Con Alice e con le gemelle Kessler il varietà diventa commemorazione

Con Alice e con le gemelle Kessler il varietà diventa commemorazione L'attuale tendenza della Rai è tutta rivolta alla nostalgia Con Alice e con le gemelle Kessler il varietà diventa commemorazione Trattando quotidianamente di tv mi trovo spesso a parlare di revival, di «ritorni», di trasmissioni nostalgiche. Non è colpa mia, è la tv che ci sguazza. Ecco stasera, al posto d'onore del sabato, una puntata di Come Alice, rivista rispettabile, ma che è molto indicativa dell'attuale andazzo della Rai in questo campo. Lo show parte dalla trovata di una ragazzina, Claudia Vegliante (lanciata ad ogni costo quale precoce star, ma, un po' ferma e tutta grezza, dovrà lavorare parecchio prima di vedere se è il caso di proseguire); una ragazzina, dicevo, che viene messa a contatto con i «grandi» dello spettacolo leggero di venti o trenta anni fa e che getta gridellini di gioia e di ammirazione. E" una trovata discutibile perché io ho fatto una prova, ho chiesto a diversi giovani dell'età più o meno della Alice dello show se erano interessati alla rivista, se provavano scosse di entusiasmo o brividi di emozione per quei personaggi. La risposta è stata decisamente no, e non poteva essere diversa. Non c'è motivo per cui un ragazzo del 1982 riesca ad apprezzare le esili canzoncine, le filastrocche, i discorsetti non-sense di Rascel. Come Alice si conferma varietà sentimentale per spettatori di una certa età. I quali hanno ampio diritto di essere accontentati; però non è cosi che la Rai potrà rinnovare e rinvigorire la rivista. Qui c'è una precisa volontà di tradizione, con l'occhio appassionatamente rivolto agli Anni 50 e 60 considerati — ed è significativo— «gli anni belli». Risultato, e lo riavremo puntualmente stasera: un ricco varietà confezionato con eleganza dal regista Falqul maestro di squisitezze formali, varietà che tuttavia è un'esercitazione accademica senza che l'umorismo — quando c'è, perché il fondo è molto «serio» — abbia un qualche aggancio con l'attualità; e che sono soprattutto «commemorazioni» compiaciute in tutti i sensi, le quali non fanno fare alla rivista tv un solo passo avanti. La «commemorazione» stasera tocca alle gemelle Kessler e si carica, diciamo, di un particolare pathos in quanto è il regista Falqui che le ha dirette per la prima volta alla tv italiana in Giardino d'inver¬ no, nel lontano 1961. Allora le Kessler avevano ventiquattro anni, oggi siamo nell'82 e il calcolo è presto fatto. Oggi le gemelle Kessler sono due belle e distinte signore di mezza età che resistono alla fatale usura del tempo e che suppliscono al fatto di non disporre più della giovinezza con una tecnica che nei trent'anni della loro carriera (il debutto è; del 1953, in Ger mania) si é affinata e perfezionata. Al di là di un'operazione nostalgia e di un omaggio ad una solida professionalità, cosa ci possono dire a distanza di tanti anni le Kessler? Suscitano un ricordo. Il ri cordo di un equivoco. Sino all'inizio Anni 60 le ballerine di rivista tv erano pudicamente copertissime. Furono le Kessler per prime a mostrarsi in sottile calzamaglia, e molti scambiarono questa magnanima concessione della Rai per una «apertura» e caduta di censura. In realtà riapertura» riguardava esclusivamente gambe e scollature, restava sempre la censura sulle idee, sulla satira, sui copioni. All'inizio degli Anni 80 Alice ed Ellen Kessler hanno il piacere di ritrovare intatto l'ambiente di allora, lo spirito e il clima di allora: dopo vent'anni nella rivista televisiva niente è cambiato. u. bz.