Dopo l'entusiasmo, Buenos Aires teme l'arrivo della flotta inglese

Dopo l'entusiasmo, Buenos Aires teme l'arrivo della flotta inglese Scarse reazioni al congelamento dei beni argentini deciso da Londra Dopo l'entusiasmo, Buenos Aires teme l'arrivo della flotta inglese NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE BUENOS AIRES — La sconfitta diplomatica subita dall'Argentina sabato scorso alle Nazioni Unite ha provocato costernazione a Buenos Aires. Alti funzionari del ministero degli Esteri non nascondono il loro disappunto commentando i risultati del voto del Consiglio di sicurezza (che ha approvato con maggioranza di 10 a 1 e 4 astenuti la risoluzione inglese che chiedeva 11 ritiro argentino). «Non ci facevamo illusioni sugli Stati Uniti, che avevano chiaramente manifestato la loro opposizione a qualsiasi azione militare, né sulla Francia; ma che ex colonie come il Togo, l'Uganda, lo Zaire e la Quyana abbiano appoggiato la Gran Bretagna è davvero incomprensibile», dichiara uno di loro. In realtà, la maggiore delusione è venuta dall'Unione Sovietica e, in misura minore, dalla Cina e dalla Spagna. Il veto sovietico era considerato certo a poche ore dall'inizio della riunione ; invece non c'è stato e Mosca si è astenuta. Il ministro degli Esteri argentino Nlcanor Costa Mendez aveva impostato il suo discorso in modo che la posizione argentina ricevesse l'appoggio dei Paesi comunisti e dei Paesi non allineati, ai quali l'Argentina appartiene dal 1973. «Il problema delle Malvi¬ ne è un probìema coloniale nel senso più classico del termine», e la dominazione inglese sulle isole «una delle ultime tracce dell'imperialismo storico in terra latino-americana», aveva detto Costa Mendez. Il ministro aveva inoltre ricordato che 11 movimento dei non allineati, «sostenitore delle giuste cause», s'era pronunciato spesso in favore della tesi argentina. La decisione del Consiglio di sicurezza è stata accolta molto male alla Casa Rosada. Un comunicato ufficiale afferma che essa «si oppone al diritto e alla realtà storica contemporanea». Il presidente Galtieri, parlando con i giornalisti, ha affermato che «se il popolo argentino sarà attaccato, la nazione argentina in armi darà battaglia'con tutti i mezzi a disposizione». Dopo l'insuccesso al Consiglio di sicurezza, è nell'ambito dell'Organizzazione degli Stati Americani che Buenos Aires cerca ora di ottenere sostegno alla propria posizione. Costa Mendez ha presentato la posizione del suo Paese ieri in una sessione straordinaria dell'Osa. Se i principali Paesi latino americani appoggiano la rivendicazione argentina sulle isole, esprimono tuttavia riserve sull'azione militare intrapresa da Buenos Aires. E' interessante notare a questo proposito l'evoluzione del Brasile che, dopo aver mostrato di sostenere Buenos Aires, ha fatto in seguito marcia indietro. Il ministro degli Esteri brasiliano, Ramiro Saraiva Ouerreiro. ha dichiarato che il Brasile appoggia «il diritto argentino di rivendicare giuridicamente la sua sovranità sulle isole, ma non l'azione arma ta ». U governo venezuelano ha al contrario espresso la sua solidarietà all'Argentina e ha criticato la decisione del Consiglio di sicurezza. «Limitandosi a menzionare le azioni argentine senza riferirsi a quelle decise dalla Gran Bretagna, e ignorando le giuste motivazioni di Buenos Aires, il Consiglio ha passato sotto silenzio la causa principale del problema, vale a dire la spoliazione territoriale di cui è responsabile la potenza coloniale occupante», dice un comunicato del governo venezuelano. Secondo la testimonianza di giornalisti argentini che sono stati autorizzati a recarsi a Puerto Rivero (l'ex Port Stanley), il comportamento degli abitanti delle Malvine va dalla diffidenza all'ostilità manifesta E' chiaro che le truppe argentine hanno ricevuto l'ordine di turbare il meno possibile la loro vita. Le strette misure di sicurezza prese nelle prime ore sono state in parte tolte e il governo argentino ha precisato che «lo stato d'assedio non è in vigore su questa parte del territorio nazionale». A Buenos Aires, all'entusiasmo si alterna la preoccupazione, dopo l'annuncio che il governo britannico ha deciso di inviare 1 due terzi della sua flotta da guerra. Si ricorda tuttavia che le Malvine si trovano a quindicimila chilometri dalle coste inglesi. Il congelamento del beni argentini in Inghilterra (quasi un miliardo e mezzo di dollari) ha provocato scarse reazioni nell'opinione pubblica, che sembra molto più preoccupata dalla chiusura del mercato del cambi, decisa ieri. Jacques Depres Copyright Le Monde c per l'Italia I a Stampa

Persone citate: Costa Mendez, Galtieri, Jacques Depres, Puerto Rivero, Ramiro Saraiva Ouerreiro, Rosada