«Volevo ritirarmi ora penso al Giro»
«Volevo ritirarmi ora penso al Giro» «Volevo ritirarmi ora penso al Giro» SPA — Gomez a Sanremo, Martens nel Giro delle Fiandre, Hoste a Wevelgem, Contini a Liegi, Beccia a Spa. Resta ancora una classica di primavera: chi a Roubalx domenica? Un presunto asso o un altro «Intruso»? Mario Beccia, nato a Troia il 16 agosto 1955, nato ieri al ciclismo «storico», ha precisato: «Io no, non so neppure se domenica corro». Ha insistito per parlare soltanto della Freccia Vallona: «A 80 km dall'arrivo sono caduto, male alla caviglia, volevo ritirarmi, Zandegù mi ha insultato, mi ha rimesso in sella. Ho guardato gli altri, facce brutte. Allora ho preso a tirare un po', si staccavano, erano cotti. Cosi sono rimasto solo con quel norvegese. Al passaggio a livello credevo che tutto fosse finito, poi gli organizzatori hanno fermato quelli che ci avevano raggiunti. Non ho accettato di perdere la volata, lui è scattato ai 500 metri, l'ho inseguito: almeno provo, mi sono detto. L'ho preso, l'ho passato». Felice in maniera piena ma assennata, ha chiarito: «Mi sentivo bene, alla partenza avevo giurato a Zandegù che avrei fatto qualcosa. Non correvo da due settimane, ma io so allenarmi duro. Adesso però non chiedetemi di provare ancora a vincere, devo pensare al Giro e al Tour». Contini ha detto: «Sia chiaro che non abbiamo perso noi, ha vinto Beccia. C'era una marcatura feroce, Hinault stesso, mi marcava. Correrò la Roubalx, si capisce». Saronni era teso, cosciente di avere perduto le corse che più contano (non farà la Roubalx, il pavé non è suo) : «Mi è mancata la squadra, nel finale ero molto solo». g. p. o.
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