Aria di crisi al convegno del psi che chiede di guidare il governo di Alfredo Venturi
Aria di crisi al convegno del psi che chiede di guidare il governo A Rimini le proposte economiche si intrecciano con i problemi politici Aria di crisi al convegno del psi che chiede di guidare il governo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE RIMINI — «Spero che almeno voi mi lascerete parlare», dice Giorgio Benvenuto, accolto alla tribuna della conferenza programmatica del psi da un applauso che per alcuni minuti gli impedisce di prendere la parola. Lui allude al comizio romano dei metalmeccanici: ma allora erano stati i fischi a troncargli il discorso. Naturalmente qui lo lasciano parlare: perché proprio ai fischi di Roma Benvenuto deve l'ovazione di Rini.ni Un'ovazione che rappresenta anche, con sonora evidenza, l'orgoglio di partito. Soltanto all'ottantenne Lombardi erano toccati altrettanti applausi. Lombardi che era salito alla tribuna per protestare sui missili di Comiso e sulle navi mandate al largo del Sinai: ma che almeno era venuto, non aveva disertato la conferenza come gli altri due grandi vecchi del partito. De Martino che ha mandato una lettera polemica, Mancini che non ha mandato nemmeno quella. Dopo le linee di politica estera e la riforma delle istituzioni politiche, ieri il partito socialista ha lanciato 11 suo programma economico. Ha lanciato anche, in una giornata resa nervosa dalla sortita del sottosegretario Scamarcio sul caso Cirillo, insistenti segnali politici. Cosi il ministro De Michells, che parla senz'altro di «candidatura del psi alla guida del Paese», accusando imparzialmente de e pei di non avere «capacità di proposta e di scelta». Così il vice segretario Spini, con un perentorio invito alla de perché si cacci in testa che «i rapporti fra i partiti sono cambiati e non vi è oggi nessuna forza politica che possa proporre la sua egemo- nia sulle altre». Qualcuno sente dunque aria di crisi (non ha forse detto Spini che «si rischia di dire no alle elezioni anticipate, ma di cadere in una sorta di campagna elettorale permanente»?): anche se evidentemente la parola decisiva spetta a Craxi, che parlerà domani Questo focalizzarsi dell'interesse e delle attese sul discorso di Craxi, eccita l'estro polemico della piccola ma agguerrita minoranza di sinistra. Ieri Achilli, Benzeni e altri hanno precisato la loro posizione, in parte coincidente con quella che De Martino aveva manifestato nella sua lettera. «Che senso ha — chiede Achilli — delegare a un ristretto gruppo di vertice ogni decisione sui contenuti e lasciare al solo segretario del | partito il compito di trarre le conclusioni politiclie?». Una accusa che non preoccupa più di tanto la straripante maggioranza raccolta da Craxi agli ultimi due congressi. Ma la sinistra non disarma: siamo pochi, cresceremo, confidano. Il compito di tracciare le linee maestre del programma economico è toccato a Franco Reviglio: mentre sugli aspetti specifici sono intervenuti gli economisti Sylos Labini, Ruffolo. Forte, il ministro De Michells, 11 vice presidente della Lega cooperative Dragone, i responsabili per la casa (Querci), la sicurezza sociale (Landolfl), le organizzazioni sociali (Babblnl), l'agricoltura (Monesi). il Mezzogiorno (Conte), i trasporti (Reina). Revlglio parla di «alleanza riformatrice imperniata sulle forze innovative della classe operaia e del ceto medio»; prende atto della conflittualità sociale, ma avverte che «la conflittualità lasciata a se stessa rischia di isterilirsi nel compromesso o nel corporativismo selvaggio». Ci vogliono, dunque, regole del gioco: il sindacato, in particolare, deve passare «dall'esercizio di poteri difensivi all'esercizio di più consistenti e lungimiranti poteri d'intervento». E' precisamente quel punto di vista che è costato a Benvenuto 1 fischi di Roma. L'ex ministro delle Finanze parla anche di lotta all'evasione fiscale: necessaria non soltanto per ragioni di equità, ma anche perché la creazione di nuovi posti di lavoro pubblici non può farsi approfondendo ancora il baratro del disavanzo. Parla di disoccupazione ormai non più congiunturale, ma strutturale, dell'opportunità di studiare riduzioni di orario di lavoro, purché non implichino perdite di produttività. Insomma, lavorare meno, lavorare tutti: ma senza perdere di vista la necessità primaria dell'accumulazione. Perché soltanto cosi si possono riavviare, dice Revlglio, i meccanismi dello sviluppo. Al termine di una giornata intensissima, con decine di interventi, qualcuno propone una seduta notturna, che dia voce al «delegati di serie B». Ma si preferisce portare «il garofano in discoteca»: la Federazione giovanile ha Infatti organizzato una gran festa al «Paradiso club». Alfredo Venturi
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