Obiettivo Fiat degli Anni Ottanta un'auto da 30 chilometri il litro

Obiettivo Fiat degli Anni Ottanta un'auto da 30 chilometri il litro Presentata in Regione la strategia per vincere la sfida energetica Obiettivo Fiat degli Anni Ottanta un'auto da 30 chilometri il litro TORINO — L'obiettivo è un'automobile che a 90 chilometri l'ora trasporti quattro persone consumando 3 litri ogni cento chilometri. La Fiat se lo propone, almeno come risultato di ricerca, per la seconda metà degli Anni Ottanta; per la prima meta il traguardo è un consumo del 15 per cento inferiore all'attuale, nel caso di vetture piccole e del 20-25% nel caso di vetture medio-grandi. La sfida è non soltanto Italiana, ma europea e mondiale. I termini della strategia sono stati illustrati ieri mattina al presidente della Regione Enrletti, agli assessori Salerno e Cerutti e ai presidenti delle commissioni bilancio (Valeri) e energia (Marchini) dagli ingegneri Carlo Eugenio Rossi responsabile dell'ente energia F'iat; Scolari, responsabile della direzione tecnica Fiat auto; e dal prof. Businaro, presidente del Centro ricerche. E' appunto qui che è avvenuto l'incontro aperto dal dott. Marco Pittaluga, responsabile delle relazioni esterne che si è rifatto al protocollo Regione-Fiat sui problemi energetici. •Siamo consci che il rilancio della nostra regione è strettamente collegato con lo sforzo innovativo che gli operatori industriali piemontesi compiranno nei prossimi anni — ha detto Pittaluga — ma siamo altrettanto consci che è indispensabile una pili stretta collaborazione tra il mondo industriale e quello politico a livello nazionale e locale, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze». L'obiettivo dei 3 litri per 100 chilometri è stato, illustrato dall'lng. Scolari; ring. Rossi ha spiegato Invece i termini della dipendenza italiana dal petrolio. «Il settore dei trasporti assorbe il 17% dei consumi totali di energia (industria 34,8, usi civili 22,8, trasformazioni e perdite 23,5, agricoltura 1,8) e in particolare circa il 30% dei consumi petroliferi» ha detto. L'esigenza del risparmio è evidente, a beneficio del bilancio nazionale e, naturalmente, anche personale. Secondo 11 Plano energetico nazionale 11 risparmio è una «fonte energetica» che va efficacemente sfruttata; e allora eccoci di nuovo nel campo del trasporti che dipendono dal petrolio per l'equivalente di 29.6 milioni di tonnellate l'anno e con la seguente ripartizione: autovetture 44,3%; autocarri 23,5; navi 15,4; aerei 5,6; treni, tram, filobus, metrò 3,9; autobus 3,7; motocicli 2,3 ; altri usi 1,3%. Sono sempre dati dell'ing. Rossi. L'ing. Scolari ha analizzato l'utilizzazione delle energie In una vettura a pie no carico, a 90 chilometri l'ora. Il 72% se ne va in perdite termodinamiche, il 14.2 in accelerate e superamento di pendenze, il 6% è catturato dall' aerodinamica, il 2,5 dal «rotolamento», 11 2.5 dagli organi di trasmissione, il 2,8 dagli organi ausiliari. . E' chiaro che 11 risparmio prevede una progettazione adeguata ed è quel che fa 11 Centro ricerche, come lo ha il lustrato 11 prof. Businaro. Si tratta di studiare la riduzione delle resistenze passive (aerodinamica e rotolamento), riduzione del peso, rendimento del motori. Si studia l'impiego di materiali ceramici nelle camere di combustione, è in progettazione un «cambio continuo a rotolamento». Tutto ciò ha un costo. Nel periodo '81-84 si calcola che nel mondo si spenderanno 40 mila miliardi per ricerca e innovazione nel settore auto di cui 20 mila finalizzati all'energia. -<Se l'industria italiana vuol mantenere il passo — di n ce ring. Rossi — dovrà investire, nel medesimo tempo, non meno di 2000 miliardi». U problema diventa allora politico e ring. Frlgnanl, riconoscendo che -la strada della ricerca è più che aperta», ha ricordato che la Regione •concorre con le proprie scelte, con i propri pareri, con la propria iniziativa di programmazione a determinare il quadro cui si applicano le nuove norme di politica industriale». E Enriettt ha colto l'appello rivoltogli a più voci: -Ci impegneremo subito in un confronto col governo perché i fondi per la ricerca vengano dati a chi realmente fa ricerca». Domenico Garbarlno

Persone citate: Businaro, Carlo Eugenio Rossi, Cerutti, Domenico Garbarlno, Marchini, Marco Pittaluga, Pittaluga

Luoghi citati: Salerno, Torino