Resa II fa progetti per riconquistare il treno dell'Iran

Resa II fa progetti per riconquistare il treno dell'Iran Resa II fa progetti per riconquistare il treno dell'Iran del giovane erede registrati su cassette, imitando la tecnica usata da Khomeini, quand'era in esilio (l'ayatollah, disse ironicamente Bakhtlar, fece « la rivoluzione con le musicassette»). Però ai tempi dello Scià i discorsi di Khomeini venivano diffusi con gli altoparlanti nelle moschee: cosa oggi impensabile e le cassette del principe possono circolare in clandestinità, circondate dal terrore delle severe punizioni della legge islamica. Reza II, però, è deciso e sereno. A chi a Londra gli chiedeva quanto sarebbe disposto ad aspettare, ha risposto scherzosamente: «Anche nel 2040 sarò sempre più giovane di Khomeini». e. st. LONDRA — «Prima che Khomeinì muoia e l'Unione Sovietica intervenga, vorrei dare il mio contributo e unire tutte le forze che ora sono all'estero»; cosi il ventunenne figlio dello Scià, Ciro Reza II Palliavi, ha annunciato la sua intenzione di riconquistare il trono perduto tre anni fa da suo padre. Il giovane Palliavi, in questi giorni a Londra, si è incontrato con alcuni giornalisti ai quali ha detto di riscontrare sempre più vasti appoggi in Iran, mentre il terrore instaurato dalla repubblica islamica fa perdere, a suo avviso, popolarità di giorno in giorno all'attuale regime. Un programma ambizioso quanto complesso per il giovane principe autoproclamatosi Scià dell'Iran il 31 ottobre 1980, ma finora costretto a vivere nel jet-set. re senza trono come Costantino di Grecia, ma non certo con le speranze di coronare il sogno come è avvenuto per Juan Carlos di Borbone. Fuori dall'Iran può certamente organizzarsi e unire sia pur vaste fasce di esuli. Recentemente a Parigi si è incontrato con due ex ministri di suo padre, Shahpur Bakhtlar e Ali Amini. Non ha invece visto Massud Rajavi, capo dei guerriglieri di sinistra «Mujahidin Khalq», né il deposto presidente Banl Sadr. Il principe, ieri a Londra, ha detto che non esiterebbe a conferire con i due autorevoli personaggi. Ma proprio ieri stesso, da Parigi, il Consiglio nazionale di resistenza, fondato l'estate scorsa dal due personaggi in esilio, ha fatto sapere di presentarsi come «la sola alternativa accettabile» al regime di Khomeini: in questa ipotesi in Iran si costituirebbe un governo di transizione, presieduto da Bani Sadr e Rajavi. che porrebbe immediata fine alla guerra con l'Iraq, riconoscerebbe le libertà contenute nella dichiarazione universale del diritti dell'uomo e la parità del diritti della donna. Per 11 momento, comunque, Khomeini c'è e, con lui, il regime islamico. Tornando al principe Reza, ben più difficile viene da ipotizzare una sua azione all'interno dell'Iran. Dalia morte dello Scià, sostenitori della monarchia inviano clandestinamente discorsi