Nel supercarcere sardo troverà anche gli assassini di Turatello

Nel supercarcere sardo troverà anche gli assassini di Turatello Nel supercarcere sardo troverà anche gli assassini di Turatello DAL NOSTRO CORRISPONDENTE SASSARI — Questione di giorni, poi don Raffaele Cutolo, capo della nuova camorra organizzata, andrà all'Asinara, nel carcere di massima sicurezza di Fornelli, per occupare una delle celle che già furono di Curdo e di altri famosi brigatisti. La notizia del trasferimento del boss della malavita napoletana è stata divulgata venerdì e domenica smentita ufficialmente: al ministero della Giustizia si è precisato che la decisione di trasferire Cutolo — volta ad evitare che egli possa avere contatti con il mondo esterno e dirigere dal carcere, come slnora ha fatto, la sua personale strategia di potere, ordinando ai propri sicari le più efferate esecuzioni — verrà attuata nei prossimi giorni, al più tardi entro un palo di settimane. All'Asinara Cutolo non dovrebbe avere vita facile. Il carcere di Fornelli — lontano circa trenta chilometri dalla colonia penale agricola che ospita cinquecento detenuti — è stato appositamente costruito per isolare al massimo 1 carcerati. Le Brigate rosse ne volevano lo smantellamento ben sapendo come le caratteristiche della struttura e una rigorosa sorveglianza portassero all'isolamento totale, interno ed esterno. Ne tentarono addirittura la distruzione nel corso di una rivolta in cui fu usato dell'esplosivo al plastico. Non vi riuscirono, ma provocarono gravissimi danni alle celle per la cui riparazione sono state spese centinaia di milioni (a questi restauri è legata l'inchiesta aperta dal ministero della Giustizia contro l'allora direttore. Luigi Cardullo, per interessi privati in atti d'ufficio ed altri reati). I lavori di riattamento, ultimati nel primo braccio, rendono il carcere ancora più sicuro. Il posto delle Brigate rosse, allontanate nei primi mesi del 1981 durante il rapimento del giudice D'Urso, è: stato preso da personaggi ancora più tristi, detenuti particolarmente pericolosi: i «killers delle carceri», coloro cioè che hanno consumato all'interno del diversi istituti penitenziari le proprie vendette personali e quelle dei capi di bande rivali. Finora i detenuti sono una trentina. Fra di essi figurano i nomi di Vincenzo 'Andraus, Salvatore Maltese, Antonio Faro e Pasquale Barra (quest'ultimo di Ottaviano, lo stesso paese di Cutolo) che il 17 agosto dell'anno scorso eliminarono nel carcere di Nuoro, con 72 coltellate, Francis Turatello «faccia d'angelo», un delitto per il quale contro Cutolo è stato spiccato mandato di cattura come mandante. A Fornelli sono detenuti anche gli assassini di Biagio Jaquinta e Sante Zerrillo, due camorristi eliminati con barbara ferocia — essi pure nel carcere di Nuoro — durante la rivolta delle Brigate rosse nel novembre del 1980, delitto maturato nella lotta fra bande rivali. I contatti fra 1 detenuti, pericolosissimi per via delle evidenti rivalità e dello spirito di vendetta che 11 anima, posso no essere evitati grazie alla speciale struttura del carcere. La passeggiata all'aria aperta si svolge nel diversi cortili interni, l'accesso al quali preclude qualsiasi possibilità di Incontri; le comunicazioni tra le celle sono praticamente impossibili; i colloqui con i familiari avvengono con il diaframma di uno spesso vetro che impedisce anche 11 minimo contatto fisico. Antonio Pinna

Luoghi citati: Fornelli, Nuoro, Ottaviano, Sassari