Ministro d'Israele ora mette in forse il ritiro dal Sinai di Giorgio Romano
Ministro d'Israele ora mette in forse il ritiro dal Sinai Ministro d'Israele ora mette in forse il ritiro dal Sinai NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — Il ministro della Difesa Sharon, che andrà presto al Cairo per discutere 1 punti controversi sulla delimi- tazione della frontiera, ha fatto una dichiarazione sorprendente: •Israele non si ritirerà dalla linea El Arish-Ras Muhammed finché le disparità d'opinioni sul confine non saranno risolte». Sebbene il principio dello sgombero non sia stato rimesso in questione, le parole del ministro hanno colpito perché in tutte le dichiarazioni precedenti si era detto che se 1 problemi pendenti non fossero stati risolti prima del 25 aprile, non sarebbero state abbandonate le zone in discussione (tutte di poche decine di metri), ma, il ritiro generale non veniva messo In forse. E ancora domenica 11 consiglio dei ministri, dopo aver dibattuto 11 problema, aveva si accennato a una possibile battuta d'arresto nel ritiro locale, ma non nei termini indicati da Sharon. I commentatori ritengono che le parole del ministro della Difesa siano state un lapsus più che una dichlarazlon-» d'intenzioni. Lo stesso Sharon ha concesso una dilazione fino al 15 aprile ai residenti dei diversi gruppi del «Movimento contro il ritiro dal Sinai» che si sono barricati nelle case di Yamit e di altre località adiacenti. Al funerali del consigliere d'ambasciata Bar Slmantov ucciso sabato a Parigi, il ministro degli Esteri Shamir ha ripetuto che 1 governi debbono bandire dai loro Paesi gli uffici dell'Olp «che sono un covo di terroristi. Iproiettili che hanno colpito il nostro rappresentante erano diretti contro il cuore dello Stato di Israele, che lo vendicherà e schiaccerà le organizzazioni le quali hannoideato e perpetrato il delitto, i loro capi, i loro dirigenti, i quartieri generali e le basi, ovunque si trovino». Giorgio Romano -
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