«Come cambierò il Guatemala»

«Come cambierò il Guatemala» Intervista con il capo della Giunta, Rios Montt, un generale che non ama il mitra «Come cambierò il Guatemala» «Occorre arrivare alla riconciliazione nazionale» - «Alla guerriglia offro dialogo o guerra aperta» • «Garantiremo i diritti umani» - «La ribellione nasce dalla fame, non c'entrano le ideologie» - «Per migliorare la vita della gente occorre eliminare i corrotti» - «Vogliamo uscire dal ghetto, ma per avere rapporti con il mondo dobbiamo presentarci con mani pulite» - «La mia arma è la fede che porto nel cuore» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CITTA' DEL GUATEMALA — Quando, la mattina del 23 marzo. 1 giovani ufficiali guatemaltechl comandati dal capitano Carlos Rodolfo Muiìoz Pilofta (il Nasser della situazione) intimarono la resa al generale Hernando Romeo Lucas Garcia, uno dei più sanguinari dittatori del Centro-America, costui fece rispondere che non avrebbe mai ceduto «a im pugno di imberbi tenenti». Allora attraverso la radio corse un messaggio: «Il generale Rios Montt è invitata a raggiungere Immediatamente la plaza Nazional per unirsi agli ufficiali insorti contro la sanguinosa corruzione del regime fraudolento». Rios Montt stava tenendo un sermone nell'evangelica chiesa del Verbo; lo interruppe per mettersi a pregare. Pochi attimi dopo veniva chiamato al telefono dal capitano Mufioz. «Che volete da vie?-; «Vogliamo sapere se possiamo contare sulla vostra cooperazione e sul vostro consiglio»: «Volete solo consigli?»; «Venite qui e parliamo, siete atteso nel -portico che fronteggia il Palacio de los Capitanes Generales». «Vi richiamo tra dieci minuti». Ce Secondo giornali Usa ne vollero molti di più a Rios Montt per consultarsi coi pastori della sua chiesa. Infine, mentre 11 generale, gli occhi chiusi, rimaneva immerso nella preghiera, i fratelli in fede gli posero le mani sul capo e sulle spalle invocando la benedizione di Dio su di lui. Poi lo caricarono su un'automobile con le cortine abbassate e insieme raggiunsero la plaza Nazional. Era in borghese, gli prestarono una tuta mimetica, un plstolone e, allorché un aiutante del dittatore deposto annunciò al golpisti che il generale Garcia se n'era andato da una porta laterale per raggiungere la sua/inca in Alta Verapaz (dov'è tuttora confinato), Rios Montt entrò nel palazzo insieme col generale Maldonato e con il colonnello Luis Gordlllo, anche loro unitisi ai ribelli. E' lui stesso, il generale José Efrain Rios Montt, 56 anni, capelli neri ma baffi argentati, l'occhio spiritato, a raccontarci le sequenze del «golpe... Sono le tre del pomeriggio di lunedi 5 aprile: il generale ci riceve nel suo immenso ufficio settecentesco — soffitti a cassettoni, lampadari e cascata, pavimento di maiolica pregiata —, con molta cordialità. Lo lusinga, confessa, dare la sua prima intervista a un corrispondente italiano: «Sa — dice nella nostra lingua —, ho fatto la scuola superiore di guerra a Civitavecchia dal 5 di ottobre del 1961 al 28 di giugno del 1963, dopo aver frequentato con profitto l'Università per stranieri di Perugia». Il generale non è in divisa, indossa uno spezzato grigio di buon taglio, appare disteso. Improvvisamente, prendendoci sottobraccio: «Andiamo a parlare fuori di qui, nel ballatoio», dice. E cosi l'intervista la facciamo passeggiando, tra lo sbalorcii- mento di soldatini in divisa da operetta, sottotenenti armati di mitra Galil, postulanti vestiti di scuro. Qual è il suo programma? «Ho preparato quindici cartelloni die presenterò, illustrandoli, alla tv fra qualche minuto. Sono i punti base del programma d'azione della Giunta che, per volere di Dio, presiedo. Innamitutto deve esser chiaro che l'autorità è al servizio del popolo e non viceversa. In questo spirito occorre arrivare, e presto, alla riconciliazione della famiglia guatemalteca a beneficio della pace e della concordia nazionale». Quando lei parla di riconci¬ lsgogdrsclpltsms liazione allude anche alla possibilità di un'«intesa» con la guerriglia? «Alla guerriglia offriamo due opzioni: il dialogo o la guerra aperta. Siamo disposti ad entrambe, sta a loro decidere». Nel suo Paese antico è corso tanto sangue, sono stati compiuti soprusi innominabili Uno degli obicttivi principali che ci proponiamo è quello della sicurezza e tranquillità, in base a un assoluto rispetto dei diritti umani. Prima, tanto tempo fa, ci angustiava la vista di un cane morto, arrotato da un automobilista, poi abbiamo fatto l'abitudine al cadaveri umani sparsi per le strade. Adesso basta. Abbiamo l'obbligo di garantirei diritti umani». C'è la tragedia degli «indlos.., vittime prime della violenza di segno opposto; come pensate di risolverla? «Con l'Integrazione dei diversi gruppi etnici. Siamo venti nazioni in una. Col risanamento dell'economia, con la pacificazione, mettendo fine allo sfruttamento ' del sottoproletariato, tradottosi in un'ottusa repressione. La ribellione nasce dalla fame, dal sottosviluppo, non c'entrano le ideologie. Anclie Cristo, se vogliamo, era un ribelle: predicava la pace ina scacciò i mercanti dal Tempio, voleva la giustizia sociale per la promozione dei poveri e la tranquillità degli abbienti». Risanamento economico, con quali moduli? «Crediamo nella libera impresa, ma non possiamo ammetterne lo strapotere. Lo Stalo deve esercitare gli opportuni controlli». Quali sono, a suo avviso, i nemici più pericolosi della Giunta? «La corruzione, l'attitudine al non far niente, l'intrallazzo istituzionalizzato, la violenza. Occorre mettere i vari funzionari alla frusta, eliminando i corrotti, per migliorare il livello di vita della popolazione. Occorre estinguere le contraddizioni della nostra società. Democrazia è la nostra bandiera, perché i guatemaltechl conoscano quali sono i loro doveri, le loro responsabilità e, quindi, i loro diritti». E le elezioni, a quando? Il generale non risponde sùbito, poi spiega che prima di arrivarci bisognerà far pulizia in casa, altrimenti si rischia un risultato di tipo salvadoregno. «Lo priorità va data al problema economico, alla partecipazione del popolo. Si rende conto della quantità di analfabeti che abbiamo, gente che vota lasciando l'impronta del pollice sui registri? E' necessario rispettare la Costituzione, rifondare il sistema giudiziario, garantire le libertà fondamentali... Ci attende un lavoro immane e si vorrebbe andare a velocità atomica. Però io dico che se della gente sfreccia in "Mercedes", ce n'è dell'altra, la maggioranza, che va in carretta. Sicché dovremo adeguarci al passo dei più». E in politica estera? «fogliamo uscire dal ghetto, ma per aver rapporti con tutto il mondo dobbiamo essere in grado di presentarci con le mani pulite. E adesso — soggiunge 11 generale Montt — posso farle io una domanda?». Prego. «Perché è venuto fin qui?». Per conoscere lei. un uomo nuovo per queste scene. Ridendo: «Che nuovo, io sono vecchio», risponde. Ma le sue idee, osservo, sono nuove, perfino rivoluzionarie, almeno in Guatemala. E, poi, mi colpisce quel filo diretto, in nome del «verticalismo», con Dio di cui lei ha parlato subito dopo 11 suo insediamelit o... Serio, grave, gli occhi accesi: «La religiosità — dice — non è un mito, bensì realtà di vita. Vede (e si tocca 11 torace, aprendo la giacca) io non ho la pistola, non amo il mitra. La mia arma è la fede die porto nel cuore». Vada con Dio, generale, auguri. «Mi dica in bocca al lupo, all'italiana, in modo ch'io possa rispondere crepi il lupo». A chiusura di codesta singolare intervista vien fatto di chiedersi quante probabilità abbia un uomo come Rios Montt di cavarsela in mezzo a tanti lupi. Già si parla di un prossimo «controgolpe» del militari rimasti fedeli al deposto presidente Garcia, e non è un mistero che 11 capitano Mufloz e i suoi giovani commilitoni scalpitino, loro che volevano le elezioni fra sessanta giorni e ora si trovano tra 1 piedi questa sorta di Neghib centro-americano il quale, in nome di Dio, vuol fare di testa sua. Forse gli toccherà proprio la sorte di Neghib. Sempreché il «miracolo», di cui parlano 1 suol confratelli della Chiesa evangelica del Verbo non si compia sino in fond^ Igor Man in.i parata militare a Città del Guatemala. Nel programma della Giunta preuste la lotta alla corni/ione e la riconciliazione nazionale

Luoghi citati: Citta' Del Guatemala, Città Del Guatemala, Civitavecchia, Guatemala, Perugia, Usa