Scattano sulle scale come alla maratona per conquistare una visita dell'oculista

Scattano sulle scale come alla maratona per conquistare una visita dell'oculista Un cronista nell'Usi di via Chiabrera tra i mutuati che scoprono le magagne dell'assistenza sanitaria Scattano sulle scale come alla maratona per conquistare una visita dell'oculista Tre rampe di corsa: perdonò sempre i più anziani - Qualcuno ha rimediato assoldando i nipoti - Uno specialista per quattro quartieri, chi non passa deve tornare dopo 20 giorni - Il dentista che non arriva (ma qualcosa funziona) Ammalarsi è un guaio, ma farsi curare è peggio. E' la sintesi di numerose lettere giunte in questi giorni a La Stampa: sul banco degli accusati le 23 Usi torinesi, altrimenti dette Unità sanitarie locali, che pare funzionino non proprio bene. C'è chi lamenta visite fissate a mesi di distanza, chi denuncia la scarsa solerzia di certi medici e chi narra episodi a metà fra il tragico e l'ameno. Come il signor Cesare Brighelli la cui lettera spiega come alla Usi di via Chiabrera per le prenotazioni dell'oculista fosse in uso un sistema a classica «selezione naturale*. Essendo limitato il numero del posti e centinaia i pretendenti, si era optato per una corsa in grande stile: tutti i «concorrenti., convocati lo stesso giorno al piano terreno, apertura del portone alle 8 in punto,'poi tre piani di scale di corsa. Ai primi arrivati l'ambita prenotazione, agli altri la possibilità di ritentare dopo una ventina di giorni. Per i miopi giovani ed aitanti i problemi erano dunque pochi, ma disperato appariva Invece il compilo dei pensionati che hanno cercato di assoldare nipoti e conoscenti più giovani, meglio se iscritti all'Isef, da mandare in corsa con il loro libretto in tasca. ★ ★ Per verificare come funzioni realmente una Usi il cronista ha trascorso un mattino nel meandri di una struttura sanitaria. Abbiamo scelto proprio quella di via Chiabrera 34 i cui ambulatori servono 1 quartieri Borgo Po, Cavoretto, San Salvarlo e Valentino. Ecco la cronaca della matti- nata (il primo aprile, per l'esattezza). Ore 7,15. Nell'androne c'è già qualcuno in attesa: oggi si prenotano le visite oculistiche e sarebbe In programma anche la consueta «corsa» per le scale. Ma questa volta c'è una novità: un giovane occhialuto che tutti chiamano «dottore» ha collocato in un angolo su una sedia cento foglietti numerati. Avverte (ma 11 vociare della folla presto vanificherà i suol sforzi) che chi vuole prenotarsi deve munirsi del numero. Molti non riescono a sentire dall'altro cai» dell'androne e scalpitano pronti a scattare. Ore 7,30.1 numeri già assegnati sono oltre cinquanta, ma l'atmosfera è tesa anche perché è già stato annunciato che forse non tulli potranno ottenere la visita (un solo oculista si occupa degli abitanti di quattro quartieri). Ore 7,55. La ressa aumenta, una donna sbianca in volto e si accascia su di un gradino. L'usciere di un'impresa privata che ha gli uffici nello stesso palazzo telefona «di sopra alla Usi» perché mandino un medico che non arriverà mai. I foglietti numerati, intanto, sono andati esauriti. Ore 8. Numeri o no, lo scatto della folla che ormai supera le centocinquanta unità, ricordo la partenza della maratona alle Omllmpiadt. Qualcuno urla un incitamento. C'è anche chi opta per l'ascensore, che però è lentissimo e la scelta si rivela sbagliata. Ore 8,05. Al piano terreno è rimasta solo la donna reduce dpvmtdplgsdn( da un malore: qualcuno le ha portato un cognac. Dice che vorrebbe farsi vedere da un medico, ma che tutto sommato preferisce andare all'ospedale. Ore 8.10. Cominciano le prenotazioni per la visita oculistica. Il numero 1 passerà già nel pomeriggio. Il ritmo sembra rapido: un'lmplegata dalla voce glaciale scandisce i numeri, chiede gli indirizzi (per verificare la competenza di quella Usi), dice un giorno e un'ora e compila un minuscolo tagliando rettangolare. Ore 8,12. Cominciano le prenotazioni anche per gli altri specialisti. I tempi di attesa sono variabili, comunque contenuti in 20-25 giorni. Per qualche visita è però possibile passare già al pomeriggio; taluni esami del sangue e radio- r - i a . a r o o o o . a n e o , i a e a a o , . grafici sono Immediati: «Ma è proprio vero?» chiede una vecchietta stupita. Le danno in mano un biglietto e aggiungono: «Secondo piano, stanza 36». Sotto dovrà aspettare un'oretta, ma entro un paio di giorni avrà la sua lastra. Ore 8,30. Per l'oculista si è già al numero 30 e tutto scorre liscio, ma all'altro sportello scoppia il «caso Paplni». Il dottor Paplni è il dentista (il nome sta scritto sul registro) che dovrebbe visitare una trentina di persone, ma non si è presentato. L'impiegata non dà spiegazioni, dice solo «non c'è»; a chi insiste aggiunge: «E non so proprio quando verrà». Qualcuno insinua che sia in vacanza, qualche altro maligna accennando al lavoro «privato.., un terzo sostiene ironico che «in mutua non si è messo di sicuro, altrimenti sarebbe qua». C'è chi ha ottenuto la prenotazione venti giorni prima e si dispera. «Provi alle Molinette o in ina Nizza dove c'è un medico convenzionato, ma non garantiamo nulla» è la risposta. Essendo completamente da appurare le cause della defezione del medico non vengono neppure effettuate prenotazioni. Ad un tranviere che si presenta con la guancia rotonda come un pompelmo suggeriscono: «Ripassi fra una quindicina di giorni, quando ne sapremo di più». L'impiegata viene rapidamente mandata a quel paese: il trigemino non aspetta. Ore 9. C'è una lunga serie di certificati da bollare. Sono quelli che consentono al mutuato di sottoporsi ad esami particolari presso una struttura privata. Il bollo viene ritenuto valido da alcuni laboratori solo tre giorni e spesso, in un lasso di tempo tanto ristre* to, non si riesce ad ottenere l'appuntamento. Perciò si torna e ritorna. L'operazione dura un attimo, ma un ex ferroviere di 82 anni deve Venire tutte le volte da piazza Gran Madre: per lui è come un viaggio. Ore 9,45. Si arriva a 100 nelle prenotazioni per l'oculista. Però almeno altrettante persone si agitano, protestando: non hanno il numero, ma veglioni ugualmente un appuntamento. Il «dottore» che all'Ingresso distribuiva i tagliandi annuncia: «Tornate tutti il 19 aprile alle 8 precise per una nuova serie di prenotazioni». Ma c'è chi alle 8 precise è arrivato pure oggi e si lamenta. Allora: «Andate al prontosoccorso dell'ospedale oftalmico: vi visiteranno». E' una bugia: visite di ambulatorio all'oftalmico non se ne fanno, più da tempo. C'è intanto il dramma di una giovane madre con accanto un bambino biondo con gli occhi stralunati: «Mio figlio è molto miope e ieri ha rotto gli occhiali. Per avere una prescrizione per le lenti devo aspettare sino al 19. Come farò a mandarlo a scuola? Come fata a giocare? Non potrò nemmeno metterlo davanti alla televisione». L'impiegata non sente ragioni: «Non è possibile fare eccezioni». La donna prende per mano il figlio e comincia a scendere le scale, poi si volta verso un usciere e mormora: «Ma le tasse cosa le paghiamo a fare?». La domanda resta senza risposta. Angelo Conti mini i imi un in imi imi n Intcrininabili e faticosissime attese per ottenere ciò di cui si ha diritto: la salute

Persone citate: Angelo Conti

Luoghi citati: Nizza