Assolto il gen. Bittoni ma resta qualche dubbio
Assolto il gen. Bittoni ma resta qualche dubbio Era accusato di falsa testimonianza al processo Italicus Assolto il gen. Bittoni ma resta qualche dubbio La formula «per insufficienza di prove» non chiarisce se la segnalazione su Franci e Malentacchi avvenne davvero prima della strage BOLOGNA — Verdetto per 11 generale a riposo dei carabinieri Luigi Bittoni, accusato di falsa testimonianza di fronte alla Corte d'assise di! Bologna che giudica sulla strage del treno Italicus. E' assoluzione, ma la formula usata. l'« insufficienza di prove», conferma però un dubbio, un sospetto sul comportamento dell'ufficiale. Per sei ore i due giudici togati e i due uomini e quattro donne che compongono la Corte sono rimasti chiusi in camera di consiglio. Due, a quanto sembra, i punti di vi¬ sta: alcuni parevano orientati ad accogliere la proposta di condanna a otto mesi avanzata dal pubblico ministero, Luigi Persico; altri avrebbero voluto un'assoluzione completa, cosi da chiudere, una volta per tutte, questo scoraggiante capitolo della vicenda Italicus. Alla fine si è trovato l'accordo sulla formula dell'insufficienza di prove. Il fatto era cominciato in dicembre, quando 11 generale, si dice «piduista-pentito», depose di fronte al giudice romano che indagava sulle «P2». Riferì che al tempo del- l'attentato sull'Italicus, cioè nell'estate avanzata del 1974 l'ammiraglio Gino Birindelli, anch'egli targato «P2», lo aveva informato che un anonimo gli aveva fatto i nomi dei possibili attentatori: Luciano Franci, Pietro Malentacchi, forse Massimo Batani. Oggi qui alle assise. Franci e Malentacchi sono con Mario Tuti accusati del massacro al treno. Dalla magistratura romana l'informazione venne subito passata ai giudici di Bologna e li generale fu ascoltato come teste. Confermò tutto, aggiunse di aver, a sua volta, dato la segnalazione al comandante del gruppo caraoinieri di Arezzo, tenente colonnello Domenico Tuminello, lui pure associato alla loggia di Licio Gelll. Il fatto, se confermato, avrebbe dato una svolta decisiva al dibattimento che dal 3 I novembre si trascina in corte | d'assise. Ma il colonnello, che I prima aveva ricordato i parti; colarl, in aula cambiò versione: la segnalazione, dichiarò, era stata fatta prima dell'Itallcus e si riferiva ad un altro attentato contro i treni, quello di Vaiano, concluso per fortuna senza vittime. L'ammiraglio si è sempre trincerato dietro il «non ricordo», il generale si adeguò al colonnello e per questo fu arrestato in aula. La sentenza l'altra notte alle due. Il difensore, Gianfranco Bordoni, aveva chiesto ['«assoluzione perché il fatto non sussiste»: dopo otto anni, aveva sostenuto, erano naturali incertez| ze e confusione. II processo Italicus, cosi, sembra essere rimasto appeso al fragile filo delle deposizioni di Aurelio Fianchini. il grande accusatore, non ancora comparso in aula. v. tess.
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