Gridio d'allarme in Egitto La Sfinge cade in polvere

Gridio d'allarme in Egitto La Sfinge cade in polvere Gridio d'allarme in Egitto La Sfinge cade in polvere GIZA — La Sfinge, questo gigantesco e straordinario monumento vecchio di 4500 anni che raffigura un leone accucciato con la testa di un faraone, messo di guardia alle vicine antiche piramidi di Giza, soffre di una sorta di cancro della pietra che a poco a poco la disintegra e che potrebbe esserle fatale. Finora tutti i rimedi escogitati per bloccare la corrosione si sono rivelati inutili, anzi dannosi. L'allarme più grave è scattato nell'ottobre scorso, quando alcuni blocchi di pietra risalenti all'epoca greco-romana, incastrati nella zampa sinistra della Sfinge, si sono staccati e sono caduti. Le autorità egiziane si sono date da fare per rimediare al danno, ma secondo Ahmed Kadri, direttore del dipartimento egiziano delle antichità, quanto è stato fatto finora «ha avuto, in termini medici, soltanto 1' effetto di un tranquillante». La Sfinge è attaccata da una pericolosa combinazione di acqua, sale, sole, sabbia, corrosivi venti del deserto e inquinamento atmosferico, egualmente corrosivo. E' sor¬ prendente ma vero, che il fatto di essere collocata nel deserto non salva la sfinge dagli effetti dannosi dell'acqua. Ora gli esperti stanno infatti concentrando la loro attenzione e i loro sforzi sui modi per combattere l'azione delle acque sotterranee cìie filtrano nella pietra calcarea porosa di cui è fatto il corpo della Sfinge. Gli specialisti del restauro affermano che il sale lasciato dall'acqua quando evapora rende friabile la pietra, contribuendo così a sfaldarla. Una squadra di ricercatori americani ha cosi elaborato una tecnica del vuoto per estrarre il sale e poi sigillare la base del monumento, che si erge a prima vista indistruttibile dai tempi della Quarta Dinastia, quando il faraone Khafra (Cìiephron) ne ordinò la costruzione avvalendosi del lavoro di migliaia di schiavi. L'intervento è stato però bloccato per ora dagli egiziani da quando il ministro della Cultura Mohamed Abdel-Hamìd Radwan ha nominato ben sette co77i7?iiisfo7?i per studiare i problemi della Sfinge. In attesa che esse elaborino un piano generale d'intervento tutte le iniziative parziali di qualche rilievo sono state accantonate. Il problema dell'acqua è relativamente nuovo ed è uno dei tanti effetti collaterali negativi della costruzione della diga di Assuan, che ha fatto salire il livello della falda freatica a molte centinaia di chilometri di distanza. Anche gli equilibri idrogeologici del Basso Egitto sono stati profondamente modificati da questa colossale opera d'ingegneria, fino alla lontana costa mediterranea. Basti dire che le aragoste del Delta del Nilo sono emigrate in massa verso Israele non avendo più trovato di loro gusto le acque del fiume depurate in parte dal limo. lì ministro Radwan attribuisce la colpa dei danni dell'acqua anche all' inadeguato e primitivo sistema fognario dei vicini villaggi. Ora gli chalets abusivi sorti nel deserto come funghi intorno alla Sfinge, nei pressi dei negozietti di souvenirs e di cartoline postali del polveroso villaggio di Nazit El-Saman, sono stati demolìti dai bulldozers.

Persone citate: Ahmed Kadri, Mohamed Abdel, Radwan

Luoghi citati: Assuan, Egitto, Israele, Nazit El-saman