Vecchie valigie, racchette e ombrelli alimentano il mercato dei distratti

Vecchie valigie, racchette e ombrelli alimentano il mercato dei distratti Vecchie valigie, racchette e ombrelli alimentano il mercato dei distratti Consueta (e affollata) asta alle Ferrovie degli oggetti dimenticati sui treni Poche migliaia di lire per un violino, qualche radio di marca sconosciuta, parrucche e mangianastri - Il pezzo forte di ieri: un telescopio in mezzo a chitarre e sacchi a pelo Tremila lire per tre borse con contenuto a sorpresa (calze, una maglietta, asciugamani): «Tremila la prima, tremila la seconda, aggiudicato». La voce del banditore rimbalza roca nel salone di via Sacchi 61 dove si svolge l'asta degli oggetti smarriti sui treni che fanno capo a Torino e delle merci spedite e non ritirate rimaste in deposito forzato nel magazzino delle delle ferrovie. Più che un'asta, scena e pubblico ricordano una tombola formato famiglia: il banditore, rapido e di gentile parlata subalpina sembra declamare numeri che mai formeranno una cinquina giacché tutto si blocca all'ambo, nel senso che le offerte, come le cifre di partenza, fluttuano sul numeri piccoli. Un mini-balon, un orizzonte breve di merce che scatena rapide alzate di mano a colpi di mille lire. Del resto, non ci si deve attendere meraviglie: che si dimentica di solito sul treno? Il giornale, il giallo economico comprato per ingannare le ore. Poi. l'ombrello, qualche borsa, un paio di ciabatte, la macchina fotografica a fuoco fisso, la radiolina o il mangianastri. Non mancano tuttavia i distratti da primato e sono proprio gli oggetti abbandonati da costoro che impreziosiscono la «tombola» di via Sacchi (la prossima asta si terrà a ottobre). Ed ecco esposto un telescopio con treppiede, un violino, un paio di chitarre, due fioretti, una parrucca da Cleopatra ad uso filodrammatico, alcune reti da pesca del tipo proibito. Poi ci sono gli oggetti depositati e mai ritirati dal proprietario: zaini, sacchi a pelo, borse, valigie con dentro un monte di cose personali di seconda mano e storie minime di smemoratezza o disaffezione o chissà che: magari una fuga, lo scatto delle manette, una morte improvvisa, 11 fallimento di un'attività qualunque o semplicemente di una speranza. Infine la merce spedita e non ritirata dal destinatario, ma qui andiamo sul prezioso: splendide partite di giacche a vento, indumenti di lana, tutte da montagna, piumotti di marca, pellicole fotografiche, proiettori. C'è pure un ciclo da mare, nuovissimo. Ancora: fusti di inchiostro tipografico, coppe, trofei, stivali e scarpe, ombrelli e racchette da tennis, palloni da basket e arredi da ping-pong. Tra il pubblico, i clienti abituali che hanno occhio pronto e moneta contante, il giovane che cerca di accaparrarsi il servizio da tè per due, la donna che contende l'impermeabile all'amica. Roba buona e meno buona, tutta a basso costo, un piccolo e vario mercato delle occasioni che si rinnova ad ogni tornata. Non c'è il diamante, né l'oro, ma tutto ciò che si può perdere viaggiando o abbati donare senza troppi rimpianti, p. p. b.

Luoghi citati: Torino