Nei parchi dell'utopia

Nei parchi dell'utopia TANTE PROMESSE E SI FA BEN POCO Nei parchi dell'utopia ROMA —Abbiamo anche lo scandalo dei parchi, quelli che vengono promessi, progettati, sbandierati per annt e mai realizzati per ragioni non tanto oscure. Si pensi alla speculazione immobiliare e alle forze politiche che dt fatto la sostengono. «Italia nostra» ha preso l'iniziativa della denuncia con una conferenza stampa nella sua sede centrale a Roma, partendo dal caso veramente emblematico di Portofino. Dopo 5 anni di studio e discussioni, a tre mesi dalla scadenza della legge regionale, è stato deciso di rifare il progetto del parco che doveva estendersi dal Monte di Portofino alle colline di Chiavari. Da 4000 ettari la superficie viene ridotta a 1000. Degli altri 12 parchi regionali previsti nessuno è stato istituito. Non hanno sorte migliore i 120 parchi programmati dalle altre regioni autonome, con rare eccezioni come quelle del Trentino Alto Adige, del Piemonte (istitui¬ ti 29 parchi e riserve), della Lombardia, della Toscana (Maremma e Migliarino-S. Rossore). La Regione Puglia ha da molti anni una legge per i parchi senza seguito concreto. E' sempre sulla carta il parco della Laguna di Venezia. La Liguria, ha ricordato il presidente del consiglio regionale di «Italia nostra», Piero Villa, si era data nel 1977 una legge per i parchi che sembrava di avanguardia. Sul suo territorio, dal Magra e dalle Cinque Terre alle Alpi Marittime erano stati individuati 15 sistemi (in pratica 13 parchi) degni di particolare tutela, prevista non più con la vecchia concezione vincolistica, ma con quella della difesa attiva: miglioramento dell'agricoltura, ricupero di colture trascurate come quella dell'olivo, restauro di ambienti naturali danneggiati e di nuclei storici o abitazioni rurali in abbandono. ■ I parchi potevano dunque offrire grandi aiuti alle popolazioni liguri delle colline e dell'entroterra, chiamate dalla legge regionale a partecipare direttamente alla progettazione attraverso i •comitati di proposta» (presi poi a modello dalla legge siciliana del 1981 per i parchi). Ma ben presto scattò e si diffuse un movimento di opposizione, alimentato da una propaganda che dipingeva i parchi come una somma di divieti rovinosi. Nel caso di Portofino la manovra degli avversari si sviluppò subdolamente, strumentalizzando le poclxe decine di contadini che vivono sul celebre monte (essi hanno tutti i diritti di migliorare le loro condizioni di vita, ma questa è appunto una delle finalità del parco) e infiammando i cacciatori del Tigullio. In realtà le amministrazioni dei comuni ricadenti nel parco progettato non intendevano accettare una disciplina, anche urMario Fazio (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Magra, Piero Villa