E per risparmiare l'agnello dell'Est

E per risparmiare l'agnello dell'Est E per risparmiare l'agnello dell'Est Quelli nostrani scarseggiano, costa meno importarli da Bulgaria, Ungheria e Jugoslavia Tra 1 meno etusastdelle prossime festività, agnelli e capretti sacrificati alla tradizione attendono una pentola pronta a cucinarli. «Ce n'è in abbondanza — dice Adamo Bergoglio, presidente del sindacato agnellai —: l'Italia è il paese del Bengodi, e riceve rifornimenti da tutto il mondo. Mancano soltanto I clienti. Le vendite sono calate di un buon venti per cento; è finita la Pasqua di una volta, qualo l'edilizia tirava e molti muratori o carpentieri meridionali, i più legati a questa usanza, venivano ad acquistare interi animali da rosolare in famiglia. D'altra parte, è anche vero che un tempo si attendeva la solennità da festeggiare, mentre ora, e Pasqua tutto l'anno». Se qualcuno ha rinunciato, dirottando il menù su pollo o tacchino, molti altri rispettano, però, la tradizione, e ci sono prezzi per tutte le borse. I più cari tra agnelli e capretti risultano quelli nostrani che, inutile dirlo, scarseggiano. • L'aumento rispetto all'anno passato — calcola Begogllo — si aggira sul 10 per cento: un capretto nostrano costa al macello, senza Iva, sulle 9000-9500 lire al chilogrammo, e i migliori vengono rivenduti non oltre le 18 mila; l'agnello costa circa mille lire in meno (8000-8500) ed è in commercio sulle 15-16 mila. Per gli animali d'importazione I prezzi sono inferiori, e vanno dalle 8-9 mila lire il chilo degli agnelli refrigerati della Nuova Zelanda alle 12-14 mila di quelli freschi importati da Bulgaria, Ungheria e Jugoslavia. Anche il capretto d'importazione francese costa meno dei nostri, 13-14 mila lire al chilo.. Ne uscirà santificala la Pasqua, un po' meno la bilancia dei pagamenti.

Persone citate: Adamo Bergoglio

Luoghi citati: Bulgaria, Italia, Jugoslavia, Nuova Zelanda, Ungheria