Lavorano il rame e viaggiano in Bmw
Lavorano il rame e viaggiano in Bmw Lavorano il rame e viaggiano in Bmw A Torino vivono oltre 1000 nomadi, il numero reale è difficilmente verificabile, sfugge ad ogni controllo, anche in conseguenza delle continue migrazioni. Il nucleo storicamente più antico è quello dei «sintl», 250 nomadi piemontesi e lombardi, con una attività precisa (sono quasi tutti giostrai) e abitudini radicate. Durante l'estate seguono le feste patronali spostando le loro attrezzature di paese in paese; d'inverno si trasferiscono In città per consentire ai figli di frequentare le scuole. Sono concentrati nella zona del campo in riva al Sangone, in corso Unione Sovietica, Non danno particolari problemi, i carabinieri li definiscono «relativamente tranquilli». I «rom» jugoslavi rappresentano invece il nucleo più consistente: sono probabilmente un miglialo e vivono sparpagliati in diversi accampamenti. Il gruppo più consistente è in corso Ferrara dove, alla fine dell'estate, se ne possono contare anche 500. Vivono su roulotte, dispongono di auto di grossa cilindrata, soprattutto Mercedes e Bmw, alcune nuove di zecca. I «rom» jugoslavi dicono di essere calderai, di lavorare cioè il rame producendo pentole, mestoli, posateria. Terzo ceppo, il più giovane in assoluto e presente in numero apprezzabile a Torino da poco più di un anno, è quello del «koraUane». Originari della Turchia e di religione musulmana, non legano con gli altri gruppi (con i «rom» sono in continuo e aperto dissidio). I •korakané» vengono accusati di essere violenti, di sparare facilmente, di vivere di furti d'auto. Nei campi attrezzati sono solitamente relegati negli angoli più lontani. Fra di loro ci sono alcuni calderai ma il lavoro più praticato è quello di ambulante. Rappresentano una minoranza: poco più di cento persone.
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