Dopo Contini, il giorno di Beccia di Giampaolo Ormezzano

Dopo Contini, il giorno di Beccia Dopo Contini, il giorno di Beccia Seconda clamorosa vittoria italiana in pochi giorni nelle classiche belghe: la Freccia Vallona al piccolo pugliese emigrato in Veneto Ha sorprendentemente battuto in volata il norvegese Wilmann, fuggito con lui a 36 chilometri dal traguardo - E' il più bel successo della carriera del ventisettenne scalatore calvo - Domenica la Parigi-Roubaix SPA — La vittoria di Mario Beccia ieri sul traguardo della Freccia Vallona, da Charleroi a Spa, è stata commovente e imbarazzante. C'era tutta la sana dolce retorica del ciclismo dei peones, tornato di moda, e nelle classiche, quest'anno, c'era il problema di sistemare questo ventisettenne calvo, spelacchiato, piccolo, mite, nella Storia con tanto di maiuscola. Lui stesso non sapeva bene cosa dire. Sconfiggere il pronostico è già fatica enorme, si finisce stremati e diventa difficile trovare esibire un perché, specie se si è visitati da una modestia cronica. Beccia, pugliese che da sempre risiede nel Veneto, ha conquistato ieri una grande corsa, su un percorso difficile, dentro un sole mediterraneo. SI dice che, di tutte le classi¬ che straniere, la Freccia Vallona sia la meglio amica nostra: Camelllni, Coppi, Cerami, Dancelll, Poggiali, Moser, Saronni e adesso Beccia, in volata su Jostein Wilmann, norvegese residente in Belgio presso la famiglia della morosa. Beccia, professionista dal 1977, era specialista in non volate, uno di quelli cioè che o arrivano soli o arrivano ultimi del gruppo. Sinora aveva vinto tre tappe del Giro d'Italia (1977,1979,1981), un Giro della Svizzera (1980), un Giro dell'Emilia (1977). Era celebre per gli scattuccl in salita e per avere mancato di poco — fuga nel finale, Moser che riportò il gruppo su di lui, vittoria di De Vlaeminck — una Milano -Sanremo. Quest'anno farà Giro e Tour: perciò era in voluto ritardo di preparazione Da fine marzo (terzo nel Trofeo Pantalica vinto da Saronni) non correva più. SI allena secondo un bizzarro lnterval-trainlng: una settimana da 200 km al giorno, una di quasi riposo. Lo guida Zandegù, la squadra è la Hoonved. Guadagna sui 40 milioni l'anno. E' sposato, non ha figli. Tiene una fabbrichetta di scarpe che gli ha dato dei fastidi. Ieri fra i 211 al via c'era Saronni, all'ultima occasione di acchiappare una vittoria grossa In una primavera dove 14 suoi successi «piccoli» sembrano adesso non contare nulla. C'era Hlnault con le vertebre rimesse a posto da un mago delle ossa. C'era Contini' che il giorno di Pasqua aveva vinto la Llegi-Bastogne-Llegi. C'erano Knetamann, De Wolf, Willems: ha vinto Beccia. E' andato In fuga con quel Wilmann («Gli chiedevo nel mio francese quanto mancava, mi grugniva addosso, niente dialogo») al km 215, ancora 36 all'arrivo, sulla dodicesima delle 15 salltelle del percorso. Ha preso 30", 40" di vantaggio. A 22 km, cominciando il circuito di Spa, i due avevano 45". In 700 metri di salitella perdevano 25", parevano due polli condannatlsslml. Il gruppone ricordava lo squalo che insegue Paperino che nuota. Poi uscivano Kuiper, Langerljs, Wlynands e Haghedooren, a un passaggio a livello erano su Beccia e Wilmann, fermi mentre passava il trenino: ma per regolamento i quattro dovevano rallentare, restituire i metri maltolti, e cosi Beccia e Wilmann di nuovo soli a meno 10 km. A meno 500 metri Wilmann via per la formalità della volata, Beccia dietro. La fatica faceva si che la strada apparisse in dura salita. Beccia scalatore superava Wilmann e vinceva. I quattro a 14". il gruppo più grosso a 27", con Saronni primo cioè settimo. La corsa, controllata bene da Saronni, Hlnault e Contini, aveva detto poco prima della fuga dei due. Certi Er tveldt e Da Silva erano andati via per 80 km, 5' di vantaggio. Al km 157. sulla rampa di Huy, 19%, attaccuccio di Argentln e Saronni, seguiti da Lubberdlng e Wilmann , poi uno show (2' di vantaggio) di Pascal Simon, in trono al km 200. E sulla salitella chiamata La Reid, ecco Beccia e Wilmann. La faccenda del passaggio a livello è risultata un doping per 1 due. Di solito accade al contrarlo. Ma ieri tutto era capovolto: giornate di simile sole sono rare in Belgio, anche ad agosto. Corse cosi controllate si consegnano di soli to a volate fitte, In cui 1 Beccia spariscono, e ieri il gruppo ha quasi sempre avuto i fuggitivi a portata di vista. L'Incubo della Parigi-Roubaix frena di regola chi deve correrla dopo pochi giorni; il percorso «vallonato» di solito fa una greve selezione naturale, e ieri invece la selezione è stata artificiale e minima, provocata da scatti robottistici, quasi epilettici. Beccia si tatua addosso questa bella vittoria, forse lo spronerà a diventare personaggio: potrebbe ancora, ha gambe secche per scalare bene, ha una calvizie serena e curiosa, è vecchio solo di faccia, comunque non è tipo patetico, che chieda lacrime di gioia. E' un buon professionista. Agli italiani del Belgio che lo ringraziavano ha rilasciato frasi esatte, da lavoratore più che da paesano. Sapeva che c'era attesa per Contini e Saronni, non si è certamente scusato per avere vinto, ma neppure ha emanato proclami. Il ciclismo italiano ha comunque conquistato le due classiche ardennesi: mai accadde, nello stesso anno. E' molto, è bello, e se invece che di Moser e Saronni, parliamo di Contini e Beccia. facciamo soltanto 11 nostro dovere. Giampaolo Ormezzano Con l'open d'Italia Sp'>. La gioia di Beccia sul traguardo della Freccia Vallona