Karajan è riuscito a far amare i prussiani a Salisburgo con la Filarmonica di Berlino

Karajan è riuscito a far amare i prussiani a Salisburgo con la Filarmonica di Berlino La gloriosa orchestra ha cent'anni ed è stata diretta da Ciaikovski e Ravel Karajan è riuscito a far amare i prussiani a Salisburgo con la Filarmonica di Berlino SALISBURGO — L'Orche-1 stra Filarmonica di Berlino cui dal 1967 è indissolubilmente legata l'Idea e la realiz-' zazione del Festival di Pasqua compie quest'anno i 100 anni dalla sua fondazione. «100 Jahre Berliner Philarmonlker»: la scritta campeggia ovunque nelle vetrine di Salisburgo, e non solo in quelle riservate all'invadentissima pubblicità discografica che trova nell'anniversario Inesauribili i spunti per il lancio di nuove collane. Fu nel 1882 che cinquantaquattro membri della rinomata Berliner Bilseschen Kapelle decisero di organizzarsi in forma autonoma, scegliendo loro stessi i direttori, assumendo nuovi musicisti selezionati tra i migliori e affrontando collegialmente qualsiasi Importante decisione artistica ed organizzativa. Senza sovvenzioni statali né private, col solo sostegno dell'impresario Hermann Wolff, i cinquantaquattro musicisti dettero cosi vita alla Orchestra Filarmonica che debuttò il 1° maggio 1882 e dal 1887 elesse il maestro von BUlow come proprio direttore stabile. Ma nel frattempo era già salito su quel podio Johannes Brahms, e poi vennero Ciaikovski, Strauss, Mahler, Strawinski, Prokofiev, Ravel accanto ai più celebri direttori mentre, scomparso von BUlow, la direzione stabile passò nel 1896 ad Arthur Nlkisch con cui l'orchestra Incise il suo primo disco, la Quinta di Beethoven, nel 1913. Dal 1922 al 1944 fu Wilhelm Furtwangler a guidare le sorti dell'orchestra, che vide distrutta dalle bombe della seconda guerra mondiale la sala della vecchia Phtlarmonie ma già nel febbraio del 1944 si riuniva in un cinema, il «Titanla Palast», per riprendere l'attività concertistica con Leo Borchard, Sergiu Celibidache e dal 1952 nuovamente con Furtwangler che, all'apice della maturità, la portò in giro per l'Europa In alcune trionfali tounée. Alla morte di Furtwangler, la direzione stabile dell'orchestra fu affidata a Herbert von Karajan che nel 1963 Inaugurò con la Nona Sinfonia il nuovo fantascientifico palazzo progettato per i concerti della Filarmonica dall'architetto Hans Scharoun. Orazle a von Karajan, che negli ultimi trent'annl è emerso sempre più come il protagonista delle manifestazioni salisburghesl, la Filarmonica di Berlino ha cominciato a venire qui d'estate per alcuni concerti, e poi stabilmente per 11 Festival di Pasqua, dove in via eccezionale ha modo di esibirsi anche nell'opera lirica: il che rappresenta di per sé un motivo di particolare interesse ed una superiore garanzia di qualità. Che a Salisburgo, dove si venera l'orchestra Filarmonica di Vienna, protagonista del festival estivo, siano tutti contenti di questa vistosa presenza prussiana non sembra possibile affermarlo. La rivalità tra i due paesi ha una lunga tradizione storica e, senza risalire all'odio tra Maria Teresa e Federico II, restano le differenze e le Incomprensioni tra la brillante estroversione del Sud e la rigida severità settentrionale. In un articolo a firma ai Joachim Kaiser intitolato Berlino, Salisburgo e l'arte e pubblicato sul programma ufficiale del festival, l'autore si premura di spiegare le motivazioni artistiche che hanno condotto Herbert von Karajan all'idea del Festival di Pasqua e all'Impiego dell'orchestra berlinese per la sua realizzazione: e lo fa con una sollecitudine che lascia qualche sospetto, dimostrando come la presenza dei Berliner sia da intendersi quale completamento e non In opposizione allo spirito saìlsburghese. Sospetto poi confermato dal commenti della stampa locale, sempre molto sulle sue. Certo, chi ha avuto modo di ascoltare le due filarmoniche può rendersi conto delle differenze. La personalità delle due orchestre è infatti tale che non è pretestuoso sottolineare la soffice morbidezza degli archi viennesi e il poderoso, sfolgorante spessore sonoro degli ottoni di Berlino come 1 rispettivi elementi caratterizzanti: il che vuol poi dire un tal grado di perfezione nell'affiatamento dei singoli da individuare una fisionomia spiccatissima del suono collettivo, proprio come se fosse quello di uno strumento solo. Quanto ad inconfondibile personalità, nonostante l'ostentato tecnicismo delle grandi orchestre americane, le due vecchie filarmoniche europee restano quindi Imbattibili, rivelando in ogni momento delle loro esecuzioni una certa impareggiabile tradizione nel vivere l'esperienza musicale. Paolo Gallarati Herbert von Karajan e la Filarmonica di Berlino: con lui l'orchestra ha rafforzato la sua gloria