«Oggi è già storia, fra vent'anni sarà un tesoro»

«Oggi è già storia, fra vent'anni sarà un tesoro» «Oggi è già storia, fra vent'anni sarà un tesoro» La Fiat Lingotto, chiusa entro l'anno, potrebbe diventare, secondo il prof. Eugenio Battisti, un'attrazione mondiale: «Ogni macchina è un bene culturale, la catena di montaggio sarà un museo» Entro la fine dell'82 i cancelli della Fiat Lingotto si chiuderanno e sullo stabilimento che vide nascere e costruì una delle auto che già fanno parte della storia industriale, la «Topolino», scenderà il silenzio. Ci si chiede fin d'ora: che farne? Come trasformare, usufruire, riempire, i cinque piani su un fronte di mezzo chilometro e i due corpi paralleli alti 27 metri? •Non deve restare soltanto un luogo di memorie» è stato detto. Altri hanno proposto: «Un insieme di attività per il tempo libero; parti residenziali con servizi annessi; esposizioni e laboratori di ingegneria». Il prof. Eugenio Battisti, professore alla facoltà di Architettura di Milano, presidente dell'Associazione italiana per l'archeologia industriale, professore di ricerca presso la Pennsylvania State University, ha una proposta tutta particolare: punta sul domani, perché l'oggi è già storia. «La notizia die la Fiat Lingotto, entro l'anno, chiude, mi riempie di gioia. Non è odio proletario, ma raffinato piacere estetico. Potrebbe accadere un miracolo per Torino. «Quando l'ultimo operaio, forse l'elettricista capo, sarà uscito, qualcuno chiuderà le porte ed l cancelli a chiave; bisogna fare assolutamente in modo che Il mazzo di chiavi vada perso. Si potrebbe anche disseminare lo stabilimento di diossina o di qualche blanda sostanza radioattiva in modo che degradi lentamente e senza danno per vent'anni. Poi il sindaco con la banda, accompagnato da stuoli di giornalisti di tutto il mondo, in uno show televisivo via satellite, degno della discesa degli astronauti sulla Luna, riaprirà lo stabilimento perduto, attorno a cui nel frattempo saranno nati miti, leggende, canzoni, romanzi dell'orrore e, ovviamente, una pubblicistica economica, sociologica e politica retrospettiva. «E In quel momento, la storia di oggi, che non vediamo In quanto ci viaggiamo den tro, si spiegherà come in un clclorama. Forse ci saranno volontari che chiederanno di lavorare, nelle ore libere, alle catene di montaggio per farsi un'esperienza; l nipoti dei lavoratori di oggi entreranno nelle grandi sale silenziose accompagnati dai nonni; ci sarà un ottimo momento per registrare l loro ricordi e fare una storia orale e sistematica. «Torino diventerà un'attrazione mondiale, assai più piacevole e interessante della Disney land che certamente sarà sorta, nel frattempo, tra Vercelli e Novara, e milioni di turisti vorranno vedere, anzi toccare di propria mano, il più significativo prodotto umano di questo secolo: la grande macchina che fabbricava le automobili. Nel grande contenitore ci sarà posto per musei, biblioteche, filmoteche, archivi (i cui magazzini sono sempre in crescita illimitata). «Per quanto il tono di questo mio Intervento possa apparire scherzoso, esso è terribilmente serio. Comunità utopiche, come quella degli Shakers, sono rimaste intatte perché l'ultimo sopravvìssuto ha chiuso a chiave la porta e nessuno più ci è entrato. Ancora nelle Montagne Rocciose et sono capanne di minatori che conservano il letto e le suppellettili e si guarda dentro queste memorie dell'età dell'oro attraverso l vetri. «Lo spettacolo della Fiat Lingotto sarà senza misura più Interessante. Per un'anticipazione del numero del visitatori basta moltiplicare quelli die già vanno In luoghi dove c'è assai meno da vedere. Inoltre, come è già accaduto a Parma per gli stabilimenti dell'Eridania. abbandonati e purtroppo smantellati, cioè senza più macchine. Il peso industriale è tale da costituire nostalgia, ricordo, desiderio di rientrarci, da parte della popolazione di tutta una città. «Intravedo così, colonne di pullman scolastici, parcìieggi immensi per turisti, una quantità di pubblicazioni e di guide, di storie, ecc.; perché ciò accada, btsogna fare nulla. Chiudere e conservare. E attendere. Notificare, come bene culturale, ogni macchina, ogni strumento, ogni sgabello, persino gli ordini di servizio nelle bacheche. Ed il risultato sarà unico al móndo: un grande stabilimento, antico, da visitare, ed intatto, come per quanto conosco accade solo al Sud dell'Italia In Calabria e In Sicilia dove filande e fabbriche di olio sono state abbandonate, ma con tutte le macchlneintatte. «Torino si merita questo tesoro turistico, questo reddito economico, questa università popolare di storia, di tecnologia, di vita sociale. E' la città che ha fatto di più, forse al mondo, come recupero di strutture industriali e loro riuso. «Ma Torino non ha un museo industriale. Non ha uno stabilimento conservato dove portare figli e nipoti e spiegare: "Cosi si lavorava; cosi si viveva; cosi si pensava; cosi ci si arrabbiava contro i padroni". «Se la Fiat Lingotto sarà chiusa, ermeticamente, in attesa che tutti ne abbiano bisogno per comprendere meglio la propria storia, tutto questo diligente lavoro di preparazione sarà premiato. Torino avrà la "sua" Cappella Sistina del V00..

Persone citate: Disney, Eugenio Battisti