ma ha aggiunto che gli Stati Uniti, autori di una rivoluzione antlcolonlale due secoli fa, dovevano rendersi conto dei motivi della «liberazione» delle Falkland. La risposta di Reagan è stata distensiva. Il capo di Stato Usa ha sottolineato 11 proprio Impegno per una soluzione pacifica della contesa. «Una guerra sarebbe una tragedia che lascerebbe un'eredità amara», ha sostenuto. E ha invitato Oaltieri a essere 'flessibile e a esercitare il massimo autoncontrollo». Nella telefonata di Oaltieri, preannunciata quando 11 Presidente era ancora a Chicago per un discorso e durata venti minuti, la Casa Bianca ha Ennio Caretto (Continua a pagina 2 in seconda colonna)
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